Presunti brogli alle Comunali reggine, silenzio tombale di tutti gli arrestati

Presunti brogli alle Comunali reggine, silenzio tombale di tutti gli arrestati

Mario Meliado

Presunti brogli alle Comunali reggine, silenzio tombale di tutti gli arrestati

martedì 09 Marzo 2021 - 19:36

Presunti brogli alle Comunali reggine, silenzio tombale di tutti gli arrestati: Castorina, gli altri 4 ai domiciliari e Covani non rispondono al gip

“Si sono avvalsi”. Tutti i destinatari delle misure cautelari scattate col secondo troncone dell’inchiesta sui presunti brogli elettorali e i “morti votanti” alle Comunali di Reggio Calabria del settembre scorso si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: hanno optato per il silenzio davanti al giudice per le indagini preliminari Stefania Rachele sia il consigliere comunale ed ex consigliere metropolitano delegato Nino Castorina (per il quale però è stata depositata una memoria difensiva), sia gli altri soggetti posti ai domiciliari – lo zio acquisito di Castorina Giuseppe Saraceno, Simone D’Ascola, Francesco Laganà e Antonio Morelli – sia l’ex responsabile dell’Ufficio elettorale del Comune Antonino Covani, destinatario della sospensione dai pubblici uffici.

Antonino Castorina, già consigliere comunale
e metropolitano di Reggio Calabria

In una nota diffusa alla stampa, gli avvocati Natale Polimeni e Francesco Calabrese – che compongono il collegio difensivo di Castorina – rimarcano che la scelta d’avvalersi della facoltà di non rispondere da parte del loro assistito «non può e non deve leggersi negativamente, quale sottrazione del Castorina all’accertamento della verità; anzi, al contrario», soprattutto perché Nino Castorina in atto si troverebbe «nell’assurda posizione di dover rispondere a domande inerenti fatti d’indagine dallo stesso non conosciuti e conoscibili».
Questo in quanto fin qui il materiale d’indagine è reso noto «in maniera come minimo parcellizzata, frazionata, a singhiozzi», lamentano i due penalisti. Di qui la precisazione dell’indagato che «gli sarà possibile – e sarà suo primario interesse – contribuire all’accertamento della verità storica e processuale solo nel momento in cui sarà cristallizzata la discovery processuale», fanno sapere Calabrese e Polimeni.

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