L'obiettivo è "trovare soluzioni alla propria situazione lavorativa". Previsti incontri con rappresentanti istituzionali
MESSINA – I lavoratori impegnati nell’emergenza Covid-19 di Messina e provincia si sono riuniti presso il Salone delle Bandiere del Comune di Messina per costituirsi in Comitato. La decisione si è resa necessaria per difendere e tutelare le professionalità che si sono spese durante il lungo periodo dell’emergenza “in prima fila” senza però, per vari motivi “tecnici”, essere ammessi alle garanzie che una legge ad hoc ha invece previsto per altre figure, mediche “e non”, alle quali sarà consentita una stabilizzazione in un sistema sanitario territoriale che oggi palesa oggettive difficoltà nel riscontrare adeguatamente le esigenze del territorio. “Tante” le categorie interessate e “rimaste fuori” dalla tutela di legge: collaboratori e assistenti amministrativi, assistenti tecnici informatici, informatici, educatori, tecnici della prevenzione, ingegneri, assistenti sociali e protezione civile. Professionalità ormai “integrate” nella macchina amministrativa e sanitaria che tuttavia, il 31 dicembre prossimo, con la scadenza del contratto, dovrebbero lasciare definitivamente l’impiego dopo quasi due anni di sacrifici.
“Un provvedimento discriminatorio…”
Nella convinzione che tale provvedimento, oltre che evidentemente discriminatorio, non sia nell’interesse di nessuno e soprattutto della collettività, i lavoratori si sono organizzati forti dei “numeri” di un impegno che si è concretizzato con un’assistenza costante e continua, sia per le vaccinazioni Covid, che per altri tipi di vaccini (Le), ottenendo anche risultati davvero inaspettati e risolvendo nel contempo problematiche tecniche, logistiche, assistenziali e sociali relative o comunque connesse a questi servizi. Tra tutti il gran lavoro di sensibilizzazione che sta portando risultati finalmente “in linea” con le altre regioni d’Italia con prenotazioni che arrivano sino al mese di marzo 2023, un percorso che potrebbe interrompersi senza un atto preciso del governo regionale appena insediato. Il Comitato precari emergenza Covid di Messina, con la propria costituzione, ha quindi deciso di accompagnare lo sforzo di tanti attori politici, sindacali e sociali che vedono nello smantellamento totale di una organizzazione ormai rodata, il pericolo di un grave passo indietro. È un problema “siciliano”, si tratta di quasi 3000 persone integrate e consolidate che vengono espulse nel momento di massimo sforzo, un frangente in cui, infatti, la Pubblica amministrazione deve affrontare un’altra sfida importante, quella dei fondi Pnrr.
“Creata una rete interprovinciale”
Il Comitato ha quindi già avviato contatti con altre analoghe realtà provinciali siciliane e sono in elaborazione proposte “concrete”, capaci di superare il vaglio della stringente legislazione regionale e nazionale, da portare, nei prossimi giorni, all’attenzione del governo nazionale, di quello regionale, dell’intera deputazione messinese e del neoassessore regionale alla Salute d.ssa Giovanna Volo. “Non resteremo in silenzio – concludono i componenti del Comitato – chiediamo il massimo supporto di tutta la classe politica e dei cittadini, Noi vogliamo continuare a lavorare e renderci utili per la nostra comunità contribuendo a migliorare la “sanità” e rendendola sempre più vicina alla persona, così come abbiamo fatto in questi ultimi 19 mesi”.
Perché il giornalista scrive ” Precari covid discriminati”? Forse avevano un contratto a tempo indeterminato? Per essere assunti a tempo indeterminato nel pubblico impiego, bisogna superare un concorso pubblico.
Invece, impedire di lavorare normalmente a tanti medici e infermieri che hanno scelto legittimamente di far valere i propri diritti umani e costituzionali non accettando il ricatto vaccinale… non e’ discriminatorio e giuridicamente aberrante ?