Da Messinambiente e Ato a MessinaServizi: cosa accadrà ai lavoratori

Da Messinambiente e Ato a MessinaServizi: cosa accadrà ai lavoratori

Francesca Stornante

Da Messinambiente e Ato a MessinaServizi: cosa accadrà ai lavoratori

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mercoledì 05 Luglio 2017 - 22:01

Oggi ci sarà un'assemblea al Comune per spiegare ai lavoratori cosa accadrà nel passaggio alla nuova società. C'è già una bozza di accordo in cui si fissano dettagli e obiettivi dell'operazione. Ma la strada sarà tutt'altro che semplice

La strada è tutta in salita. E chi pensava che per chiudere la partita MessinaServizi bastasse il voto del consiglio comunale sulla costituzione della società e sul contratto di servizio si sbaglia di grosso. La parte più difficile comincia adesso. Perché c’è tutta una serie di passaggi che devono incrociarsi e coincidere, ci sono decisioni che non dipendono da un unico soggetto e ci sono grossi impegni finanziari da condividere, approvare ed adottare. Intanto la nuova società di fatto è ancora con le mani legate perché non è stato sottoscritto il contratto di servizio esitato lo scorso 22 giugno dal consiglio comunale. Quella sera l’aula non votò l’immediata esecutività dell’atto e dunque si è reso necessario aspettare i consueti 15 giorni di pubblicazione sull’albo pretorio comunale. Pubblicazione che è avvenuta solo il 27 giugno, quindi comunque prima della prossima settimana ufficialmente la MessinaServizi non potrà procedere con nessuna operazione. In realtà però già qualcosa si è mosso. Innanzitutto si aspetta solo la firma del sindaco Accorinti sul bando per individuare chi sarà il nuovo direttore generale. Già oggi l’avviso potrebbe comparire sull’albo, non sarà un bando europeo per risparmiare tempo, i termini per presentare le domande saranno molto stretti e la commissione che selezionerà il candidato ideale sarà composta dall’amministratore unico Beniamino Ginatempo e dagli esperti del settore Enzo Favoino e Roberto Cavallo.

Uno dei nodi caldi di questi giorni ovviamente è il passaggio dei lavoratori da Messinambiente e Ato3 alla MessinaServizi. Ginatempo ha già incontrato i sindacati e oggi ci sarà un’assemblea aperta a tutti i lavoratori indetta da Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca.

Una bozza di accordo per il trasferimento dei lavoratori a MessinaServizi è stata già redatta. E’ questa la base di partenza per programmare il passaggio dei dipendenti alla nuova società. Ancora non è stata concordata la strategia definitiva, Ginatempo ammette che sono ancora in corso le valutazioni per scegliere quale strumento normativo applicare, considerato soprattutto che c’è sempre una procedura di concordato in continuità che Messinambiente ha scelto per evitare il fallimento. Proprio su questo punto la bozza entra in antitesi con quanto stabilito nel concordato: «Non è opportuna la cessione del ramo d'azienda da parte di Messinambiente, in quanto verrebbero a trasferirsi debiti e pendenze nella nuova società. La strada da perseguire è la cessione di contratto subordinato, mediante la quale lavoratori licenziandosi da Messinambiente a Ato3 possono essere assunti da MessinaServizi tramite un passaggio attraverso la Srr in osservanza della legge 9 del 2010» si legge nel documento. Quindi ecco un primo punto da discutere e chiarire. Anche perché l’amministratore unico della nuova società ha le idee chiarissime: non si può partire con i debiti di Messinambiente. Quindi si dovrà trovare la strada per evitare questa ipotesi. L’amministrazione comunale si è impegnata a far fronte ai debiti di Messinambiente, ma al momento è tutto virtuale, quindi non si possono commettere errori.

Gli obiettivi dell'accordo sono cinque: salvare tutti i posti di lavoro; evitare che MessinaServizi nasca con pesanti eredità debitorie, in modo da per poter investire e finanziare senza oneri ed impedimenti le future attività, investendo sui nuovi mezzi e assets ai fini del miglioramento dell'efficienza del servizio e della sicurezza del lavoro, nonché per mettere in condizione i lavoratori ad operare al meglio nell'interesse del servizio, della società, il socio unico e dell'utenza; raggiungere al più presto livelli europei e nei limiti di legge per le percentuali di raccolta differenziata e recupero di materia, nonché abbassare intorno ai 150 kg abitante/anno la quantità da avviare a smaltimento, mediante la raccolta porta a porta da estendere a tutto il territorio comunale; erogare un servizio che soddisfa i cittadini sia per quanto riguarda la raccolta degli oggetti e dei materiali avanzati alla produzione e al consumo, sia per quanto riguarda i servizi di spazzamento ed igiene urbana; far diminuire il costo del servizio e la Tari.

Ovviamente l’attenzione si concentra soprattutto sul trasferimento del personale e su cosa accadrà nella fase di passaggio. Nella bozza si legge che «in tale passaggio potrebbe accadere che i lavoratori possano perdere anzianità di servizio o benefits non goduti presso la società di partenza, oltre a contenziosi non ancora risolti, di cui la nuova società non potrà farsi carico». Quindi ecco il primo paletto, ma subito anche la rassicurazione: «MessinaServizi si impegna a far recuperare tali benefits (no super minimi) attraverso la gestione del personale che possa progressivamente far godere nel corso degli anni i benefits perduti, o tramite meccanismi incentivanti, indipendenza del raggiungimento degli altri obiettivi fissati». Servirà dunque qualche sacrificio da parte dei lavoratori. E infatti già nella bozza si chiede «buona volontà e flessibilità» da parte dei lavoratori tutti che dovranno adattarsi a nuove modalità di servizio e se il caso a nuove mansioni.

Come sarà organizzato il lavoro? «Il territorio verrà diviso in zone il più possibile omogenee di circa 5000 abitanti, nelle quali opereranno squadre di circa 10 operatori. Attualmente sono circa 500 i cittadini serviti dal singolo operatore. Nella costituzione delle squadre sarà privilegiata la residenza del singolo lavoratore, sia allo scopo di ridurre i trasferimenti relativi costi da quartieri distanti in città, sia per aumentare l'interazione fra gli operatori e l'utenza, che è il meccanismo chiave per far decollare la raccolta differenziata».

Si prevedono anche degli incentivi per chi svolgerà bene il proprio lavoro. « Poiché le finalità del servizio non saranno semplicemente pazzamente svuotamento dei cassonetti e trasporto in discarica, ma il recupero di oggetti e materiali da avviare a riuso, recupero e riciclo, nonché la riduzione dei rifiuti da avviare allo smaltimento e il gradimento del servizio da parte dell'utenza, questi saranno i criteri di base per la costruzione dei meccanismi di incentivazione salariale. Ma mano che procede il servizio e aumenteranno i livelli di raccolta differenziata e anche il gradimento dei cittadini, i lavoratori saranno premiati con incentivi economici. I meccanismi di incentivazione saranno gli strumenti per mantenere, riottenere o aumentare i livelli salariali attuali a garanzia dei lavoratori stessi».

Gli obiettivi sono dunque chiari, adesso servirà la strada per andare in questa direzione. Considerato però che il passaggio dei lavoratori non è l’unico nodo da sciogliere.

Francesca Stornante

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