Il dirigente del Dipartimento urbanistica scrive all'assessore ed alla commissione consiliare: "è inopportuno il coinvolgimento dei nostri uffici, finora mai interpellati, dati i risvolti giudiziari in corso e l'implicazione di un funzionario. Stupisce che il dipartimento politiche per la casa non abbia parte attiva"
Su “Capacity”, il bando di riqualificazione delle periferie, ed in particolare sul progetto che riguarda il risanamento di Fondo Saccà, si profila all’orizzonte uno scontro tra il dirigente del Dipartimento urbanistica Vincenzo Schiera e l’assessore al ramo Sergio De Cola.
In discussione c’è quella che rischia di diventare una “patata bollente”, soprattutto dopo l’inchiesta che ha portato all’operazione Beta e che ha visto coinvolto anche l’ex funzionario del dipartimento all’urbanistica Raffaele Cucinotta relativamente alla vicenda risanamento di Fondo Fucile.
Con due distinte note, una di luglio ed una datata 9 agosto, Schiera scrive al sindaco, all’assessore De Cola, al garante per la legalità nonché segretario generale Le Donne, al dirigente e Rup Giovanni Bruno ed al presidente della Commissione consiliare, per evidenziare come, sia per ragioni di opportunità che di competenze, il progetto per il risanamento di Fondo Saccà non dovrebbe finire nel suo tavolo, non almeno in questa fase. Il risanamento, sottolinea Schiera, è questione che deve essere affrontata dal Dipartimento Politiche della casa o al più di concerto con chi si occupa di edilizia privata ed è “inopportuno un coinvolgimento di questi uffici”, proprio per via dell’operazione Beta.
“Sorprende alquanto e desta un pò di perplessità (data la materia in trattazione e i risvolti giudiziari in corso), la vostra nota in riferimento, così come la nota dell' assessore all'Urbanistica del 5 giugno- scrive il 9 agosto Schiera in riferimento alle richieste di coinvolgimento del Dipartimento da lui coordinato, quello all’urbanistica- E stupisce per due ordini di motivi: il primo riguarda il dato inconfutabile che mai prima d'ora questo Dipartimento sia stato interessato ad intervenire e che ci si sia preoccupati soltanto adesso, dopo la nostra nota del 17 luglio e per di più con il personale in ferie, a disquisire sulle competenze fornendo, qualche ragguaglio insufficiente a farci comprendere, quale percorso tecnico/amministrativo si stia oggi seguendo nella procedura. Il secondo motivo attiene al voler affidare un ruolo a tutti i costi a questo Dipartimento, non considerando le possibili ricadute ( se non altro per la credibilità dell'Ente ) sotto gli aspetti che riguardano il codice della legalità e il regolamento sulla trasparenza – vista l'implicazione di un nostro funzionario in una clamorosa azione della magistratura tutt'ora in corso, che afferisce proprio tematiche analoghe”.
Schiera si chiede quindi come mai, per la prima volta e per di più con determinazione, l’amministrazione voglia coinvolgere nell’iter per il progetto Capacity di Fondo Saccà proprio il Dipartimento all’urbanistica che ha visto coinvolto nei mesi scorsi l’ex funzionario Raffaele Cucinotta per la gestione del risanamento di Fondo Fucile. Schiera evidenzia come potrebbe essere una decisione inopportuna sotto diversi profili, sia di credibilità che di trasparenza, al di là del fatto che finora il dipartimento non era stato interessato.
“Motivi prudenziali- prosegue nella nota- suggerirebbero l'inopportunità di un coinvolgimento dei nostri Uffici, tanto più che in presenza di procedure mai trattate da questo dipartimento, potrebbe leggersi come un'anomalia o un repentino cambio di rotta rispetto a procedure già avviate. Pertanto, come si osservava nella nostra precedente nota di luglio risulta molto strano che una programmazione in tal senso non abbia come parte attiva, propositiva e propulsiva il Dipartimento Politiche della Casa e l'assessore con la delega al Risanamento Sebastiano Pino. I responsabili del procedimento Bruno e Leotta dovrebbero inoltre chiarire se ritengono di trattare la questione come un Piano Urbanistico o come un progetto edilizio in variante. La differenza non è di poco conto poiché in quest'ultimo caso dovrebbero interfacciarsi con l'Edilizia Privata che, peraltro, ha in sè, proprio quei funzionari che operavano al disciolto dipartimento Risanamento”.
Il dirigente del Dipartimento urbanistico conclude in modo netto, rispedendo al mittente qualsiasi richiesta di coinvolgimento fino a quando sia i Rup che l’amministrazione non darà indicazioni dettagliate su: “chi o come affidare le aree; chi o come affidare la progettazione esecutiva; chi o come appaltare o affidare l'esecuzione dei lavori”
Quesiti che per Schiera vanno ad aggiungersi alle perplessità avanzate nella nota di luglio ed alla quale finora l’amministrazione non ha risposto.
Rosaria Brancato