Pagamenti non puntuali e mancata applicazione delle norme vigenti sulla stabilizzazione: in 5600 incrociano le braccia in tutta la Sicilia
S. TERESA – I lavoratori Asu tornano ad incrociare le braccia. Si asterranno dal lavoro, da inizio a fine turno, per quattro giorni, a partire da domani (martedì 9 aprile). Con le immaginabili conseguenze negli enti in cui sono impiegati: Comuni, Aziende sanitarie, ospedali, enti del privato sociale.
E’ la seconda azione di sciopero a livello regionale, che coinvolge complessivamente 5mila e 600 precari. La prima si era svolta a partire dallo scorso 26 febbraio, per tre giorni. Diversi i sit-in, in quella occasione. A Casalvecchio Siculo e, l’ultimo giorno, a S. Teresa di Riva. Sembrava che qualcosa si muovesse. “Ma a seguito dei tre giorni di sciopero precedenti – spiegano i lavoratori – non è scaturita alcuna azione tendente alla risoluzione della vertenza”.
Le motivazioni della protesta sono quelle elencate in occasione dell’indizione dello stato d’agitazione lo scorso 26 gennaio, a partire dai sistemi di pagamento degli assegni di utilizzazione insicuri e non puntuali da parte dell’assessorato al Lavoro. E poi la mancata applicazione delle norme vigenti da parte dello stesso assessorato e la mancata stabilizzazione, come prevista dalle leggi in vigore.