L'impegno e il lavoro verso un nuovo sistema di gestione dei rifiuti non bastano a risollevare le sorti economiche di Messinambiente. A mettere in crisi la società è ancora la discrasia tra le somme che il Comune stanzia per il servizio rifiuti e quanto effettivamente sarebbe necessario. E così crescono i debiti, mentre il Comune guadagna tre mesi per decidere come gestire da luglio il servizio rifiuti.
Da un lato i progetti in cantiere e il gran lavoro per le novità che arriveranno già dal prossimo mese, dall’altro un futuro sempre incerto e i soliti problemi economici che allo stato attuale rimangono quasi impossibili da superare. Sono le due facce di Messinambiente che continua a dividersi tra le buone intenzioni di amministrazione comunale e liquidatore e un’inconfutabile situazione di criticità che continua a segnare la vita della partecipata di via Dogali.
Lo stato di salute di Messinambiente ieri è stato anche al centro della V Commissione Ambiente di Palazzo Zanca presieduta da Rita La Paglia (nella foto in basso), un dibattito serrato e intenso su presente e futuro, su prospettive e costi, un nuovo confronto tra i consiglieri comunali, l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua e il liquidatore della società Alessio Ciacci. Anche stavolta non sono mancate le polemiche e gli scontri tra Ciacci e il consigliere Daniele Zuccarello per la questione Re Sources, ma tanti sono stati i punti toccati dai consiglieri.
Tema caldo di queste settimane sono state le scadenze in vista nel settore dei rifiuti messinesi. Il 31 marzo scade infatti quella che sembrava dovesse essere l’ultima ordinanza di affidamento della gestione perché questo strumento con carattere di provvisorietà si può rinnovare fino a 18 mesi. Considerato che la prima ordinanza risale al 1 ottobre 2013, cioè all’indomani della cessazione dell’era Ato, e che da allora si è proceduto alla firma di continue ordinanze, al 31 marzo doveva scadere il termine ultimo e non a caso questi primi mesi dell’anno sono stati dedicati a trovare una soluzione per un eventuale nuovo affidamento a società diversa da Messinambiente. Inizialmente l’ipotesi era la Somer, poi naufragata dopo un parere legale negativo giunto sul tavolo dell’assessore Ialacqua. L’impossibilità di percorrere altre strade ha così spinto l’amministrazione a cercare una via d’uscita tra le pieghe della normativa regionale e alla fine, basandosi sull’ordinanza del 14 gennaio 2014 con cui la Regione rinnovava la possibilità di affidamento in regime di provvisorietà per garantire la prosecuzione dei servizi, Palazzo Zanca ha guadagnato altri tre mesi di tempo. A creare questa situazione di caos gestionale a livello regionale è il vuoto lasciato dalla soppressione delle Ato e contestualmente dalla mancata attivazione del sistema Srr, così come l’assenza del Piano Aro che giace sui tavoli palermitani ormai da qualche mese e che non è ancora stato approvato. Piano che definisce le linee guida della gestione rifiuti disegnata dall’amministrazione Accorinti e che prevede, tra i punti cardine, la gestione del servizio totalmente “in house”.
In attesa dunque di avere il via libera al Piano Aro per iniziare a programmare il futuro, nel giro di pochi giorni sarà pronta la nuova ordinanza che conterrà anche l’affidamento dell’impianto di Pace ormai ultimato alla stessa Messinambiente. A questo punto si dovrà redigere un nuovo piano finanziario con relativa perizia dei costi di ogni servizio, sarà la seconda di questo 2015, dopo quella fatta per i mesi gennaio-marzo da oltre 10 milioni di euro. Una cifra che si confermava esattamente in linea con quanto il Comune ha impegnato negli ultimi due anni per la gestione dei rifiuti e dunque con quanto alla fine i messinesi pagano con le tasse rifiuti. E proprio le perizie continuano a creare attriti tra il Comune e Messinambiente per quelle somme che non bastano mai a garantire i servizi. Un problema che si trascina dal passato e che ad oggi non è ancora stato risolto. I 2,3 milioni mensili che il Comune “gira” a Messinambiente sono sufficienti a pagare gli stipendi, considerato che il costo del personale incide per il 70% sulla spesa di gestione della società, e a garantire i servizi ad oggi in atto, senza altri margini di movimento. Ogni mese, secondo il liquidatore Ciacci, mancano all’appello circa 200mila euro e non sono stati sufficienti a coprire questi buchi i risparmi sin qui ottenuti dalla razionalizzazione dei costi e dalla riorganizzazione aziendale operata in questo anno.
Scorrendo le pagine del verbale dell’assemblea dei soci di Messinambiente dello scorso 26 gennaio è lo stesso liquidatore a rappresentare la grave situazione patrimoniale e debitoria della società, che si acuisce sempre più proprio per la discrasia tra i costi mensilmente sostenuti e i corrispettivi previsti e stanziati dal Comune. La strutturazione estremamente rigida dei costi della società non consente di superare questo problema, senza interventi straordinari sarà impossibile arrivare all’equilibrio di bilancio e Messinambiente continuerà a produrre debiti sulle spalle del Comune. Le soluzioni ci sarebbero: incremento delle entrate tramite nuovi servizi o riduzione della spesa del personale, cioè licenziamenti. Ciacci continua a chiedere al Comune provvedimenti urgenti, l’assessore Ialacqua dal canto suo è perfettamente consapevole delle gravi criticità economiche e gestionali che sotto questi aspetti continuano a tenere in vita una società che continua a macinare debiti. La liquidazione sembra essere davvero l’unica via, anche perché per tirar fuori Messinambiente da questo status il Comune dovrebbe avviare una ricapitalizzazione da circa 30 milioni di euro, ipotesi assolutamente improponibile per Palazzo Zanca.
Un quadro a tinte fosche che stride fortemente con l’impegno profuso per cambiare il modello di gestione dei rifiuti messinesi. In ballo c’è la raccolta porta a porta che il 13 aprile partirà nei territori di I e VI Circoscrizione e che coinvolgerà quasi 5 mila famiglie. Negli ultimi tre giorni si sono svolte le due assemblee cittadine per spiegare come funzionerà il nuovo servizio (vedi articolo correlato), nel frattempo si getteranno le basi per ampliare le prime aree entro l'estate, per poi raggiungere altri 60 mila abitanti grazie al finanziamento regionale.
Francesca Stornante
I tanti Mariedit hanno contributo a raccogliere nel 2014 i €15.701.859:12=€1.308.488 cui bisogna aggiungere €991.514 prelevati dalle nostre TARES pagate sempre nel 2014 per arrivare ai 2,3 mln mensili di CIACCI.I risultati certi di questo rompicapo sono i soldi pagati dai tanti messinesi,poi i residui attivi e l’evasione del tributo di cui sono attori i missinisi ladroni, però c’è un MA, quello dei reali flussi di cassa del Comune.Nel 2014 la tassa rifiuti riscossa mediante ruoli è stata di €40.846.229,più quella riscossa attraverso altre forme €11.400.783,fa in totale €52.247.012, mentre nel 2013 €30.464.134,nei due anni considerati €82.711.146:2=€41.355.573 annui.Questa tassa è di scopo,serve a MessinAmbiente, dove vanno a finire i soldi?
I tanti Mariedit hanno contributo a raccogliere nel 2014 i €15.701.859:12=€1.308.488 cui bisogna aggiungere €991.514 prelevati dalle nostre TARES pagate sempre nel 2014 per arrivare ai 2,3 mln mensili di CIACCI.I risultati certi di questo rompicapo sono i soldi pagati dai tanti messinesi,poi i residui attivi e l’evasione del tributo di cui sono attori i missinisi ladroni, però c’è un MA, quello dei reali flussi di cassa del Comune.Nel 2014 la tassa rifiuti riscossa mediante ruoli è stata di €40.846.229,più quella riscossa attraverso altre forme €11.400.783,fa in totale €52.247.012, mentre nel 2013 €30.464.134,nei due anni considerati €82.711.146:2=€41.355.573 annui.Questa tassa è di scopo,serve a MessinAmbiente, dove vanno a finire i soldi?
Dell’Acqua ACCERTA per la TARI €43.910.187 e la inserisce come RISORSA 193/03 nel previsionale 2014, poi a gennaio del 2015 ci dice di averne RISCOSSO €10.857.924 + €4.843.935(non ancora regolarizzate)= €15.701.859, quindi per il fatto di non riuscire a far pagare la TARI (stessa cosa valeva per TARSU e TARES) nell’anno a cui è riferita, scrive di aver accumulato nel 2014 residui attivi di competenza pari a €28.208.327, che il dirigente chiama impropriamente SOMME DA ACCERTARE, invece le ha già accertate nella prima fase di gestione delle entrate in funzione del BdP 2014. Questi €28.208.327 se non fossero riscossi nel 2015 muterebbero in RESIDUI PREGRESSI nel CONSUNTIVO 2015, sperando di non metterci una pietra sopra su una parte di essi.
Dell’Acqua ACCERTA per la TARI €43.910.187 e la inserisce come RISORSA 193/03 nel previsionale 2014, poi a gennaio del 2015 ci dice di averne RISCOSSO €10.857.924 + €4.843.935(non ancora regolarizzate)= €15.701.859, quindi per il fatto di non riuscire a far pagare la TARI (stessa cosa valeva per TARSU e TARES) nell’anno a cui è riferita, scrive di aver accumulato nel 2014 residui attivi di competenza pari a €28.208.327, che il dirigente chiama impropriamente SOMME DA ACCERTARE, invece le ha già accertate nella prima fase di gestione delle entrate in funzione del BdP 2014. Questi €28.208.327 se non fossero riscossi nel 2015 muterebbero in RESIDUI PREGRESSI nel CONSUNTIVO 2015, sperando di non metterci una pietra sopra su una parte di essi.
MESSINAMBIENTE è un rompicapo che mette a dura prova anche la professionalità di Francesca STORNANTE. Chiedo aiuto ai numeri. €2.300.000 mensili x 12 mesi= €27.600.000 annui dati a MessinAmbiente. Di questi €1.610.000(70%) per il personale, €690.000 per cosa? Costo e trasporto in discarica, costo macchinari e infrastrutture, ato? Per CIACCI la somma minima necessaria anche se insufficiente è €2.500.000, mancano €200.000 mensili. A questo punto diamo i numeri di Romolo DELL’ACQUA. Nella determina N°2 del 28/01/2015 del dipartimento entrate tributarie il dirigente, delle somme ACCERTATE per il previsionale 2014, appura quelle RISCOSSE nel 2014 per stabilire la cifra da trasferire come RESIDUI attivi, cioè entrate accertate e non riscosse.
MESSINAMBIENTE è un rompicapo che mette a dura prova anche la professionalità di Francesca STORNANTE. Chiedo aiuto ai numeri. €2.300.000 mensili x 12 mesi= €27.600.000 annui dati a MessinAmbiente. Di questi €1.610.000(70%) per il personale, €690.000 per cosa? Costo e trasporto in discarica, costo macchinari e infrastrutture, ato? Per CIACCI la somma minima necessaria anche se insufficiente è €2.500.000, mancano €200.000 mensili. A questo punto diamo i numeri di Romolo DELL’ACQUA. Nella determina N°2 del 28/01/2015 del dipartimento entrate tributarie il dirigente, delle somme ACCERTATE per il previsionale 2014, appura quelle RISCOSSE nel 2014 per stabilire la cifra da trasferire come RESIDUI attivi, cioè entrate accertate e non riscosse.