Confcommercio sostiene la battaglia degli avvocati in difesa della Corte d'Appello

Confcommercio sostiene la battaglia degli avvocati in difesa della Corte d’Appello

Confcommercio sostiene la battaglia degli avvocati in difesa della Corte d’Appello

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lunedì 11 Maggio 2015 - 07:46

Il presidente Carmelo Picciotto auspica che la soluzione trovata per la Camera di Commercio possa essere applicata anche per altri enti statali che rischiano di andare via da Messina, a partire dalla Corte d'Appello

“Autorità Portuale, Camera di Commercio, Banca d’Italia e adesso la Corte d’Appello. Messina si appresta a subire l’ennesimo scippo a vantaggio di altre realtà siciliane che, al contrario, continuano a mantenere importanti presìdi dello Stato e, in alcune circostanze, rafforzano le posizione già esistenti”. Il presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto, ricorda che “se è vero che la nostra resistenza porterà a mantenimento della Camera di Commercio nella città dello Stretto, allora è fin troppo evidente che è passato un principio fondamentale: una città metropolitana perché sia tale, non può esistere senza i tradizionali uffici dello Stato. I presìdi dello Stato garantiscono ad un comunità ampia come quella di Messina, i servizi imprescindibili di cui la popolazione ha bisogno, senza doversi sobbarcare ulteriori oneri. Il discorso vale per tutti indistintamente, anche per i professionisti, come nel caso degli avvocati costretti ad emigrare altrove se passerà questo assurdo progetto”.

Picciotto raccoglie l’invito del presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina, Vincenzo Ciraolo, a sostenere la battaglia in difesa della Corte d’Appello di Messina. “Impensabile che Caltanissetta, guarda caso, una piccola comunità possa avere la Corte d’Appello, e Messina no – conclude il presidente di Confcommercio – . Ritengo che debba passare il principio da noi sostenuto e diventato un emendamento alla legge sul riordino delle Camere di Commercio in Italia, e che prevede la necessità imprescindibile di avere la sede dell’Ente camerale nelle città metropolitane. Lo stesso principio deve valere per la Banca d’Italia, l’Autorità portuale e la Corte d’Appello”.

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