La questione dei lavoratori esclusi dalla Messina Social City rischia di diventare l'ennesimo terreno di scontro tra sindacati
“Non possiamo condividere i toni e i contenuti del comunicato diramato dai lavoratori dei servizi sociali cosiddetti esclusi”.
Così i dirigenti sindacali Clara Crocè e Gianluca Gangemi, insieme agli operatori delle sostituzioni storiche che fanno capo alla Fiadel, rispondono all’invito di partecipare questa sera all’assemblea aperta lanciato dagli ormai famosi esclusi.
Il motivo
“Abbiamo apprezzato la proposta del sindaco De Luca sulla necessità di una condivisione unitaria di una proposta che potesse accelerare l’avvio al lavoro delle sostituzioni storiche assunte con contratto a tempo indeterminato e che da anni sono parte integrante nei servizi sociali.
Lo stesso dicasi per i lavoratori di Casa Serena dichiarati esuberi e il loro riassorbimento secondo i protocollo sottoscritti dalle organizzazioni sindacali.
Teniamo a precisare che durante la prima riunione convocata da De Luca, la Fiadel ha ritirato la propria proposta per il riassorbimento dei lavoratori, aderendo alla condivisione di una nuova proposta unitaria sottoscritta da tutti i sindacati, che a nostro parere hanno il dovere (insieme all’Amministrazione) di concludere il percorso tracciato con le delibere di Giunta e di Consiglio comunale”.
No agli attacchi all’amministrazione
Il sindacato spiega anche che sempre nel corso della prima riunione, la Fiadel ha sottoscritto il verbale con molta difficoltà, invitando tutti gli altri sindacati “a non illudere lavoratori che non hanno alcun diritto al transito nell’Agenzia Messina Social City”.
«Abbiamo siglato il documento finale dopo che abbiamo avuto garanzie, ma è impensabile che si possano creare false aspettative. Nel corso del secondo incontro, constato che nessun passo in avanti è stato compiuto da parte delle altre organizzazioni sindacali, abbiamo formalizzato la nostra proposta nell’esclusivo interesse dei lavoratori delle sostituzioni e gli ex di Casa Serena e l’abbiamo messa a disposizione delle altre sigle per eventuali modifiche o integrazioni e migliorie, ma abbiamo ricevuto solo un incomprensibile diniego».
«Abbiamo aderito all’appello dei lavoratori di fare sintesi rispetto a proposta unitaria ed era nostra intenzione partecipare all’assemblea, ma il contenuto e i toni del comunicato scritto a più mani, costringe la Fiadel a fare un passo indietro. Non possiamo accettare che l’Amministrazione possa essere tacciata di essere “sorda e malandrina“ in tema di servizi sociali».
La Fiadel insomma vede altri condizionamenti sui lavoratori che invece hanno firmato il loro appello solo come “esclusi e ignoti” e hanno rivolto lo stesso invito a tutte le sigle sindacali. Il sindacato, in questo percorso sempre molto vicino all’amministrazione De Luca, non accetta i toni che si sono sollevati contro.
«Ci dissociamo e non crediamo che questi termini siano stati utilizzati dai lavoratori. Il nostro sindacato non può inneggiare alla “guerra dei poveri” o seguire il ragionamento del “muoia Sansone con tutti i filistei”. Infine, ci preme sottolineare che per la mobilitazione non serve aggregare lavoratori che non hanno alcun diritto al transito. E di questo le altre organizzazioni sindacali ne sono tristemente consapevoli».