Tomasello annuncia che l’amministrazione «varerà apposite misure utili per fronteggiare esborsi che potrebbero avere influenze negative sulla programmazione finanziaria dell’Ateneo»
La situazione finanziaria dell’Ateneo peloritano preoccupa il rettore Francesco Tomasello. Che ha due crucci in particolare, entrambi esternati nel corso dell’ultima seduta del Senato accademico, alla presenza del direttore amministrativo Pino Cardile: uno riguardante i tagli previsti per il fondo di finanziamento ordinario (FFO );e l’altro relativo ai «vecchi contenziosi – si legge testualmente in un comunicato – che hanno visto l’Ateneo soccombente e sui quali l’amministrazione, anche in questi giorni, è costretta a sopportare un peso eccessivo e intollerabile». In totale, sono tre milioni e mezzo di euro che in questi anni hanno «falcidiato i bilanci». Questa situazione è stata da Tomasello definita una «“mina vagante”, per bloccare la quale, nei prossimi giorni, d’accordo con l’amministrazione, verranno varate apposite misure utili per fronteggiare esborsi che potrebbero avere influenze negative sulla programmazione finanziaria dell’Ateneo».
Non solo “economia di cassa”, però, nel corso della riunione del Senato accademico, che ha affrontato anche altri argomenti, quali ad esempio: valutazione quinquennale della ricerca; finanziamenti per dottorandi e assegni di ricerca e per ricercatori a tempo determinato:.
Durante la seduta si è poi parlato del lavoro dei gruppi di ricerca dell’Ateneo nelle diverse misure del PON e degli altri bandi sui fondi europei.
Il Rettore ha, a tal proposito, annunciato che l’Università destinerà risorse alla ricerca in area umanistica, previa una più accurata valutazione dei suoi prodotti, affidata ad una Commissione del Senato. L’ l’Ateneo, attraverso i suoi Dipartimenti, ha già sviluppato e sta sviluppando molti e complessi Progetti pronti per essere presentati per le diverse scadenze previste.
Si è poi discusso della prossima pubblicazione del bando per la Valutazione Quinquennale della Ricerca (VQR) che comporterà, per il periodo 2004-2010, un rigoroso esame e un punteggio per i singoli docenti oltre che per i Dipartimenti e l’Ateneo nel suo complesso. I dati saranno resi pubblici. Tomasello – come in altre occasioni – ha lanciato un monito a coloro i quali non hanno prodotto scientificamente in modo adeguato in questi ultimi sei anni, invitandoli espressamente ad «una riflessione attenta, ancor più se a fine carriera, considerato il blocco degli stipendi fino al 2013».Si è poi parlato della strategia da attuare per i dottorati e gli assegni di ricerca oltre che per ricercatori a tempo determinato. E’ stato riaffermato che bisogna continuare a cercare finanziamenti esterni. «Pur nella consapevolezza che si potrà anche ridurre il numero dei posti disponibili, è stato ribadito che non si rinuncerà a quella che è stata la linea strategica dell’Ateneo, che ha curato i giovani talenti in questi anni con il bando di circa 350 posti per ricercatore ed ha ridimensionato il noto problema della fuga dei cervelli, oggetto di tanti dibattiti nazionali».
Anche i rappresentanti degli studenti in Senato accademico e Consiglio d’amministrazione hanno voluto far sentire la loro “voce”, attraverso un documento che vi proponiamo di seguito.
«Con l’apertura delle iscrizioni per l’anno accademico 2011 – 2012 – si legge testualmente – ha inizio una nuova fase della storia del nostro ateneo ricca di importanti trasformazioni, che l’ Università di Messina sta affrontando con ambizione e consapevolezza, nell’intento di proiettare nell’immediato futuro la storia ed il prestigio di questa istituzione. L’investimento sistematico e mirato nel settore della ricerca scientifica ed il perfezionamento continuo dell’attività didattica, che ha prodotto il recente aumento del 33% del numero degli studenti laureati in corso, consentono al nostro ateneo di mantenersi su elevati standard di competitività ed efficienza. I rappresentanti degli studenti rivendicano con orgoglio l’importante ruolo avuto all’inteno di tali processi, e l’appartenenza ad una istituzione che sviluppa percorsi formativi in tutti gli ambiti della conoscenza. L’ equilibrio tra i principali settori disciplinari, sia umanistici che tecnico-scientifici, rappresenta uno dei fondamentali punti di forza di una realtà accademica che sta dimostrando la capacità di proiettarsi nel futuro. L’ Ateneo continua a rappresentare un’insostituibile opportunità di formazione e di crescita intellettuale e professionale per migliaia di giovani, costituendo un importante fattore di sviluppo per il territorio. Un ulteriore motivo di soddisfazione – concludono gli studenti – è rappresentato dalla definizione di un esercizio di bilancio che non ha previsto alcun aggravio della contribuzione studentesca in un quadro che vede la drastica riduzione delle risorse ministeriali destinate all’Università». (DLT)
I contenziosi nei quali l’Università è risultata soccombente sono segno evidente di errori,abusi o malgestione delle risorse e delle scadenze.E’ evidente che,perchè un tribunale condanni l’Università a pagare il quantum di un contenzioso,a carico della stessa sono emersi elementi che ne hanno provato la responsabilità e la conseguente condanna.L’unico provvedimento che l’ateneo può praticare per evitare contenziosi ulteriori ed ulteriori esborsi è quello di pagare il dovuto quando dovuto!!!
oppure anche nei confronti dell’universita si configura un atteggiamento di persecuzione giudiziaria oggi tanto di moda?.