Dal reddito di cittadinanza abolito ai problemi strutturali sociali ed economici, manca una visione di sviluppo e riscatto
MESSINA – L’abolizione del reddito di cittadinanza senza porsi il problema dell’assenza di lavoro. L’autonomia differenziata con tutti i suoi nodi critici. Le incertezze e il ridimensionamento attorno al Pnrr e ai Fondi di svilupp e coesione. Tagli e poche idee. Qual è il progetto per il sud, a parte il tema ponte sullo Stretto, del centrodestra al governo? La guerra ai poveri dichiarata sin dalla campagna elettorale dalla presidente del Consiglio Meloni? Guerra portata a compimento e dando il via libera agli imprenditori e piccoli “padroni” senza scrupoli per sfruttare chi ha bisogno. Senza reddito di cittadinanza, chi è poco professionale e disposto a tutto, pur di accapararsi forza lavoro a basso costo, avrà un’arma in più.
Si tolgono i sussidi e rimangono i problemi sociali ed economici strutturali
Senza aver modificato il mercato del lavoro e rivitalizzato l’economia, cosa che potrà avvenire dopo anni di seria programmazione, si toglie ogni forma di sussidio ai tanti cosiddetti occupabili e si acuisce il disagio sociale. Non si può nemmeno parlare d’emergenza perché si tratta di elementi critici strutturali della società meridionale e italiana. Falle di un Titanic sociale ed economico dalle radici antiche.
L’assenza di un modello di sviluppo, la difficoltà a creare un’occupazione degna di questo nome, le scelte di fondo in termini di Stato sociale, dalla sanità alla scuola pubblica: si naviga a vista. E questo non assolve dalle loro responsabilità nemmeno il centrosinistra e i vari governi tecnici che si sono succeduti negli anni. Nel frattempo, rimangono i voti e poco altro. I tanti consensi dati sempre al centrodestra in terre che rimangono marginali. Marginali anche per le responsabilità di classi dirigenti inadeguate. E non solo a destra.
Manca una visione su come creare lavoro mentre la questione sociale rimane sullo sfondo
Lo ribadiamo: servirebbe una visione su come creare occupazione, come garantire in tempi certi infrastrutture e servizi degni di realtà civili e come superare nel più breve tempo possibile le distanze oggi incolmabili tra nord e sud. Ambiente e giustizia sociale; periferie e lotta alle diseguaglianze, alle mafie e a una burocrazia che paralizza; strade, ferrovie e aeroporti; acqua e sanità pubbliche; investimenti produttivi nei territori e innovazione tecnologica: alla politica, ai partiti, al centrodestra al governo e alla sinistra che ancora non c’è, spetta elaborare progetti, fare sintesi e trovare soluzioni per un presente e un futuro non più da retrovie dell’impero.
Non c’è più tempo da perdere, mentre l’opportunità del Pnrr colmerà solo in minima parte la distanza sud-nord. Altrimenti, si continuerà a sognare di un ruolo chiave di Messina e della Sicilia nel Mediterraneo e di un nuovo sviluppo economico, e di un nuovo ruolo del Meridione da Napoli in giù, mentre anche l’ultimo treno passerà. E il Mediterraneo, per colpa di una politica miope e spesso disumana, rimarrà un cimitero di vite annegate e non un volano di rinascita per siciliani e cittadini di tutto il mondo.
Tutto giustissimo! Un articolo che analizza i fatti e trae le logiche conclusioni in modo indipendente da appartenenze partitiche. Complimenti!!
Come sempre Marco Olivieri sviluppa un’analisi lucida e critica della tragica situazione del Meridione, ormai alla mercè di una classe politica inadeguata, impreparata, ma soprattutto in mala fede. L’autonomia differenziata peggiorerà ulteriormente la situazione acuendo l’arretratezza del Sud, mentre il falso abbaglio del ponte rischia di sconvolgere pesantemente popolazione e territorio messinesi.
Bravo Marco Olivieri!
Io vorrei tanto capire cosa ha fatto questa destra per meritare il seguito che ha.
Giuro che a mente fredda e scevro da qualunque pregiudizio, non riesco proprio a comprenderlo.
La sola ragione può essere quella della politica del ping pong, non da intendersi alla maniera di Kissinger ma piuttosto come una forma di smarrimento elettorale che fa rimbalzare i voti in modo insensato ed isterico.
Il RDC abolito può essere solo in parte sostituito dal lavoro che però sarà in nero qui al sud.
Questo vuol dire che chi lo offre giocherà come ha sempre fatto al ribasso senza limiti e senza regole sprofondandoci ancora di più nella disperazione e nel ricatto. Ricordo inoltre che il lavoro in nero devasta le politiche pensionistiche e rafforza il potere di imporre salari da fame e nessun diritto.
Ma con 200 miliardi stimati di evasione fiscale e la corruzione incontrastata che abbiamo, davvero si può pensare che sia quello il problema che frena la crescita?
Davvero si può ridurre tutto al “non hanno voglia di lavorare” o comunque solo a quello?
…BENE !!! analisi condivisibile, ma mi permetto di fare una considerazione, che vado spendendo da tempo, incompreso ! le RIFORME sono le FIGLIE degli errori commessi nei decenni precedenti, ovvero dell’incapacità di gestire fenomeni che si sviluppano sotto gli occhi di tutti e che nessuno vuole affrontare, riempendosi la bocca di paroloni sulle riforme necessarie … poi magari succede che le riforme in qualche modo uno o più governi le facciano, e magari succede che siano peggiorative della situazione preesistente … ridurre il discorso di Marco alla constatazione della pessima situazione in cui si trova Messina, sarebbe riduttivo ed anche offensivo … però, guardiamoci intorno ! da dove volete cominciare ???
…..che PROBLEMI ..il PONTE FARA’ QUESTO MIRACOLO ..
Ma perché il nostro caro Sud premia sempre una classe politica che ci mantiene costantemente nel sottosviluppo? Una spiegazione teorica sta nel fatto che nel Sud Italia la poltica non opera indirizzando il sistema verso gli investimenti e lo sviluppo bensì esclusivamente verso la ricerca del consenso con una pratica semplicemente distributiva. Da noi non ci sono “diritti e doveri” ma “favori e scambi”. Quando i siciliani vanno a votare pensano sempre a chi offre loro qualcosa in cambio, non pensano affatto agli interessi generali della Sicilia. Ecco perché da noi rispetto alle grandi risorse che entrano non si crea occupazione. Tutto ciò non fa che alimentare il bisogno e la precarietà. In questo contesto socio-economico, si infiltra la criminalità organizzata che trova il terreno adatto alle proprie capacità espansive. Oggi la politica non è più credibile e la gente se ne allontona. La poltica quella vera per ritornare ad essere credibile va esercitata al servizio dei cittadini sotto forma di “volontariato” con l’abolizione di tutti privilegi. Non è possibile continuare a vivere di politica, non è tollerabile vedere gente che da decenni vive con la poltica. Fin quando una nuova generazione non cambierà le cose saremo condannati all’emarginazione e al sottosviluppo. Quando un nuovo ordine comincerà ad investire nell’istruzione allora il Paese cambierà, non prima di allora.
Meloni vuole essere padrona di tutto, come dimostrano le sue radici politiche fasciste.
Speriamo che alle prossime elezioni i cittadini capiscano chi votare. Non credete ai finti amici servi dei partiti che fanno solo i propri interessi.
Ricordatevi gli interessi fatti pagare, il caro spesa, il caro bollette e infine il rischio di una guerra. Mentre loro pensano a farsi una modesta casa da 1.200.000 di euro.
Grazie Marco per la tua lucida analisi.
Ci vuole coraggio ad affermare che le responsabilità dei problemi del Sud (e di Messina ovviamente) sono della Meloni…o più in generale dell’attuale governo. Come anche dire che l’abolizione del reddito di cittadinanza crea “disparità sociale”. La situazione, indipendente dal tipo di governo, non cambierà mai (soprattutto a Messina); alla base dei problemi della città c’è l’assoluta mancanza di civiltà e amor proprio verso il bene comune collettivo. Messina é destinata ad un lento ma inesorabile declino sempre più ovvio e coerente con quello che é il contesto dei suoi “cittadini”. Ai messinesi manca la più totale educazione e senso civico di base, pertanto come si può parlare di progresso e sviluppo se a questa gente manca l’ABC!!! Però, l’importante é lamentarsi e “piangere” che la colpa é del governo Meloni e l’abolizione del reddito di cittadinanza corrisposto a tutti quei “soggetti” per starsene comodamente a casa sul divano a non far nulla. Mi viene da aggiungere un’altra cosa: mai con i governi passati le cose funzionavano? Meditate gente, meditate!
DOVE SONO LE PROMESSE DELLA MELONI? Ci ha preso in giro quando è venuta a VISITARE IL MERCATO VASCONE E NOI COME TANTE PECORE LE ABBIAMO CREDUTO: QUESTO è IL RISULTATO.
Ma guarda, qualcuno comincia ad aprire gli occhi e le orecchie, meglio tardi che mai.
Manca il lavoro o la voglia di lavorare ?
Analisi lucidissima, Direttore.
Ci sarebbe da capire per quali ragioni prendono la maggioranza relativa dei voti, e per quali ragioni la Sicilia è da sempre una roccaforte del centrodestra, ma questi sono altri temi.
Fondamentale: è corretto ciò che è scritto nell’articolo, ma non è che con il centro sinistra la Sicilia abbia avuto di meglio.