Con il voto di ieri, dopo il via libera definitivo, saranno possibili l’approvazione e la cantierizzazione dell'opera per fasi costruttive separate
di Marco Olivieri
MESSINA – Un’accelerazione politica. Con 162 voti favorevoli e 85 contrari, la Camera dei deputati ha approvato ieri la fiducia posta dal governo sul decreto Infrastrutture. Oggi in aula è atteso il via libera definitivo al provvedimento. L’articolo 2 riguarda la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e l’obiettivo è quello di velocizzare i tempi di avvio dell’opera, con la possibilità di approvare il progetto “anche per fasi costruttive separate”. Il cosiddetto “spezzatino”. Novità anche in relazione alle indennità aggiuntive per gli espropriandi. Poi il Senato dovrà a sua volta esprimersi ed entro il 28 agosto il decreto va convertito in legge.
In questa fase, l’articolo 2 serve al centrodestra per non mollare la presa sul ponte. I nodi critici, sul piano ambientale, economico e sotto ogni altro aspetto tecnico, rimangono intatti e avranno bisogno di valutazioni neutrali e libere da pressioni politiche. Nella terra delle incompiute, in più, l’approvazione in fasi diversi evoca richiami inquietanti a qualcosa di provvisorio. Magari sarà solo una suggestione ma di fronte a un’opera che avrebbe un impatto così condizionante su tutta la città di Messina, per molti anni, di tutto si ha bisogno che di accelerazioni a tutti i costi. E di processi a tappe senza una visione organica e completa. Approfondimenti, analisi, integrazioni stridono con la fretta della Lega e del centrodestra a procedere senza se e senza ma.
Il voto di fiducia e la necessità di un’analisi sul ponte libera dalla frenesia politica
Sottolinea il comitato Noponte Capo Peloro: “L’accelerazione dei tempi degli espropri, con la previsione di poterli avviare entro 30 giorni dall’approvazione del progetto del Cipess, che deve avvenire entro il 31 dicembre 2024. Nessuna concessione sul fronte dei mutui di cui si era parlato ma solo alcuni ritocchi degli indennizzi. Questo ennesimo atto di prepotenza del governo, costretto a ricorrere al voto di fiducia, non ci fa ovviamente desistere dalla lotta e abbiamo già attivato i nostri legali per attivare tutte le azioni necessarie”. E di recente ha evidenziato il comitato “Invece del ponte”: “La fase esecutiva non potrà cominciare prima del 2025 (cioè fra sei-sette mesi). Cosa c’è di “necessario e urgente”? Non raccontateci che, siccome il 31 luglio è fra poco più di un mese, bisogna intervenire subito”.
In generale, il voto di fiducia contrasta, sul piano simbolico, con la volontà di capire, studiare e valutare in maniera davvero ponderata e scevra da suggestioni politiche facili e immediate. Ci auguriamo che i tecnici, a partire dai componenti della commissione sulla valutazione d’impatto ambientale Via Vas, riportino al centro lo studio e l’analisi. L’impazienza politica sa più di voglia di sventolare il vessillo simbolico del ponte. Ma di tutto si ha bisogno che di chimere. Come monito, vengono in mente i versi di De Gregori da “I muscoli del capitano”: “C’è solo un po’ di nebbia che annuncia il sole/Andiamo avanti tranquillamente”. Ma poi, qualcuno ricorderà, si trattava del Titanic.
Credo che le vicende del ponte aiutino anche a comprendere l’esasperazione che portò anni fa tanti gruppi di opinione delle valli interessate a creare il grande movimento NO TAV. Nel nostro paese una politica che non consulta e non ascolta nessuno, per interessi e convenienze di brevissimo periodo, svilisce un territorio ed il diritto all’opinione dei suoi abitanti. In una ipotetica classifica della violenza è più colpevole chi fa tanti piccoli attentati a cantieri insensati (esempio movimenti NO TAV) o chi pur essendo eletto in un territorio baipassa a piè pari la fase di ascolto e dibattito? Perché abbiamo speso soldi per il referendum Montemare e non possiamo fare una consultazione (MESSINA e REGGIO CALABRIA) per provare a contarci una volta per tutte?
DIRETTORE, RIPORTO QUESTO PASSO : il voto di fiducia contrasta, sul piano simbolico, con la volontà di capire, studiare e valutare in maniera davvero ponderata e scevra da suggestioni politiche facili e immediate. Ci auguriamo che i tecnici, a partire dai componenti della commissione sulla valutazione d’impatto ambientale Via Vas, riportino al centro lo studio e l’analisi.
Bene, ci sono in giro una moltitudine di pazzi scatenati che si sono messi in testa di fare un ponte sullo stretto. DICHIRATAMENTE NON FATTIBILE !!! Bene, dimostriamo loro che si sbagliano, ma con i fatti. Cioè analizziamo cosa non va nella gestione della raccolta dei rifiuti e della pulizia delle strade… non è BENALTRISMO, MA TE L’IMMAGINI IL MESSINESE CHE SI METTE A FARE UNA ANALISI PONDERATA ??’ non va oltre whatsapp !!!
Anche se il SENATO dovesse votare la conversione del DL in Legge, questo non sarà sufficiente a portare alla realizzazione dell’opera nei tempi previsti e cosi’ tanto strombazzati. GERMANA’ E SALVINI, questo lo sanno perfettamente da lungo tempo. Esiste pero’ un rischio concreto di perdita di credibilità politica, ove l’opera non si dovesse fare …… ed in tal caso, … dagli altari alla polvere … è un attimo. RICORDO che negli anni ’60, le opere si progettavano e si costruivano, in Italia. C’era fame di lavoro, di guadagni, nel Paese devasto dalle bombe di una guerra che poteva essere evitata ….. Ok, diciamo che c’era una forte e concreta voglia di ricostruire. C’erano abili politici (come De Gasperi), in grado di agire fattivamente per il bene dell’ Italia. Ecco, oggi, ci sarebbe bisogno di un nuovo Alcide De Gasperi.