I difensori hanno finito di discutere, si torna in aula il 24 per le verifiche finali poi la camera di consiglio
MESSINA – Si avvicina il verdetto per i quasi cento imputati alla sbarra nel processo Nebrodi, il troncone principale della maxi inchiesta antimafia condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, i Carabinieri e la Guardia di Finanza che ha portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Tortorici, dove si torna al voto il 13 novembre prossimo.
Nel tardo pomeriggio di ieri ha chiuso la sua lunga discussione l’ultimo dei difensori in scaletta, l’avvocato Sandro Pruiti, poi la Corte (presidente Scavuzzo), ha fissato un’altra data: il 24 ottobre prossimo. Si tratterà di una udienza di ricognizione, che si svolgerà al Tribunale di Patti. Servirà alla Corte per capire se effettivamente tutti i difensori hanno concluso, se l’Accusa vuole prendere nuovamente la parola dopo aver ascoltato i legali degli imputati per contro replicare, poi i giudici potranno entrare in camera di consiglio. Se non vi saranno ulteriori slittamenti, la sentenza è prevista entro fine mese.
Agli atti del processo ci sono i nuovi equilibri dei clan di Tortorici, il lucroso business delle truffe ai fondi comunitari destinati ai pascoli e all’agricoltura, le presunte complicità delle istituzioni. I boss e i personaggi con la fedina penale già “macchiata” hanno già definito la loro posizione. In questo processo ci sono invece moltissimi dei loro familiari e i tanti professionisti accusati di aver effettuato alcune operazioni, in particolare gli operatori dei Caf, e accusati di essere stati consapevoli di favorire le truffe portate avanti dai pregiudicati.
La scorsa estate la Procura ha chiesto condanne per tutti (leggi qui)