La Riforma sull'Autorità Portuale manca di strategia e chiarezza. A dirlo è il sindaco Giovanni Formica che continua a respingere l’ipotesi che Milazzo debba essere legato ai porti della Calabria e si dichiara pronto a presentare ricorso al Tar contro il provvedimento del governo.
Formica pronto a ricorrere al Tar per contrastare la Riforma delle Autorità Portuali. Una presa di posizione, la sua, che respinge con fermezza l’ipotesi che Milazzo debba essere legato ai porti calabresi rivendicando, al tempo stesso, il diritto ad un coinvolgimento che, stando a quanto dichiarato dal primo cittadino milazzese, fino ad ora è stato del tutto assente.
“Il mancato coinvolgimento della regione e dei territori –Dichiara Formica– ha portato il governo a definire una riforma che sembra trovare la propria ragione nel solo contenimento dei costi. Così si perde l'opportunità di discutere di portualità e soprattutto di fissare strategie ed obiettivi per fare crescere i nostri territori. L’inserimento del porto di Milazzo insieme a quello di Messina, in questa nuova Autorità –prosegue- è in contrasto con le peculiarità e la storia stessa della struttura portuale mamertina che, nel tempo, si è caratterizzata per la significativa movimentazione di passeggeri, legata al rapporto con le vicine Isole Eolie e per i traffici commerciale ed industriale connessi alla presenza, sul territorio, delle industrie pesanti. Non c’è relazione tra l’area dello Stretto ed il nostro territorio”.
Una mancanza di strategia e pianificazione, secondo quando dichiarato dal primo cittadino milazzese, che si teme possa rendere il porto di Milazzo nulla più di un semplice porto ausiliario: “Mi auguro –prosegue Formica- che nessuno stia pensando di potere utilizzare il nostro porto come una specie di cassa alla quale attingere per risolvere i problemi di altri bacini che non funzionano o che di Milazzo servano i numeri per aumentare il budget. Non accetteremo mai di vedere sfumare il progetto del grande porto che la città riconosce come una delle maggiori opportunità di sviluppo del territorio. Pertanto –aggiunge- il governo nazionale ci chiarisca quale ruolo ha immaginato per il porto di Milazzo, cosa esso dovrebbe essere in questo nuovo quadro della portualità. In maniera chiara e definita. Vogliamo sapere se sono saranno previsti investimenti per l'allargamento verso Giammoro, quali siano le prospettive per la portualità turistica e, soprattutto, ci piacerebbe conoscere i tempi di realizzazione degli obiettivi”.
Una situazione ancora non definita, dunque. Quali saranno le sorti del porto di Milazzo? Il primo cittadino del comune mamertino ha le idee chiare e ribadisce il proprio desiderio che esso resti un porto siciliano. Troverà esito positivo la sua battaglia?
Salvatore Di Trapani