La Filcams Cgil aveva già lanciato l’allarme sull’emergenza occupazionale per gli addetti alla pulizia delle scuole. “Una vertenza nazionale con pesanti ricadute sul territorio che rischia di mettere a repentaglio altri 250 lavoratori nella nostra Provincia” spiega il segretario Carmelo Garufi. Oggi protesta all’ufficio scolastico provinciale.
Contratti in scadenza il prossimo 28 febbraio, rischio di ritrovarsi con orario di lavoro dimezzato e stipendi che non superano i 400 euro mensili. Sono gli addetti al servizio di pulizia nelle scuole che questa mattina hanno protestato davanti alla sede dell’Ufficio scolastico provinciale per chiedere il mantenimento dell’attuale orario di lavoro, un part time, e dei livelli retributivi. Il problema non è solo messinese ma riguarda l’Italia intera, ma se in altre regioni le gare sono già state aggiudicate, qui in Sicilia le procedure sono ancora ferme in attesa degli esiti dei ricorsi. Il 28 febbraio però è vicino e non si sa cosa accadrò dopo.
La vicenda è quella di una parte di ex LSU- 250 in provincia di Messina, 1500 in tutta la Sicilia e migliaia in tutta Italia – che circa 20anni fa vennero reclutati come addetti alle pulizie nelle scuole passando poi di governo in governo attraverso una serie di promesse mai mantenute. Qualche anno fa, nell’ambito delle procedure di razionalizzazione dei precari, a diverso titolo legati alla Pubblica amministrazione, il ministero promosse l’esternalizzazione del servizio, la creazione di consorzi e il passaggio dei lavoratori ai consorzi che gestiscono il servizio partecipando a bandi di gara. Ora, nell’ambito della spending review, il ministero dell’Istruzione, dal quale dipende il comparto, ha annunciato un taglio del 50% delle risorse destinate al settore e quindi il conseguente dimezzamento dell’orario di lavoro e delle retribuzioni del personale. Ai lavoratori sarà garantita la continuità occupazionale poiché transiteranno automaticamente nei consorzi che vincono le gare, una parte dei 250 che operano a Messina e provincia punta però a rimanere nella cooperativa di cui hanno fatto parte fino ad oggi. Si tratta della Nettuno Multiservizi, consorziata con la Ciclas di Bologna che finora ha gestito il servizio di pulizia nelle scuole. Della Nettuno Multiservizi fanno parte 97 lavoratori su un totale di 250, dunque quasi la metà, e questi operatori hanno chiaramente espresso la volontà di rimanere con la cooperativa anche in caso di cambio appalto, lanciano quindi un segnale chiaro a chi dovesse vincere la gara.
Una delegazione dei lavoratori accompagnata dai dirigenti sindacali di settore, è stata poi ricevuta dal Direttore dell’ufficio scolastico provinciale che ha condiviso i temi della protesta esprimendo forte preoccupazione anche per le possibili conseguenze sulle scuole in termini di garanzia del servizio di pulimento. In altre zone del Paese dove l’orario degli addetti al settore è già stato ridotto, si sono infatti già verificati casi di allarme per una inadeguata pulizia delle scuole.
“Oggi in media questi lavoratori percepiscono circa 700 euro al mese. Se dovessero dimezzarglieli- spiega Carmelo Garufi, segretario generale Filcams Messina-, scenderebbero sotto la soglia di povertà”. La Filcams Cgil che ha organizzato la protesta a Messina, mentre in contemporanea altre manifestazioni erano in corso in tutta la Sicilia, ha chiesto la costituzione di un Tavolo tecnico regionale che sia interfaccia con il ministero per scongiurare una nuova emergenza sociale in Sicilia e a Messina.
A livello nazionale, sindacati e lavoratori stanno organizzando per i prossimi giorni uno sciopero di settore per ribadire la gravità della situazione.