I deputati regionali del Pdr, Marcello Greco e Beppe Picciolo, su segnalazione di Rosy D’Anzino, esperta a titolo gratuito dell’assessorato regionale all’ambiente, evidenziano le sempre più intollerabili lungaggini burocratiche che vedono protagonisti in negativo gli uffici comunali di palazzo Zanca. Sferzanti le dichiarazioni dei consiglieri Dr Nino Interdonato e Carlo Abbate
“Gli alluvionati di Giampilieri non possono attendere i comodi dell’Amministrazione Accorinti per poter utilizzare somme già stanziate ed immediatamente rese disponibili dalla protezione civile”. Così il deputato regionale del Pdr, Beppe Picciolo, in merito a quanto evidenziato dall’esperta dell’assessorato regionale all’ambiente, Rosy D’Anzino.
Sono ventotto le famiglie che hanno avuto le abitazioni distrutte in occasione del tragico evento del primo ottobre 2009 e per tutte loro sono già pronte in banca le somme da destinare all’acquisto di nuove abitazione. “Tali somme – ha aggiunto Picciolo – non sono però erogabili per la mancata acquisizione al patrimonio comunale delle case rese inagibili dall’alluvione ed adesso assistiamo ad un assurdo balletto di incontri con continui rinvii e rimpalli di responsabilità. Per ultimo – ha ricordato il capogruppo all'Ars del Patto dei democratici per le riforme – vi è stato un summit con il dirigente del Comune, Ing. Natale Maurizio Castronovo, avvenuto venerdì scorso, ed ancora una volta la fumata è stata nera: si sta tentando di attribuire la responsabilità dello stallo alla protezione civile regionale, rea di non aver messo in sicurezza le aree da acquisire, condizione ultima per il Comune al fine dell’acquisizione delle stesse. Il Comune sostiene infatti che acquisendo gli immobili diverrebbe responsabile degli stessi e dovrebbe provvedere (economicamente) alla messa in sicurezza e tale circostanza produrrebbe effetti diretti e indiretti sul bilancio. Siamo dunque arrivati alla beffa finale – ha precisato Picciolo – perché il Comune dichiara di non poter acquisire dei beni che non potrebbe ristrutturare e di conseguenza anche i cittadini danneggiati devono pagare il fio restando senza le somme utili ad acquistare una nuova casa. Con il collega Marcello Greco interverremo per vigilare sul buon esito della vicenda che ha assunto toni farseschi".
“Il Comune gioca evidentemente molto coperto sulla vicenda – hanno quindi sottolineato i consiglieri Dr, Nino Interdonato e Carlo Abbate, che si sono occupati anche in passato della questione – una situazione paradossale che evidenza l’assoluta incapacità di assumersi una minima responsabilità da parte di chi dovrebbe tutelare i cittadini per venire incontro alle reali esigenze degli stessi ed intanto ribadiamo un concetto molte volte espresso: alla fine paga sempre pantalone perché il Comune non si può far carico di nulla per ragioni di bilancio mentre le sfortunate famiglie restano senza abitazione in un alloggio in affitto o nei residence e comunque sempre a carico di tutta la comunità mentre gli stessi potrebbero da subito disporre delle somme spettanti per rifarsi una nuova abitazione”.
Interdonato e Abbate chiedono di accelerare l’iter burocratico amministrativo volto all’approvazione della stessa, consentendo così alle 28 famiglie coinvolte di beneficiare del contributo economico derivante dai fondi della delocalizzazione e di porre fine ai disagi derivanti da 6 anni di attesa, potendo quindi riacquistare serenità e tornare a vivere in una abitazione di proprietà.