Adriana Mondello è una moglie, una mamma e purtroppo anche una paziente oncologica. Per lei avere i risultati del tampone senza ritardi è fondamentale per la chemioterapia. Ma al momento solo silenzio
Un’altra storia di Covid e disagi a Messina. L’ennesimo appello all’Asp, affinché chi ha avuto la “sfortuna” di contrarre il coronavirus non si debba ritrovare ad essere anche vittima di un sistema che non funziona. A chiedere aiuto questa volta è una donna.
Adriana è una donna, una moglie, una mamma, ma è anche una paziente oncologica. Ha un tumore che sta combattendo con la chemioterapia. Fa terapia ogni 21 giorni e non può farne a meno. Il 3 dicembre avrebbe dovuto fare la sua consueta seduta di chemio. Così pochi giorni prima, era il 30 novembre, su richiesta del suo oncologo effettua un tampone rapido per poter andare in ospedale in sicurezza. Purtroppo però l’esito di quel tampone è positivo.
Tampone positivo
Così per Adriana Mondello e la sua famiglia inizia la solita trafila di procedure ormai note. Tutta la famiglia effettua un tampone rapido e sono tutti positivi, tranne la più grande dei quattro figli che vive da sola in un’altra casa. Il marito ha un’attività, quindi chiudono tutto, avvisano clienti, amici, conoscenti e si chiudono in casa, informando subito l’Asp di Messina. Pochi giorni dopo l’Asp li contatta per fissare il tampone molecolare. E così il 5 dicembre si mettono in auto, fanno oltre quattro di fila e raggiungono il drive in allestito all’ex Margherita per effettuare il tampone. Da quel giorno il silenzio.
“Non posso fare la chemioterapia”
Adriana racconta con amarezza le ore difficili che sta vivendo: «Io ho urgenza di sapere i risultati perché non posso fare la chemioterapia che per me è di vitale importanza. Ogni giorno telefoniamo e mandiamo mail all’Asp ma senza risultato. In compenso però ci hanno contattato per fissare di nuovo il tampone per questo sabato. Gli abbiamo spiegato che lo avevamo fatto il 5 dicembre e ci hanno risposto di farlo lo stesso, così per sicurezza. Quindi altre ore chiusi in macchina per fare un secondo tampone quando ancora non abbiamo neanche i risultati del primo. E nel frattempo aspettiamo in un clima di preoccupazione e ansia».
Ritardi nei risultati
Il suo pensiero in questo momento è la sua chemioterapia. A causa del Covid ha già saltato un ciclo e ha paura che queste lungaggini e i ritardi nelle procedure possano mettere a rischio la sua salute facendole saltare anche il prossimo. «Ritengo che faccia parte dei diritti del malato avere tutte le informazioni riguardanti il suo stato di salute. Soprattutto se da questo dipende la possibilità di effettuare la terapia per me salvavita».
Uno sfogo amaro che spera di non passare inosservato. Perché è vero che in questo momento sono innumerevoli le situazioni di disagio. Ma è anche vero che questa non può essere una giustificazione per nessuno.