In II Commissione consiliare il confronto con il commissario liquidatore e poi il rinvio
MESSINA – In II commissione consiliare il primo round tra Comune e Ato3 termina con un rinvio. E si trasforma in uno scontro dai toni molto accesi sul tema dei debiti tra il capogruppo di “Con De Luca per Basile sindaco”, Giuseppe Trischitta, e i consiglieri del Partito democratico Felice Calabrò e Antonella Russo. Convocati dalla presidente Margherita Milazzo, i protagonisti della vicenda, il commissario liquidatore dell’azienda, Antonio Liotta, e il sindaco di Messina Federico Basile, si sono confrontati con i consiglieri dopo il sollecito del Pd arrivato la scorsa settimana. Il punto nodale resta l’accordo di abbattimento del credito che Ato3 vanta nei confronti del Comune: una cifra da oltre 15 milioni (di cui 9 e mezzo per servizi resi) scomparsa dal piano di riequilibrio rimodulato nel 2022 e che potrebbe pesare, secondo quanto dicono il liquidatore e il Pd, nella discussione con la Corte dei Conti. Il rinvio è scaturito perché sono stati richiesti dal consigliere Libero Gioveni i documenti sull’eventuale accordo tra ente e azienda, che il liquidatore continua a sconoscere e il Comune, invece, cita più volte.
Ma l’accordo, appunto, c’è? All’inizio il sindaco ha ribadito la sua posizione: “Non riscontro criticità particolari nella costruzione del Piano. Senza dimenticare che, in caso, la somma per saldare questo debito c’è”. Subito dopo è intervenuto il liquidatore Antonio Liotta. Quest’ultimo ha sottolineato di essere stato “chiamato per dar conto della nota trasmessa il 29 dicembre. Il tema è il credito di Ato3 col Comune di Messina per servizi resi e inseriti nei Piani di riequilibrio del 2015 e del 2018, per poi essere espunti nel 2022, per accordi definiti di cui non sono a conoscenza. Non esiste agli atti nessun accordo con il Comune“.
E su questo punto è intervenuto Calabrò: “Liotta ha ribadito un passaggio fondamentale, dice che non è al corrente di alcun accordo di abbattimento tra Ato3 e Comune. Lui in qualità di legale rappresentante dovrebbe firmarlo questo accordo, di cui si parla nelle varie relazioni. Per noi è importante capire se c’è o non c’è. Per il ragioniere generale e i revisori sono certificati 9.5 milioni come debiti fuori bilancio, per gli altri 5 e mezzo bisogna vedere: questa è la delibera del periodo Accorinti, certificata nel Piano di riequilibrio. Nel 2019, con De Luca, si decide di revocare la delibera, anzi due, i debiti fuori bilancio di Ato e di Messinambiente, per il fallimento di quest’ultima. Ma la cosa singolare è che nel 2022 viene eliminata la voce di Ato3. Basile dice che il debito non è fuori bilancio, lettera E, ma debito potenziale. Tutto questo passa dal soccorso fuoribilancio: non c’è soccorso finanziario per i debiti che un ente ha con una società per servizi già resi. È lo stesso ragionamento dei debiti Amam su fattura. Questa storia ci porterà a dover controllare anche altre società. I debiti si pagano, anche a liquidatori e commissari”.
La discussione è stata comunque lunga e accesa, culminata con uno scontro politico tra Trischitta e il Pd. Il consigliere ha attaccato Antonella Russo, che nel 2014 “bocció il riconoscimento del debito perché convinta che non doveva essere dovuto”. I toni si sono alzati e lo steso Trischitta ha imputato al Pd di aver convocato la conferenza della scorsa settimana come mero atto politico. Calabrò ha risposto: “Il collega Trischitta non ricorda la storia, non conosce una carta, fa riferimento a un debito bocciato nel 2014 e non al debito del 2017 che ha votato pure. Bisogna parlare a ragion veduta. Noi abbiamo chiesto lealtà e correttezza delle carte, non ci interessa stabilire se ha ragione Ato3 o il Comune. Lo ha evidenziato anche il collega Gioveni”.
Antonella Russo spiega che “la dottoressa Carrubba oggi ha detto che non poteva esserci accordo di abbattimento, ma nel piano di riequilibrio a pagina 5 è stato scritto, sottoscritto anche dalla segretaria generale. E allora un consigliere comunale che deve fare? Lì c’è scritto che l’abbattimento c’è stato, ma dov’è? Fino al 2022 lei, signor sindaco, ha scritto che il debito era fuori bilancio lettera E. Lei ha detto alla stampa che non era così. Perché non sono stati inseriti? Fuori bilancio non è, potenziale non è, soccorso finanziario non è. Quindi cos’è?”
Basile: “Faremo chiarezza. convinto del nostro operato”
Risponde la segretaria generale Carrubba: “Si era stati troppo frettolosi nel censire i debiti lettera E. Sono state fatti negli anni controlli e valutazioni più approfondite”. E chiude Basile: “Che ci debba essere chiarezza amministrativa non lo metto in dubbio. Sono convinto del nostro buon operato, non è un problema di espunzioni ma di gestione di massa debitoria. Una partita di 10 milioni non avrebbe inciso su 147 milioni, non è l’importo il problema perché in qualsiasi caso l’ente ha la somma per portare avanti eventualmente la vicenda. Invito però tutti a ragionare: l’obiettivo è risanare l’ente. Il 15 febbraio è la scadenza della Corte dei Conti. Io stesso ho detto al liquidatore che è opportuno vederci per capire come proceda la liquidazione”.
Calabrò: “Il verbale sia inviato alla Procura”
Tra urla e accuse reciproche, l’aula è tornata a infiammarsi, ribadendo un clima teso che già era stato evidenziato nel finale di 2022. Ha precisato la dottoressa Rossana Carrubba: “Il liquidatore non può dire che c’è un debito se non è riconosciuto dal Consiglio. C’è un contenzioso. Nel Piano di riequilibrio, noi diamo contezza di ciò che pensiamo oggi, frutto di nuove valutazioni tecniche fatte sui debiti fuori bilancio in questi anni”. E infine il consigliere Calabrò ha chiesto alla presidente Milazzo di inoltrare il verbale della seduta di oggi alla Procura ordinaria, alla Procura della Corte dei conti e ” a chi più ne ha più ne metta. Noi abbiamo messo l’accento sulla gravità della cosa. Oggi nella confusione è stata buttata la palla in tribuna. Ma noi vogliamo solo che ci sia lealtà, chiarezza e verità. Non si può dire che c’è un accordo di abbattimento negli atti se in realtà non c’è”.
Lealtà,chiarezza,e verità…..elementi essenziali per comprovare la TRASPARENZA di cui si è vantata l’ex amministrazione e che continua a vantare l’attuale ….il problema è, che dalle contraddizioni che emergono, la lealtà,la chiarezza e la verità decantate, non trovano riscontro con gli accadimenti che man mano stanno saltando fuori, soprattutto nelle partecipate,ragion per cui ,è giusto segnalare in Procura per essere certi che ciò che è stato fatto , sia stato fatto correttamente senza trucco e senza inganno!!!!