Sì al ridimensionamento complessivo del progetto, no agli interventi di maggiore impatto, nì allo scambio di volumetrie. Il passo del gambero dell'amministrazione comunale tiene in sospeso i bilanci della Stu, ma il cambio di linea complessiva piace al Quarto Quartiere.
La data ancora non c’è ma i tempi sembrano stringersi per il tavolo tecnico. La linea dell’amministrazione c’è: il piano complessivo va ridimensionato, e prima di prendere qualunque decisione definitiva, a partire dalla possibile uscita del Comune dalla società, è bene valutare un piano di contenimento dei possibili “effetti indesiderati”, a cominciare dalla mole dei contenziosi.
E’ quanto è emerso ieri dal consiglio circoscrizionale aperto convocato da Francesco Palano Quero, presidente del Quarto Quartiere, per fare il punto sul progetto Stu Tirone, dopo il consiglio di amministrazione della società dello scorso 29 luglio. Seduta alla quale hanno partecipato il presidente della società, Marcello Parrinello, l’assessore Sergio De Cola, il presidente dell’Ordine degli Architetti e il Comitato dei residenti del Tirone, insieme ai rappresentanti di alcune associazioni di tutela ambientale e paesaggistica che in questi anni hanno tenuto vivo il dibattito sul progetto di riqualificazione della zona storica compresa tra la Chiesa del Carmine, la Scalinata Sergi e il viale Italia.
L’esigenza del Quartiere, in questi anni sempre presente nel dibattito, è quella di esserci al tavolo tecnico programmato dall’assessore De Cola. “Non possiamo che accogliere come un segnale positivo la linea dell’amministrazione comunale che anche formalmente ha “imposto” un ridimensionamento formale dell’impatto generale del progetto”, spiega Quero. Il riferimento è alla nota che De Cola ha inviato a Parrinello proprio lo scorso 29 luglio, in vista del Cda convocato dalla società. Nota che a sua volta faceva seguito ad una missiva di un paio di giorni prima che Parrinello ha inviato agli uffici comunali.
Il succo è questo: persi buona parte dei finanziamenti pubblici, ci sono comunque alcuni stralci progettuali che possono essere messi in cantiere: la riqualificazione di via Cadorna, ad esempio, per il quale il Comune ha imposto che l’altezza non superi quella degli edifici esistenti – mentre nel progetto iniziale il palazzo centrale aveva un maggiore impatto – e il progetto di edilizia privata previsto per Santa Maria del Selciato. No al mega parcheggio multi piano – legato comunque al finanziamento Tonioli ormai perduto – e all’edilizia residenziale a monte del viale Italia. Resta il nodo volumetrie, con la “soluzione Scoglio” ancora nell’aria – la possibilità cioè di utilizzare altrove le volumetrie acquisite. Nodo che dovrà appunto essere sciolto in un successivo tavolo tecnico, di concerto con l’amministrazione. Palazzo Zanca, ha ricordato l’assessore nella nota, ha chiesto comunque all’Assessorato Infrastrutture della Regione finanziamenti suppletivi per far fronte a quelli perduti. Ma dalla Regione non è ancora arrivata alcuna risposta.
Per tornare alle volumetrie: non si tratta di un semplice “scambio di cubature”, argomento che già di per sé contempla diverse problematiche. Perché sotto traccia implica il problema dei diritti acquisiti, probabilmente formatisi in capo alla Stu. Ecco perché, ha spiegato Parrinello, anche se la convenzione scade a fine anno, la società non può essere liquidata. La posizione del presidente, ha spiegato l’avvocato, è quella di tutelare l’amministrazione in primo luogo dal boomerang contenziosi che potrebbero essere generati proprio dai diritti acquisiti, in primo luogo. La società contesta poi circa due milioni di euro di parcelle per consulenze. La Stu, quindi, ha ancora vita lunga. A prescindere dall'effettiva apertura dei cantieri.
(Alessandra Serio)