Pubblichiamo di seguito alcune precisazioni riguardanti l’articolo su alcuni interventi nel villaggio di Ponte Schiavo
Si fa presente che l’articolo pubblicato oggi dal Vostro quotidiano avente il titolo “A Ponte Schiavo iniziano i lavori di ultimazione della piazzetta” presenta alcune inesattezze che è necessario rettificare. Anzitutto i lavori di cui si parla nell’articolo non riguardano la “piazzetta” del villaggio bensì sono relativi ad una villa (che appare anche nella foto) che si sta realizzando a Ponte Schiavo, in un’area che prima era occupata da un campo di calcio, mentre la “piazzetta” del villaggio si trova in un’area adiacente alla “villa” di cui si parla nell’articolo.
E’ bene chiarire che è la “piazzetta” (già realizzata e completata da parecchi mesi) l’opera di riqualificazione che è stata realizzata su proposta del Comitato Uniti per Ponte Schiavo ed è stata finanziata dalla Protezione Civile Regionale, nell’ambito dei lavori di messa in sicurezza del vicino vallone Canne. (La piazzetta era stata divelta per la necessità di realizzare sotto un canalone di raccolta delle acque ed in sede di ripristino è stata su nostra proposta, riqualificata ed allargata).
Inoltre nell’articolo si scrive che “uno dei centri colpiti dalle calamità franose, già beneficia di un primo spazio accanto alla chiesa, grazie alle donazioni del Fai….” Si fa presente che il Fai ha contribuito all’allestimento dell’arredo della piazzetta con la donazione di tre fioriere, un cestino portarifiuti ed una panchina ma l’area è stata ricostruita grazie al finanziamento della Protezione civile regionale.
Invece la “villa” di cui all’articolo, oggetto del protocollo tra il sindaco ed il Presidente della Provincia, non è stata realizzata per effetto del volere del Comitato Uniti per Ponte Schiavo e dal suo presidente Dario Restuccia (come scritto erroneamente nell’articolo) posto che , al contrario, il Comitato suddetto aveva presentato mesi prima dell’ufficializzazione del Protocollo una petizione firmata da duecento cittadini per salvaguardare e sistemare il campo di calcio a 7 esistente. Da ciò si evince che il suddetto campo, dunque, non era “inutilizzato” poiché lo stesso rappresentava una memoria storica del villaggio, con la conseguente richiesta di sistemazione del campo in tempi non sospetti ,quando ancora non si era a conoscenza del progetto della villa in questione.
Cordiali Saluti
Il Comitato “Uniti per Ponte Schiavo”