L’ex assessore invita l’amministrazione comunale ad attivarsi urgentemente per recuperare fondi europei e quelli non spesi per la realizzazione dell’attraversamento stabile dello Stretto. Messina è titolata ad accedere direttamente ai finanziamenti Ue per i progetti pilota già esistenti. Su tutti, la riqualificazione delle zone ex industriali e la Zona Franca Urbana tra il cavalcavia e il polo di Larderia
Piattaforma Logistica distributiva delle merci a Pistunina e completamento polo Larderia; Polo direzionale Maregrosso e servizi per il turismo; Via del mare sul rilevato ferroviario; Parco Ambientale Mortelle –Tono; Rifunzionalizzazione ai fini turistici del Pilone di Torre Faro; Piano Particolareggiato Capo Peloro.
Sono le opere che, secondo l’ex assessore Gianfranco Scoglio, vanno inserite nella programmazione del piano regionale per i fondi 2014-2020 e sui residui non utilizzati del piano 2007-2013: “Costituirebbero – afferma – una dotazione infrastrutturale per lo start up di piccole e medie imprese, la riapertura di cantieri pubblici , la realizzazione di un polo tecnologico ed ambientale specializzato anche sul riuso dei rifiuti e aumenterebbe la competitività dl territorio nelle more della realizzazione delle grandi infrastrutture”.
Scoglio invita l’amministrazione comunale ad attuare urgentemente “tutte le azioni sinergiche per attivare iniziative già programmate e che hanno avuto la condivisione del Governo Centrale e di quello Regionale e rivendicare con forza l’utilizzo delle risorse comunitarie e di quelle non spese per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina”.
Il candidato sindaco alle ultime elezioni ricorda che, in campagna elettorale, aveva proposto una petizione, firmata da alcuni sindaci dell’area dello Stretto, inoltrata al ministro D’Alia, per “conoscere se il progetto dell’attraversamento dello Stretto sia tecnicamente approvabile e quali sono le ragioni per le quali il Governo non ritenga più l’opera prioritaria”. Nella petizione, si faceva riferimento anche ai fondi europei destinati al Ponte ed al loro “dirottamento per l’ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie, marittime ed aeroportuali con speciali agevolazioni per i residenti dell’area dello Stretto mettendo a sistema le reti universitarie, ospedaliere, culturali, turistiche, manufatturiere e le enormi risorse paesaggistiche del territorio”.
La legge di conversione del decreto del Fare, la numero 69 del 21 giugno 2013, introduce per gli imprenditori il rifinanziamento dei contratti di sviluppo per il settore industriale e manufatturiero e lo strumento del contratto istituzionale per lo sviluppo e la coesione territoriale per la realizzazione di nuovi progetti strategici di carattere infrastrutturale demandando alle Regioni la stipula delle intese. “Ingenti risorse – ricorda Scoglio – sono state stanziate dal Ministero dello Sviluppo per il progetto “Small City” per la digitalizzazione. A livello locale la città dotata del Piano Strategico Messina 2020 è inoltre titolata all’accesso diretto alle risorse Comunitarie per i progetti pilota già in essere. Il principale di tali progetti di immediata applicazione è quello della riqualificazione urbana delle zone ex industriali per le quali la città di Messina è stata ammessa al riconoscimento di ingenti risorse finalizzate alla defiscalizzazione per le piccole e medie imprese per iniziative ricadenti nell’ambito riconosciuto quale Zona Franca Urbana e perimetrato dall’area compresa tra il cavalcavia e il polo di Larderia. Con Decreto Ministeriale del 10 aprile 2013, il Ministero dello Sviluppo Economico ha già stanziato le necessarie risorse ed in atto si è in attesa che la Regione assicuri la copertura del 30% dei relativi costi”.
Il sollecito di Scoglio è dunque indirizzato all’attivazione, da parte del Comune, di un tavolo permanente con il partenariato e le parti sociali, “per definire senza indugio i piani particolareggiati della zona falcata e delle zone ex industriali e non perdere una storica occasione per il rilancio dell’economia cittadina”, sollecitando la Regione alla definizione delle intese istituzionali con il Governo “per la programmazione e realizzazione delle grandi infrastrutture necessarie per l’area dello Stretto e fornire ai territori risposte concrete alternative al Ponte, che sappiano dare un’adeguata risposta alle problematiche trasportistiche”.
credo che al di là delle speculazioni politiche sia una strada da percorrere e bene per la città … mica si vive solo di servizi sociali? NO PONTE?? allora si faccia altro…MUOVERSI!!
E’ davvero rattristevole leggere questo signore.+++ ne dice a quantita’ nn si rende conto.vai via da Messina ex assessore no sei +++ ne tu ne i tuoi +++che avete governato Messina a dire o suggerire coda fare
Caro Gianfranco, a palazzo Zanca non hanno idea di ciò di cui parli.
Ma che dice Scoglio!! Non lo vede che sono tutti impegnati a contrastare le pale eoliche sui peloritani………….
povera Messina……….
Si i fondi del ponte, stanno arrivando. mmucca lapuni.
è resuscitato???? non ci posso credere
Quanto gli serve…..
Fondamentale prova di esame per Accorinti & C. L’amministrazione Accorinti , il consiglio comunale, i tecnici , la stampa, la classe dirigente tutta si mobiliti e dia sostegno a questo progetto che dopo la rinuncia alla costruzione del Ponte resta l’ultima risorsa per evitare che la nostra comunità fallisca definitivamente. La storia e il popolo messinese saranno giudici Inesorabili. FORZA MESSINA.
Peppinappa se non sbaglio… Mi pare non brillasse per intelligenza e propositiva’ .
Alle elezione è stato dimostrato che non lo vuole nessuno eppure continua a blaterare. Ormai non convince neppure sua moglie.