Continua l’ormai epica lotta contro la burocrazia per la realizzazione del ponte di collegamento tra Rometta Marea e Spadafora. Dopo numerosi rimbalzi di responsabilità, tra gli organi addetti all'erogazione dei fondi necessari per la conclusione dei lavori, tutto sembrava risolto con la firma del decreto di finanziamento. Ma la burocrazia ci mette lo zampino e il mitico "mostro a cinque teste" risorge famelico
Qualche settimana fa la firma del decreto di finanziamento, uno step importante che sanciva l’ormai prossima ripresa dei lavori per il completamento del ponte sul torrente Boncoddo, che collega Rometta e Spadafora. Ma ancora una volta la burocrazia ci mette lo zampino e si accumula un ritardo di diverse settimane. Dopo la firma del decreto, infatti, il Dipartimento della programmazione della Regione aveva inviato tutti i documenti alla Corte dei Conti per la registrazione. Una registrazione, comunicherà più tardi la Corte dei Conti, non necessaria. Il decreto torna quindi, ancora una volta, alla Ragioneria della Regione che, a sua volta, dovrà adesso comunicare con Roma. Successivamente da Roma, nelle prossime settimane, verranno rigirati i fondi alla regione che, finalmente, potrà erogarli al Comune. Una vera e propria epopea, quella vissuta dal Comune di Rometta che, ancora una volta, si è ritrovato vittima della burocrazia.
“In queste ore la politica, per tante ragioni, si deve porre delle domande, guardarsi intorno e capire qual è lo scarto, il distacco, lo scollamento, la divaricazione tra il paese reale, tra la gente in carne ed ossa ed il paese dei palazzi e del potere –ha commentato il vice sindaco di Rometta Giuseppe Laface- La politica deve domandarsi dove possiamo mai andare, come sistema paese, quando la burocrazia, gli orpelli infiniti, i timbri, le firme, le registrazioni, le re-iscrizioni, le validazioni, ovvero tutti gli ostacoli al regolare ed efficiente svolgimento delle procedure amministrative, continueranno inesorabilmente ad affossare anche la speranza stessa di futuro”.
Insomma, un vero e proprio scontro a suon di burocrazia contro l'"Idra", un “mostro a cinque teste”, come lo aveva definito lo stesso vice sindaco.
“Dalla firma del decreto, e conseguente re-iscrizione al bilancio regionale delle somme –ci racconta Laface- è iniziata la solita trafila di giornalieri contatti con gli uffici, con la Prefettura, di viaggi a Palermo per accelerare l’emissione del mandato in favore del Ministero dello Sviluppo Economico che, a sua volta, avrebbe dovuto dare disposizione alla Cassa depositi e prestiti di fare altro mandato al Patto Territoriale del Tirreno e quindi al Comune che avrebbe potuto pagare la ditta, nel frattempo commissariata dalla Prefettura. Un iter lunghissimo che –aggiunge- con le ultime fasi ha visto allungare i tempi della burocrazia facendoci perdere, di fatto, due settimane”.
Un ritardo, dunque, ma anche un piccolo passo avanti; superato quest’ultimo ostacolo, infatti, i fondi dovrebbero finalmente giungere a destinazione. Questo, beninteso, sempre che l’"Idra" non decida di attaccare di nuovo.
Salvatore Di Trapani