Presunti brogli alle Comunali reggine, silenzio tombale di tutti gli arrestati: Castorina, gli altri 4 ai domiciliari e Covani non rispondono al gip
“Si sono avvalsi”. Tutti i destinatari delle misure cautelari scattate col secondo troncone dell’inchiesta sui presunti brogli elettorali e i “morti votanti” alle Comunali di Reggio Calabria del settembre scorso si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: hanno optato per il silenzio davanti al giudice per le indagini preliminari Stefania Rachele sia il consigliere comunale ed ex consigliere metropolitano delegato Nino Castorina (per il quale però è stata depositata una memoria difensiva), sia gli altri soggetti posti ai domiciliari – lo zio acquisito di Castorina Giuseppe Saraceno, Simone D’Ascola, Francesco Laganà e Antonio Morelli – sia l’ex responsabile dell’Ufficio elettorale del Comune Antonino Covani, destinatario della sospensione dai pubblici uffici.
In una nota diffusa alla stampa, gli avvocati Natale Polimeni e Francesco Calabrese – che compongono
il collegio difensivo di Castorina –
rimarcano che la scelta d’avvalersi della facoltà di non rispondere da parte
del loro assistito «non può e non deve
leggersi negativamente, quale sottrazione del Castorina all’accertamento della
verità; anzi, al contrario», soprattutto perché Nino Castorina in atto si troverebbe «nell’assurda posizione di
dover rispondere a domande inerenti fatti d’indagine dallo stesso non
conosciuti e conoscibili».
Questo in quanto fin qui il materiale d’indagine è reso noto «in maniera come
minimo parcellizzata, frazionata, a singhiozzi», lamentano i due penalisti. Di
qui la precisazione dell’indagato che «gli
sarà possibile – e sarà suo primario interesse – contribuire all’accertamento
della verità storica e processuale solo nel momento in cui sarà cristallizzata
la discovery processuale», fanno
sapere Calabrese e Polimeni.