Processo Xenia. Confermata la condanna a 18 mesi per Lucano, le motivazioni della Cassazione

Processo Xenia. Confermata la condanna a 18 mesi per Lucano, le motivazioni della Cassazione

Redazione

Processo Xenia. Confermata la condanna a 18 mesi per Lucano, le motivazioni della Cassazione

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mercoledì 26 Marzo 2025 - 09:12

In primo grado Lucano era stato condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere, poi ridotti a 18 mesi in secondo grado dalla Corte d’Appello

REGGIO CALABRIA – “Il ricorso del Procuratore generale presso la Corte di appello di Reggio Calabria è in parte inammissibile per genericità e in parte va rigettato perché proposto con motivi infondati”, così come “il ricorso proposto nell’interesse di Domenico Lucano va rigettato perché proposto con motivi infondati e, in parte generici”. È quanto scrive la Corte di Cassazione, rigettando i ricorsi presentati dall’accusa e dalla difesa, nelle motivazioni della sentenza del processo “Xenia” concluso, in via definitiva, il 12 febbraio scorso con la conferma della sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, che, nell’ottobre 2023, aveva condannato il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, a 18 mesi di reclusione, con pena sospesa, per un falso relativo a una delle 57 delibere che gli erano state addebitate dall’accusa in un’indagine sulla gestione dell’accoglienza dei migranti a Riace.

In primo grado Lucano era stato ritenuto il promotore di un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa e a tutta una serie di presunti illeciti nella gestione dell’accoglienza dei migranti a Riace.

Per questo motivo era stato condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere, poi ridotti a 18 mesi in secondo grado dalla Corte d’Appello, che ha ritenuto inutilizzabili le intercettazioni registrate dalla Guardia di Finanza su richiesta della Procura di Locri.

“Peraltro – è scritto nelle motivazioni della Cassazione – nella richiesta del pm, così come nel decreto del gip, limitatosi nella sostanza a indicare le fonti di prova sino a quel momento acquisite, non è svolta alcuna argomentazione in ordine alla qualificazione giuridica dei fatti”.

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