La riflessione sulla querelle sulle aperture domenicali e nei festivi dei negozi
La riflessione dell’ex presidente del Consiglio comunale Pippo Previti in merito al dibattito in corso sulle aperture dei negozi nei giorni festivi.
Il prossimo primo maggio ricorre l’annuale “Festa del Lavoro”. Giornata dedicata al mondo del lavoro, alla sua mancanza, alle sue disuguaglianze, alla precarietà, alla fatica, ai suoi abusi e soprusi e alle sue vittime. Quattro in questa ultima settimana, duecento nei primi quattro mesi dell’anno.
La festa trae origine da una manifestazione organizzata a New York il 5 Settembre 1882 dai Knights of Labor (ordine dei Cavalieri del Lavoro), per chiedere la riduzione delle ore lavorative ad otto (sic!). Successivamente organizzazioni sindacali che componevano l’internazionale dei lavoratori indicano cone data della festività il primo maggio. I successivi eventi avvenuti a Chicago nel 1886 e noti come la rivolta di Haymarket, dove vi furono morti tra operai e forze dell’ordine, consacrò definitivamente quella data e, successivamente a Parigi nel 1889 divenne la data ufficiale della festa del lavoro, celebrata oggi in moltissimi Paesi del mondo. Con il significato attuale di giornata di riflessione sul mondo del lavoro. In tutte le sue declinazioni e sfaccettature.
Ciononostante sa da un lato si sono, man mano, registrati grandi passi in avanti sulle tutele e sulle condizioni di salubrità e sicurezza nell’ambiente di lavoro, si registra, da oltre un decennio, un lento ma inesorabile deterioramento del tempo lavorativo con un ritorno ad un triste passato, financo alla riduzione e/o eliminazione di alcune conquiste dei lavoratori e sindacati.
Oggi si lavoro, soprattutto nel privato, ma spesso anche nel pubblico impiego, più di otto ore al giorno.
I grandi centri di distribuzione, non solo alimentare, ormai lavorano non stop, (in alcune nazioni anche h24), persino il primo maggio. Fino ad arrivare al paradosso che una coppia che oggi presta la propria attività in questi centri, difficilmente riesce a stare una giornata insieme. Se poi si pensa che anche nelle giornate un tempo dedicate al meritato riposo, oggi non rappresentano più nulla, solo una scritta rossa nel calendario.
Tranne qualche rara eccezione (Pasqua e Natale e non per tutti) si lavora sempre. E se non si è costretti a lavorare per una intera giornata, la mezza è praticamente obbligatoria.
Sociologi, educatori ed economisti, da tempo ormai discutano dell’opportunità e dell’utilità di questo modo nuovo di lavorare. Anche il guadagno, in questi giorni festivi, per l’imprenditore è minimale rispetto anche ai salari, comprensivi dell’indennità festiva, che vanno elargiti ai dipendenti.
Ma in compenso moltissime famiglie vanno in crisi e altrettante non si formano (quasi del tutto eliminato lo spazio/tempo privato del lavoratore).
Da tempo anche alcune forze politiche e sindacali contestano l’apertura festiva dei negozi, compresa la possibilità di vendere on line negli stessi giorni. Le soluzioni esistono e vanno perseguite fino in fondo. Se nei giorni festivi al proprietario del negozio/centro commerciale, etc. viene meno un po’ di guadagno, credo che riuscirà ad arrivare lo stesso a fine mese. Ma avrà dato un po’ più di tempo a quelle famiglie. Un figlio potrà stare un po’ di più con i propri genitori e i genitori con il proprio figlio/i, il fidanzato con la propria fidanzata, si potrà stare con gli amici, prendersi cura dei propri personali interessi, ecc. Si guadagnerà il rispetto dei lavoratori, perché i lavoratori saranno rispettati. Questo renderebbe la nostra società più umana e l’uomo non più mero mezzo per realizzare profitto.
E’ necessario che si facciano presto delle norme sull’argomento. Ma ciò non esclude che qualche imprenditore illuminato (già si registrano casi positivi) conceda quello che “domani” un Governo sensato farà. Pe realizzare quanto detto e scritto tempo fa da Papa Giovanni paolo II nella Laborem Exercens: “Il Lavoro è per l’uomo, non l’uomo per il lavoro”
Giuseppe Previti, già pres. Consiglio comunale di Messina e già vice segretario Dc Messina