Il senatore leghista messinese attacca chi è contrario alla grande opera e insiste: "Il 2024 sarà l'anno dell'avvio"
“Il ponte si farà. Il 2024 sarà ricordato come l’anno dell’avvio dei cantieri. Continuare a parlare di Ponte sì-Ponte no ormai non ha davvero alcun senso. A pochi mesi dalla riapertura dei cantieri di questa infrastruttura, dopo un blocco ultradecennale imposto dai nemici del Mezzogiorno, oggi non c’è più spazio per i no Ponte: appartengono a un’altra epoca, sono anacronistici e in netto contrasto con la storia, con lo sviluppo e con il futuro del nostro Paese. Sono gli unici a non aver compreso che il dibattito è ormai privo di senso grazie a una legge approvata a maggioranza dal Parlamento e firmata dal presidente Mattarella. Il collegamento stabile tra la Sicilia e l’Europa si farà”. A sostenerlo è il senatore messinese Nino Germanà, vicepresidente del Gruppo Lega e segretario in commissione Trasporti a Palazzo Madama.
Continua Germanà: “Adesso, è necessario preparare i territori, i lavoratori, i commercianti e gli imprenditori a cogliere questa grande opportunità. Nella storia della nostra Repubblica non ci sono precedenti come il momento attuale, con finanziamenti così cospicui per l’intero Sud. Mettiamo da parte le inutili e pretestuose polemiche di una minoranza talmente inconsistente numericamente che a Messina non è riuscita a eleggere neanche un consigliere comunale, e remiamo tutti insieme verso un’unica direzione: la rinascita del nostro territorio”.
Per fortuna sono solo proclami elettorali.
Primo…..non ci sono i soldi….basta vedere la legge di bilancio di quest anno…..
Secondo…..dopo le elezioni europee e la batosta che prenderà la lega il sig.Salvini avrà altro cui pensare……..pertanto darà la colpa agli altri…..
Terzo……..non si farà , ma purtroppo ci costerà l ennesima vagonata di soldi pubblici.
Lei non può decidere per tutti noi ,con 4 voti che hapreso si sente il padrone, ma per piacere.
Come sempre fuori dalla realtà….e dalla storia
Padanino chiacchierone….
Ridicolo.
Egregio signor Germanà mi duole ricordarle che il primo nemico del meridione è il suo partito.