Povertà, il Centro d'ascolto Caritas accende un faro nel quartiere "Americano"

Povertà, il Centro d’ascolto Caritas accende un faro nel quartiere “Americano”

Carmelo Caspanello

Povertà, il Centro d’ascolto Caritas accende un faro nel quartiere “Americano”

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domenica 08 Gennaio 2023 - 07:30

Intervista a mons. Mario Di Pietro, parroco della parrocchia di "S. Giacomo Maggiore": "La risposta all'emergenza non può prescindere dal colloquio. Ci avvaliamo di volontari e operatori professionali. Ecco come interveniamo"

di Carmelo Caspanello
MESSINA – Persone senza lavoro, non più nelle condizioni di sostentare la famiglia, di garantire alla stessa le necessarie cure sanitarie. E non solo. La dignità è l’altra faccia della stessa medaglia, quella che sempre più rischia di venir meno tra uomini e donne che vivono varie emergenze (compresa quella abitativa) bisognosi di punti di riferimento concreti, in grado di aiutarli, per non finire nel baratro. Sempre più famiglie, sempre più con minori, che sempre più fanno fatica ad uscire dalla situazione di povertà e di miseria. Il famoso ascensore sociale sembra non funzionare più.
Non bisogna andare nelle periferie di Messina per avere un quadro della situazione chiaro sulle criticità, amplificate dalla crisi economica, che non ha risparmiato l’economia locale. Tra i tanti che chiedono aiuto c’è chi, attraverso i Centri di ascolto, cerca di dare risposte, con i fatti, in base alle reali necessità. Siamo andati a vedere come funzionano e cosa offrono. L’ultimo Centro, Caritas, è stato aperto nel quartiere Americano, detto anche Lombardo, poco oltre il viale Europa, direzione sud. E’ il territorio in cui si raccolse la città dopo il terremoto del 1908, dove sorsero le prime abitazioni post-sisma, le scuole. La parrocchia, dedicata a S. Giacomo Maggiore, è sempre stata un faro. E continua ad esserlo con il suo pastore, mons. Mario Di Pietro, il parroco, che nei giorni scorsi ha benedetto la nuova sede del Centro di ascolto della Caritas parrocchiale “Santi Angeli”, che si affaccia su via Napoli.
Mons. Di Pietro, cos’è la Caritas per una parrocchia, per la sua parrocchia?
“La Caritas è dimensione essenziale della vita ecclesiale. Riconoscerle solo un ruolo assistenziale, sarebbe riduttivo rispetto alla vocazione sua propria. La Caritas è innanzitutto una via educativa ed un’opera pedagogica. La ricerca di modalità e criteri di valutazione esige l’aggancio alla rete sociale, alle altre strutture e, soprattutto, alla Caritas Diocesana”.
L’obiettivo principale?
“Primo intento della Caritas parrocchiale è capire i veri bisogni della gente che vi si approccia. Di fronte a quelle persone che non hanno un lavoro e devono sostenere una famiglia, quale deve essere il comportamento degli operatori Caritas? Quali criteri applicare? Come porsi dinanzi a chi chiede con insistenza? La risposta a tali interrogativi non può prescindere da un colloquio per poter conoscere le situazioni personali e familiari, per una identificazione delle reali condizioni del richiedente e la comprensione dei suoi veri bisogni. L’identificazione deve accompagnarsi all’analisi delle motivazioni che hanno determinato la richiesta. La ‘Caritas Santi Angeli’ della parrocchia San Giacomo Maggiore è stata istituzionalizzata il 3 settembre 2018 e ufficialmente collegata alla Caritas Diocesana. Si avvale di operatori volontari e di figure professionali – medico, avvocato, pediatra, psicologa – che,  con le loro specifiche competenze, si rendono disponibili ad intervenire”.
Quali sono le richieste alle quali siete chiamati a dare risposte?
“Le richieste di intervento e assistenza riguardano particolarmente il sostentamento ma anche gli ambiti medico, sociale, psicologico, legale. Non meno frequenti gli ambiti morale e spirituale. Le modalità di aiuto relativamente alla domanda di supporto economico e alimentare vanno dai buoni spesa alla distribuzione di generi di prima necessità. I nostri operatori Caritas, la cui età media è intorno ai cinquanta anni, si formano e perfezionano nel servizio partecipando ai relativi corsi promossi dalla Caritas diocesana”.
C’è un giorno preciso in cui le persone possono venire per esporre le proprie necessità?
“Attualmente il centro di ascolto è attivo ogni lunedì, nelle ore vespertine. È un servizio assai impegnativo quello del centro d’ascolto. Non è facile ascoltare necessità, esigenze, richieste, spesso variegate, di chi è nel bisogno. Non si tratta soltanto di sentire quanto viene narrato, ma di ascoltare e valutare con attenzione e lungimiranza. Senza giudicare. Il vescovo don Tonino Bello ripeteva che per vedere il nuovo volto della povertà occorra pregare così: “Donaci occhi nuovi, Signore”. Con questi ‘occhi nuovi’ dobbiamo poter compiere un’opera di accoglienza, ascolto, comprensione, condivisione, accompagnamento, gratuità. Tutto al fine di custodire e restituire dignità, nella carità”.

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