Il primo cittadino naxiota nel corso della terza conferenza di "Welcome project", tenutasi la scorsa settimana nella capitale La Valletta, ha proposto di unire le due località con un servizio navale. Oltre a poter mandare nell'isola gli alunni delle scuole secondarie per imparare la lingua inglese.
Un catamarano per ricongiungere Giardini Naxos a Malta, la possibilità di mandare gli alunni delle scuole secondarie a studiare l’inglese nella stessa isola, oltre alla creazione di una fitta rete di scambi. Il sindaco naxiota Nello Lo Turco, di ritorno dalla terza conferenza per il programma europeo “Welcome project”, tenutasi nel centro di Birgu, la scorsa settimana, apre le porte del centro jonico al vicino Stato dell’Ue. Nel corso del Consiglio comunale, svoltosi a Palazzo dei Naxioti giovedì sera, il primo cittadino ha infatti reso noto che i rapporti tra Giardini e le Istituzioni politiche maltesi potrebbero riprendere notevolmente il largo, visto che la visita al Parlamento di La Valletta è stato un modo per riallacciare intese che decenni addietro rappresentavano il “pane quotidiano”. Durante i lavori tra i rappresentanti di diverse Municipalità di Francia, Bulgaria, Grecia, Lettonia e Spagna, Lo Turco ha intrattenuto delle discussioni private e informali proprio con diversi rappresentanti del Governo maltese che hanno aperto ad una possibile sinergia con il Comune. “Ho parlato a lungo con loro e ho capito che è necessario aprirci a questa realtà – ha dichiarato Lo Turco -. Un tempo dal nostro porto partiva un catamarano che giungeva in poche ore nell’Isola e il mio obiettivo sarà adesso quello di riattivarlo al più presto. Ho avuto anche la certezza di poter mandare gli alunni delle nostre scuole a studiare la lingua inglese nell’ambito di veri e propri progetti. È dunque arrivato il tempo di pensare anche a questo per creare una collaborazione duratura”. Un obiettivo importante che potrebbe portare solo ricchezza ad un centro come Giardini che – come detto dallo stesso sindaco – “deve crescere dal punto di vista culturale”.
Enrico Scandurra