L'Amministrazione comunale naxiota sta continuando il lento percorso per promuovere un vitigno autoctono che, qualora venisse ricoltivato, potrebbe imprimere una svolta decisiva all'agricoltura dell'area del Taorminese. Ieri è arrivato anche l'appoggio della Facoltà di Lettere antiche e moderne dell'Università di Messina.
L’obiettivo è quello di far rinascere un vitigno autoctono, producendo un vino che un tempo era abbastanza apprezzato e che, qualora venisse rimesso in commercio, potrebbe imprimere uno slancio importante, dal punto di vista turistico, a tutta l’area del Taorminese. Per questo motivo l’Amministrazione comunale di Giardini Naxos, con in testa il sindaco Nello Lo Turco, sta continuando il lento percorso per cercare di riportare in vita il vino Tauromenitanum e vedere se è possibile rintracciare qualche pianta della vite Eugenia. Un piano di rilancio proposto da Palazzo dei Naxioti nei mesi scorsi e che ha avuto già l’appoggio, oltre che dall’Istituto regionale della Vite e del Vino e dall'Assessorato regionale all'Agricoltura, anche da quello ai Beni Culturali e dalla Facoltà di Lettere Antiche e Moderne dell'Università di Messina. Proprio quest’ultima ieri ha dato il suo personale “ok” per un ambizioso progetto di recupero che – stando a quanto detto da Lo Turco – “stiamo portando avanti come Unione dei Comuni e che potrebbe diventare un valido supporto alle attività agricole della bassa Valle dell'Alcantara e delle Valli del Chiodaro e dell'Agrò”. Con lo scopo, appunto, di rilanciare il patrimonio agro-alimentare che da troppo tempo è stato messo da parte.
Enrico Scandurra