La Procura chiedeva una condanna a tre anni
MESSINA – Conferma delle assoluzioni di primo grado e condanna delle parti civili (Agenzia delle Entrate e Avvocatura dello Stato).
Si chiude così il processo di secondo grado sul caso Fenapi, l’inchiesta della Procura di Messina sulla gestione del Centro di assistenza fiscale e il comparto di formazione professionale creati da Cateno De Luca e che gli costò l’arresto, nel 2017. In primo grado erano state decise assoluzioni per tutti. In appello la Procura Generale ha chiesto che la sentenza venisse ribaltata, insistendo per la condanna a 3 anni dell’oggi deputato regionale. Stamani la parola è andata all’avvocato Giovanni Mannuccia, che difende De Luca e Carmelo Satta insieme ai colleghi Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi.
“L’appello dell’Accusa – ha detto il legale – non si confronta con ben due sentenze passate in giudicato che hanno disatteso tutte le censure mosse dalla procura. Il verdetto assolutorio della dottoressa Monforte (leggi qui i motivi della sentenza) non è affatto stupefacente, come sostiene l’Accusa, ma l’esatta fotografia dell’assoluta estraneità degli imputati ai fatti contestati”. La sentenza della Corte d’Appello è arrivata dopo due ore e mezzo circa di camera di consiglio.
Grande cantonata della magistratura. Appare evidente.
Mi chiedo: per tutti si deve aspettare le decisioni in tarda serata per De Luca no.
La legge non è uguale per tutti ?
Sicuramente ci sarà il ricorso in Cassazione un diritto sia per l’imputato e sia per la Procura Generale.