Post Covid al Policlinico. Il prof. Navarra: "Neoplasie in aumento"

Post Covid al Policlinico, il prof. Navarra: “Neoplasie in aumento, ora pensiamo a chi non si è potuto curare”

Francesca Stornante

Post Covid al Policlinico, il prof. Navarra: “Neoplasie in aumento, ora pensiamo a chi non si è potuto curare”

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martedì 14 Luglio 2020 - 11:27

Il prof. che dirige l'Unità di Chirurgia generale a indirizzo oncologico parla anche del dopo Laganga. "Speriamo che la politica resti fuori dal Policlinico"

Dopo la fase critica dell’emergenza Coronavirus, anche a Messina la sanità si è rimessa in moto dopo aver concentrato energie e risorse per affrontare la pandemia. Il Policlinico di Messina, che è stato Covid hospital in prima linea e riferimento per la città e la sua provincia, ha rimesso in moto la sua attività. E nonostante sia ancora oggi attrezzato e pronto nel caso in cui dovesse esserci necessità di affrontare il Coronavirus, si cammina per tornare alla normalità.

Abbiamo incontrato il prof. Giuseppe Navarra, Responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia generale ad indirizzo oncologico. Nel padiglione F dell’ospedale universitario dove si trova tutta la chirurgia generale, le attività si dividono sostanzialmente in tre tipologie: ambulatoriale, di day hospital e di ricoveri ordinari. Navarra ci spiega come sta andando questa ripresa, considerato anche che il Policlinico di Messina è un importante riferimento per la città e la sua provincia.

Il post Covid

«Superata la fase acuta del Covid sono riprese intanto tutte le attività ambulatoriali che erano state totalmente sospese. Dobbiamo recuperare i tre mesi che siamo stati chiusi e questo significa purtroppo che le agende per le nuove prenotazioni in questo momento sono chiuse. Prima è doveroso e necessario accogliere e dare risposte a chi aveva una visita fissata in quei mesi di lockdown e che ha dovuto rinviare. Contiamo di riaprire le prenotazioni per le attività ambulatoriali della chirurgia dal prossimo 1 agosto. Ovviamente questo non vale per le urgenze, perché hanno la priorità e sono state garantite anche durante il Covid. Ripartiti anche i servizi che si svolgono in day hospital. Per quanto riguarda invece i ricoveri nella chirurgia oncologica in questo momento siamo circa all’80% di ciò che riuscivamo a fare prima della pandemia».

I tre mesi di blocco

Navarra spiega che obiettivo dell’azienda Policlinico è lavorare a pieno ritmo tutta l’estate per cercare di recuperare quanto non è stato fatto per tre mesi, il problema è che siamo arrivati ai mesi caldi, non solo per le temperature. Bisogna assicurare la possibilità di godere delle ferie a personale infermieristico, anestesisti, rianimatori. Dunque garantire un lavoro a pieno regime non sarà semplicissimo. La priorità sarà data alle patologie oncologiche più gravi o più rischiose. Dovranno invece avere pazienza e attendere coloro che sono in lista d’attesa per le patologie cosiddette benigne. Qualche esempio? Ernie, laparocele, fistole, colecisti, chirurgia bariatrica.

«Ci stiamo provando, ma non riusciamo a dare risposte certe per abbreviare i tempi. Le liste per queste patologie benigne sono tristemente lunghe in questo momento. Sono circa 400 i pazienti già prenotati che attendono un intervento nell’UOC di cui ho la responsabilità. Nell’era pre-Covid facevamo circa 30 interventi a settimana, in questo momento possiamo garantirne molti di meno. Ci vorranno almeno 5 o 6 mesi per smaltire il pregresso».

Questo però non deve spaventare ulteriormente chi sta a casa e magari teme di doversi controllare perché ha dei sintomi o non si sente bene. Anzi, il consiglio che dà il prof. Navarra è di non sottovalutare assolutamente l’importanza di essere tempestivi, nonostante il momento particolare e difficile. I tre mesi di lockdown purtroppo non sono stati positivi sotto il punto di vista dei controlli e della prevenzione. Perché è vero che la priorità era il Covid, ma è anche vero che le altre patologie nel frattempo non sono andate in vacanza.

In aumento le patologie

«Stiamo verificando un incremento di diagnosi di neoplasie perché nei tre mesi di Covid non ci si poteva controllare, anche gli studi dei medici di famiglia erano chiusi, poi alla riapertura degli ospedali la gente aveva paura e magari ha continuato a rinviare i controlli. Il consiglio che do: non tralasciare nessun sintomo che può far immaginare l’insorgenza di qualche patologia». Qualche esempio? Dolori all’epigastrio, sensazione di peso sullo stomaco, disappetenza e senso di disgusto per la carne può essere sintomo di un tumore allo stomaco. Oppure delle feci molto sottili, con muco o sangue sono sintomi di problemi al colon retto. Una colorazione giallastra delle sclere è segnale di un pancreas che non sta bene.

Fase delicata dopo l’addio di Laganga

In questa fase delicata di ripartenza anche per la sanità, il Policlinico di Messina ha dovuto poi salutare il suo direttore generale Giuseppe Laganga. Per Navarra sicuramente una scelta dettata dalla voglia di scommettere sul proprio talento in un sistema ospedaliero eccellente come quello lombardo, ma comunque una perdita per l’ospedale messinese che perde così una figura che è stata punto di riferimento. Un po’ di timore adesso è per un cammino che rischia di frenare bruscamente.

«Siamo di nuovo in mano alla politica, com’è accaduto spesso negli ultimi anni. Adesso, anche se arriverà un manager illuminato dovrà comunque prima conoscere struttura e persone e questo rischia di causare un rallentamento nei tanti progetti importanti che erano in cantiere. C’è tanta carne al fuoco, questo è vero, ma se ci fosse stata continuità amministrativa di certo avremmo fatto importanti passi in avanti. La politica in questo momento è a trazione catanese, questo è sotto gli occhi di tutti. Speriamo che l’Università garantisca la qualità e lo sviluppo del Policlinico di Messina».

Una nuova terapia intensiva

Tra i progetti ormai in dirittura d’arrivo c’è la creazione della terapia intensiva post operatoria al terzo piano del padiglione F, proprio dove opera anche Navarra. La sala è pronta, attrezzata, moderna funzionante. Significherebbe che il paziente che necessita di terapia intensiva esce dalla sala operatoria e viene portato nei locali di fronte, semplicemente attraversando un corridoio. «Uno degli ultimi obiettivi che Laganga si era posto era proprio l’apertura di questa nuova terapia intensiva. Se ci pensiamo, sarebbero stati posti utili anche in periodo di coronavirus, quando il Policlinico non aveva posti di terapia intensiva che non fossero riservati ai pazienti Covid. E’ pronta, manca solo il personale infermieristico. Conta cinque posti letto. Funziona persino l’orologio» dice scherzando Navarra. Ma a parte le battute è una speranza che nutre fortemente poiché darebbe ulteriore forza a tutto il blocco operatorio della chirurgia generale e dunque ai pazienti.

La nuova terapia intensiva che attende solo di essere attivata

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