Seconda vittoria in Tribunale per gli ex lavoratori della coop Futura: il Comune condannato a pagare

Seconda vittoria in Tribunale per gli ex lavoratori della coop Futura: il Comune condannato a pagare

Francesca Stornante

Seconda vittoria in Tribunale per gli ex lavoratori della coop Futura: il Comune condannato a pagare

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mercoledì 22 Giugno 2016 - 22:45

Sono state emesse dalla Sezione Lavoro della Corte d'Appello del Tribunale di Messina le prime sei sentenze che danno ragione alla battaglia lunghissima e difficile degli ex operatori della Futura. Il Comune sarà costretto a pagare risarcimenti per tutti, in totale potrebbero essere 150. Grande emozione per la Fp Cgil.

Hanno vinto, di nuovo. Gli ex lavoratori della cooperativa Futura hanno sempre avuto ragione e devono avere riconosciuti gli arretrati mai corrisposti. Lo ha stabilito la Corte di Appello del Tribunale di Messina che ha emesso le prime sei sentenze del processo che ha visto da un lato gli storici operatori della coop Futura che si occupavano di servizi sociali e dall’altro il Comune. Palazzo Zanca aveva tentato già di opporsi e di resistere alle richieste economiche dei lavoratori. Ma adesso la sezione Lavoro della Corte d’Appello ha messo la parola fine ad una vertenza difficilissima, sofferta, amara. Il Comune è stato condannato a pagare questi primi sei lavoratori che hanno vinto la causa. Risarcimenti che oscillano tra i 2 mila e i 5 mila euro ciascuno, a seconda dei vari casi, più buona parte delle spese legali. Queste sono solo le prime. Perché i lavoratori della coop Futura erano circa 150 e tutti hanno fatto causa, seguiti passo dopo passo dalla FP Cgil, dalla segretaria Clara Crocè e assistiti dagli avvocati Giacomo Calderonio e Stefania Franchina. Dunque adesso Palazzo Zanca si ritroverà a sborsare cifre a sei zeri. Mentre loro, finalmente, potranno chiudere quella parentesi di vita segnata da troppe amarezze.

Tre anni fa la prima vittoria era stata festeggiata con una torta che raffigurava i famosi personaggi dei cartoni animati Titti e Gatto Silvestro. Scelti come simbolo e metafora dell’eterna lotta alle angherie e alle prepotenze. Si era chiusa davanti a quella torta la storica vertenza dei lavoratori della cooperativa Futura e della Fp Cgil che dopo anni di lotte sul campo erano riusciti a vincere anche la prima battaglia legale. Nel tempo avevano provato in tutti i modi ad avere gli stipendi che la cooperativa non ha mai pagato, avevano provato a trattare con Palazzo Zanca che non pagava giustificandosi con la motivazione che non poteva quantificare il debito a carico della coop che non si preoccupava di fornire neanche le buste paga. Tante le strade battute, prima di arrivare ai ferri corti presentando i decreti ingiuntivi. Ma il Comune era andato avanti, aveva presentato opposizione ai decreti ritenendo che l’art.29 della legge Biagi, quello che regola la responsabilità solidale tra committente e appaltatore (in questo caso cooperativa e Comune), non fosse applicabile alle amministrazioni pubbliche. Così però non è, la legge parla chiaro. E dunque il Tribunale di Messina aveva rigettato l’opposizione condannando il Comune al pagamento del TFR e degli stipendi ai lavoratori della ex Futura, più le spese legali.

All’epoca però il commissario del Comune Luigi Croce aveva deciso di avviare un’ulteriore azione legale e di opporsi ancora a quella sentenza. Sulla stessa scia anche l’amministrazione Accorinti che continuò l’opposizione piuttosto che fare un passo indietro e accettare la proposta di una transazione. Nel frattempo sono trascorsi altri due anni. Ma l’esito delle sentenze è rimasto lo stesso. Il Comune aveva perso la prima volta e adesso anche in appello il risultato finale non è cambiato.

E’ un momento di felicità e di riscatto, abbiamo fatto una cosa che sembrava impossibile” ha commentato la segretaria Crocè con la voce rotta dall’emozione.

Una sentenza che dovrebbe anche servire come stimolo, affinchè le pubbliche amministrazioni controllino da vicino l’operato di cooperative o aziende a cui affidano i servizi in gestione. Una sentenza che testimonia come non bastino i Durc in regola, ma bisogna verificare le buste paga con regolarità per vedere dove vanno a finire i soldi. Un modo per tutelare lavoro e servizi.

Francesca Stornante

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