Un lettore scrive alla nostra testata e si pone due domande: che impatto avrà l'opera sulla vita dei messinesi e se ci sono davvero le condizioni per costruirla
MESSINA – Riceviamo e pubblichiamo una riflessione sul tema Ponte sullo Stretto, firmata da Secondo Tranquilli, che da anni vive a Messina e che ha scelto uno pseudonimo per esprimere il suo pensiero.
Le opposte tifoserie ci fanno perdere di vista le due questioni centrali
A proposito del Ponte: io credo che ad oggi lo scontro tra tifoserie opposte abbia fatto perdere di vista la realtà delle cose. Immaginiamo di dovere discutere di ponte oggi e facciamo finta che non esista il pregresso (le manifestazioni, i progetti, le polemiche). Ci sono due diverse posizioni di cui devono tenere conto i cittadini messinesi: 1. Quella che li riguarda direttamente e che impatterà sulle loro vite negli anni di costruzione e nel periodo a venire. 2. Quella di “interesse generale” che riguarda il potenziamento infrastrutturale nel meridione, in Italia, in Europa.
Non viene spiegato ai messinesi che cosa comporterà la costruzione del Ponte
Sul primo punto a mio avviso mancano indicazioni puntuali sulle esternalità (negative e positive), sui disagi e i problemi che riguarderanno i cittadini di Messina. A questa assenza di informazioni si deve rimediare con simulazioni che spieghino bene a tutti “cosa esattamente” comporterà la costruzione del ponte e cosa succederà durante e dopo i lavori in città.
È bene chiarire tutto con dovizia di particolari. Se vivo a Torre Faro, ad esempio, voglio sapere cosa ne sarà della riviera negli anni di costruzione del ponte. E, dopo, che cosa ne sarà di casa mia, come mi verranno compensate le esternalità negative, come cambierà la mia vita di tutti i giorni.
Il secondo punto (quello relativo alle infrastrutture) offre maggiori informazioni, ma anche qui dobbiamo fermarci su alcuni principi base che devono essere “garantiti” prima di iniziare l’opera. Le precondizioni essenziali sono la sostenibilità economica, la sostenibilità ambientale, la reale fattibilità tecnologica e i tempi di costruzione. E anche su questo occorre fare chiarezza.
Che una infrastruttura come il ponte non sia utile è materia da tifo, perché tutte le infrastrutture sono utili poiché si parte dal presupposto che servano e migliorino le condizioni complessive di una città. Il punto però è un altro, e sarebbe ora di parlarne, perché questo continuo tira e molla tra posizioni ideologiche svia l’attenzione e allontana risorse dal territorio, nell’attesa del salvifico ponte.
L’utilità delle infrastrutture é fuori da qualunque dubbio. La critica a parere mio infatti non deve concentrarsi esclusivamente sull’oggetto, per quanto aspetto fondamentale dell’analisi. Infatti a preoccupare, a mio parere, é che l’infrastruttura non é pensata per un’emancipazione del Sud d’Italia, in quanto la sua utilità economica si rifletterebbe veramente poco sul territorio…se il Nord Italia é il ponte tra l’Europa Orientale ed Occidentale é allora evidente che noi stiamo “sotto al ponte”, e con la costruzione, anche se di improbabile fattibilità, di questa mega opera, sotto al ponte, oltre che metaforicamente, credo ci finiremo letteralmente.
Il problema non sono i progetti in se, ma capire che la loro realizzazione crea delle zone d’ombra, di cui il territorio messinese, in tal caso, farà inevitabilmente parte.
Io penso che tutto ha un costo e comporta dei sacrifici ma una volta ogni tanto facciamoli sti sacrifici se possono cambiare il sud.
Spogliandosi delle tare ideologiche l’analisi dovrebbe essere rigorosamente scientifica e quindi concretamente rispondere ad alcune domande chiave:
1. Quanto tempo farebbe guadagnare il ponte in termini di percorrenza complessiva, stradale e ferroviaria, nei tragitti tra Sicilia e destinazioni maggiormente richieste dai siciliani (quindi da Roma in su)?
2. Vi sono soluzioni tecniche e organizzative alternative al ponte di minor impatto economico e di tempo e quanto tempo farebbero guadagnare sempre con riferimento al tragitto di cui sopra?
3. Quali altre opere si potrebbero finanziare in Sicilia con analogo investimento, con quali tempi di realizzazione e quali vantaggi darebbero sempre rispetto ai tempi di mobilità stradale e ferroviaria ai siciliani?
4. Quale sarebbe effettivamente l’impatto della costruzione del ponte per le popolazioni delle aree interessate e per quanto tempo e con quali effetti permanenti?
Solo rispondendo a queste domande con dati concreti e provati si può decidere effettivamente se essere pro o contro il ponte. Il resto e fuffa.
Da considerare che molti turisti viaggiano in auto. Se posso prendere la mia su cui già pago bollo e RCA senza dover fare 3 ore o più di fila a Reggio per il traghetto ma vado diretto in Sicilia in 2 o 3 minuti capisce bene che un viaggetto me lo farei e anche più volte nell’arco della vita nonostante le mulattiere che avete, tanto nel resto d’Italia la situazione è ugualmente tragica. Vivo in un paese dove tutte le strade sono dissestate e ci si deve passare tutti i giorni sopra. Per cui non ci si meraviglia. Ma perdere ore in attesa del traghetto questo non lo accetterò mai, motivo per cui nonostante abbia parenti a Caltanissetta ancora non vengo!!
Da calabrese vorrei dire che ci sono tante cose da fare prima del ponte:sanità, acquedotti, rifiuti, strade interne etc. Per principio non sono contrario alle infrastrutture ma si dovrebbe partire dalle cose più urgenti.
Se avessimo, noi siciliani, più rispetto per noi stessi, dovremmo batterci per avere servizi (strade, ferrovie….) adeguati a un paese civile.
Non dovrebbe esistere che per andare da Taormina a Messina in treno occorrano 1ora e venti minuti, 15 anni per bypassare il viadotto Ritiro pericolante e tante altre situazioni da quarto mondo.
Perchè credere alla favoletta che “se si fa il ponte tutto il resto viene di conseguenza”?.
E se anche per assurdo fosse così, perchè sottostare a questo ricatto?
Se ho le scarpe sfondate non spendo i soldi che non ho per comprarmi un rolex.
Il ponte? Si…. mettiamoci lo smoking con le scarpe bucate, fate solo ridere. Bsugno realizzare la rete stradale che cade a pezzi, linea ferroviaria interna risalente ai tempi dei Borboni, sanità anno zero, immobili scolastici che cadono a pezzi e non adeguati alle norme sismiche vigenti, ma di che parliamo? Il ponte sarà solo un favore alle imprese del nord per fare soldi, mentre a noi Siciliani rimarrà un esoso pedaggio per attraversarlo.
Che vergogna, ancora ci sono (solo a Messina) FALSI AMBIENTALISTI E
PSEUDIECOLOGISTI che tentano di “impedire” lo SVILUPPO E LE NUOVE TECNOLOGIE, con INVESTIMENTI ED INFRASTRUTTURE..!
Ma se il problema è l’impatto ambientale, perché non creare il collegamento con un tunnel che corre sul fondale (modello tunnel della manica!)?