E'appena iniziato lo spoglio delle schede elettorali, ma è già è tempo di pensare ai prossimi passaggi istituzionali. Tra le scadenze eccellenti, quella del mandato di Napolitano
Appena il tempo di chiudere le urne ed iniziare lo spoglio delle schede, e già si guarda al post – elezioni. Conclusa l’affannosa battaglia all’ultimo voto, in attesa del responso che sancirà l’indirizzo politico della prossima diciassettesima legislatura, si inizia già a programmare i prossimi incontri istituzionali.
Prima tappa fondamentale, quella del 15 marzo. Data già prevista dal decreto di scioglimento firmato il 22 dicembre scorso dal Presidente della Repubblica, che segnerà la riunione del primo Parlamento.
Di lì il legislativo appena insediatosi, potrà prepararsi ad attendere ai compiti derivanti dalle successive scadenze. Prima tra tutte, quella del mandato di Giorgio Napolitano, in carica ormai dal 15 maggio 2006. A seguito, infatti, della nomina dei presidenti di Camera e Senato che avverrà il 16 marzo, il Parlamento potrà iniziare a disporsi all’elezione del nuovo capo dello Stato, in seduta comune e con il coinvolgimento dei grandi elettori e dei rappresentanti delle regioni, secondo le indicazioni dell’art. 85 della Costituzione che prevede la convocazione del legislativo 30 giorni prima del termine del mandato del presidente della Repubblica.
Napolitano potrà comunque provvedere, prima del passaggio di consegne al nuovo capo dello Stato, a nominare il presidente del Consiglio dei Ministri e, tramite previe consultazioni, i vari Ministri, affidando così il compito di formare il nuovo governo. Un onere che non dovrebbe risultare particolarmente gravoso qualora dovesse delinearsi una maggioranza numericamente definita ma che potrebbe anche richiedere, in assenza dell’emersione di un polo politico forte, maggiore impegno da parte del Presidente uscente, eventualmente anche attraverso lo strumento di un proprio mandato esplorativo. (Sara Faraci)