Porto di Tremestieri, "cessione d'azienda e riavvio per vedere l'opera nel 2025"

Porto di Tremestieri, “cessione d’azienda e riavvio per vedere l’opera nel 2025”

Marco Olivieri

Porto di Tremestieri, “cessione d’azienda e riavvio per vedere l’opera nel 2025”

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giovedì 13 Luglio 2023 - 10:06

L'opera è stata al centro del Consiglio. L'ipotesi di una ripartenza annunciata dal rup Leotta. La Uil: "Fallimento dell'amministrazione comunale"

MESSINA – Porto di Tremestieri: certe attese non terminano mai. Il Consiglio comunale ieri si è concentrato sullo “stato d’attuazione dei lavori relativi al cantiere”. Numerosi gli ospiti ma era assente la società Coedmar, ora in concordato preventivo. La soluzione rimane quella della cessione del ramo d’azienda, nel mese di settembre, probabilmente al consorzio Medil di Benevento. La previsione, come ha dichiarato in aula l’ingegnere Vito Leotta, il responsabile unico del procedimento (rup), è quella d’arrivare al 2025 per vedere compiuta l’opera, con riavvio dei lavori il prossimo ottobre e i materiali confermati, “senza alcun danno per il Comune”. I 46 milioni di euro, che servono in più dato l’aumento dei costi, arriveranno dall’Adsp, Autorità di sistema portuale dello Stretto, attraverso finanzamenti per lo più ministeriali.

Il primo intervento è stato quello della consigliera Antonella Russo, del Partito democratico, prima firmataria della richiesta d’affrontare il tema nell’aula consiliare: “L’opera è di vitale importanza per il futuro non solo trasportistico della città ma anche in previsione Ponte, qualora sarà realizzato. Io e i miei 16 colleghi abbiamo chiesto un Consiglio straordinario e urgente ma anche aperto. Apprezzo la presenza del presidente dell’Autorità di sistema Mega, del professore Raffaele Tommasini e dell’avvocato Enrico Vinci. Con dispiacere vedo l’assenza dei sindacati. Diciassette consiglieri li avevano invitati. Si tratta di un errore: il dibattito sarà monco perché mancano i rappresentanti dei lavoratori. Quanto al Comune, l’amministrazione comunale è stazione appaltante dell’opera e ci deve dare risposte. Finanziata nel 2009, sappiamo che l’opera è ferma dal maggio 2022″.

Ecco le domande della consigliera: “Abbiamo perso ormai i lavori che non sono stati fatti per un anno e mezzo? E perché si sono fermati? Come ha interloquito il Comune di Messina con la nuova Coedmar, dal 2018 al 2022? Si sta attuando la cessione di ramo d’azienda, che dovrebbe salvare capra e cavoli, con il consorzio Medil o con altri? E quanti lavoratori erano impiegati e che cosa ne è stato di questi lavoratori? Il costo iniziale era di 70 milioni; adesso serviranno altri 40 milioni e più di euro. Dove li prenderemo? E perché Coedmar vi ha rinunciato? E con l’omissione di chi? Vorrei chiarimenti pure sui cento milioni di massi sotto il livello del mare, probabilmente rimossi, ma tra i motivi ostativi di una prosecuzione regolare dell’opera. Qualcuno se ne poteva accorgere? In generale, vorrei informazioni certe sul futuro dell’opera”.

Mondello: “Abbiamo fatto tutto il possibile nell’alveo della norma”

La risposta del presidente del Consiglio Nello Pergolizzi: “Ascoltato sindaco e vicesindaco, dato che il presidente decide chi invitare, ho ritenuto che in questa fase non fosse opportuno invitare le organizzazioni sindacali”. A sua volta, il vicesindaco e assessore competente Salvatore Mondello ha precisato: “Il legale del Comune è il professore Tommasini. E trovo irrituale che mi si accusi, tramite la stampa, di essere confuso quando parlo. Credo d’aver dimostrato, in questi anni, di essere persona seria, saggia e preparata. Ho dimostrato alla società Coedmar di conoscere il cantiere meglio di loro perché ci andavo giornalmente. Ho risolto il problema della variante. Abbiamo fatto tutto il possibile nell’alveo della norma”.

Poi ha preso la parola l’ingegnere Leotta, il rup, che ha ricostruito la vicenda e i suoi ritardi: “Su duecentomila metri quadri d’area, sono state trovate tonnellate di rifiuti e l’azione di bonifica è durata quasi un anno. Poi c’è stato il lockdown, il successivo riavvio dei lavori, le varianti a costo zero e poi a fine 2021 la crisi dell’impresa. E non l’abbiamo più pagata. E, quando doveva ripartire, non si trovava più il materiale, come l’acciaio da Mariupol’, a causa della guerra in Ucraina. Nel settembre 2022 eravamo pronti a risolvere il contratto. Coedmar si è opposta, data la conseguenza inevitabile del fallimento, e si è arrivati all’ambito giudiziario, dove il Comune non può decidere i tempi e le procedure”.

46 milioni di euro dall’Adsp, l’intervento di Mega

Il legale del Comune, l’avvocato Tommasini, ha chiarito gli aspetti legati alla transizione e cessione del ramo d’azienda, in vista anche di una delibera di Giunta. A sua volta, riguardo alla necessità di reperire nuovi fondi, rispetto ai 74 milioni e mezzo iniziali, è intervenuto il presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto Mario Mega. Quest’ultimo ha confermato l’impegno economico per 46 milioni di euro, quasi tutti finanziati in ambito ministeriale.

In più, dato che il ministero dei Trasporti ha avviato una procedura di revoca dei 17 milioni di euro stanziati per ammodernare e potenziare il porto messinese, l’Autorità assegnerà 15 milioni di risorse proprie per l’opera. L’Adsp cercherà anche di reperirne di nuove (“Saremo sennò costretti a definanziare qualche altra opera”) e, se ci sarà “un cronoprogramma attendibile”, si potrà tentare ancora la carta del finanziamento con il Pnrr.

Uil: “Fallimento dell’amministrazione comunale e il bavaglio al sindacato in Consiglio”

In ambito sindacale, invece, non si placa la polemica. “Apprezziamo l’iniziativa del Consiglio comunale di Messina che ha provato a ricercare risposte e certezze sul futuro del porto di Tremestieri – dichiarano Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, Michele Barresi, segretario generale Uil Trasporti Messina, Nino Di Mento, segretario provinciale porti e logistica, e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil Tirrenica – ma è stato solo l’ennesimo buco nell’acqua e abbiamo dovuto constatare come l’amministrazione comunale continui a nascondere le proprie enormi responsabilità scaricandole sugli altri, senza dare alcuna certezza, se non la banale speranza di un aiuto governativo che ponga rimedio al proprio evidente fallimento. La Uil, ormai da lunghi anni e in maniera solitaria, ha preannunciato il triste epilogo dei lavori per la realizzazione del porto di Tremestieri a cui oggi assistiamo e che l’amministrazione comunale di Messina ha evidentemente sottovalutato”.

E ancora: “In ultimo, dobbiamo registrare l’ennesimo atto liberticida posto in essere dal presidente del Consiglio comunale Pergolizzi e da questa amministrazione – concludono Tripodi, Barresi, Di Mento e De Vardo – che, in maniera anti-democratica, hanno impedito al sindacato di intervenire. Il tutto ponendo il bavaglio alle critiche e alla verità dei fatti ed evidenziando un’inaccettabile allergia al dissenso e alle critiche”.

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