Nizza. Palazzo Interdonato, da ex residenza padronale a edificio per attività assistenziale

Nizza. Palazzo Interdonato, da ex residenza padronale a edificio per attività assistenziale

Giusy Briguglio

Nizza. Palazzo Interdonato, da ex residenza padronale a edificio per attività assistenziale

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giovedì 09 Luglio 2015 - 07:45

L’ex Palazzo Interdonato di Nizza di Sicilia diventerà un edificio dove si svolgerà attività assistenziale. E’ questo l’obiettivo dell’amministrazione comunale che ha ottenuto un finanziamento dpari a 357 mila e 400 euro, una cifra che da sola però non basta a portare a termine i lavori di ristrutturazione previsti. Il tentativo che si sta portando avanti è quello di partecipare al bando regionale pubblicato con Ddg n. 793 del 16 aprile per ottenere un ulteriore finanziamento

L’ex Palazzo Interdonato di Nizza di Sicilia diventerà un edificio dove si svolgerà attività assistenziale. E’ questo l’obiettivo dell’amministrazione comunale che, a tale scopo, ha acquistato l’immobile che si trova in via Umberto I, compreso tra gli edifici di particolare interesse storico-artistico e documentario, ma a oggi in stato di abbandono. Questo si trova nella relazione dell’architetto Francesco Midiri che ha redatto il progetto degli interventi “volti alla riqualificazione dello stesso fabbricato per destinarlo ad attività assistenziale, addivenendo cosi ad un duplice risultato, urbano-edilizio ed economico-sociale”.

Il Comune di Nizza ha ottenuto un finanziamento dall’Assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro pari a 357 mila e 400 euro, una cifra che da sola però non basta a portare a termine i lavori di ristrutturazione previsti, in quanto una parte consistente è servita per acquistare l’edificio. Nello specifico 250 mila euro sono stati utilizzati per comprare l’immobile, 82 mila e 400 euro per lavori e 25 mila euro per spese tecniche ed oneri.

Al momento, si è dato il via al primo stralcio dei lavori ritenuti prioritari che riguardano i prospetti e la copertura. In questa prima fase, come spiega ancora la relazione tecnica, si procederà ai seguenti interventi: ristrutturazione della copertura a falde (l’esistente è deteriorata, l’obiettivo è di ricostruirla fedelmente all’originale), restauro degli elementi lapidei di prospetto (grondaie, balconi, cornici, mensole sono in uno stato di eccessivo degrado), restauro della facciata (allo stato attuale in pessime condizioni: se ne prevede la rimozione fino al rinvenimento della muratura e il rifacimento), sostituzione infissi ( erosi dagli agenti atmosferici e dal mare, se ne prevede la rimozione in questa fase solo di quelli di prospetto principale con la collocazioni di nuovi che ripeteranno il disegno originario), tinteggiature delle opere in ferro (ringhiere e balconi) e collocazione pluviali (grondaie per la raccolta delle acque saranno collocate a vista limitatamente al prospetto principale).

A lavori ultimati si avrà restituito un immobile certamente riqualificato, ma parzialmente”, spiega l’architetto Midiri che ha redatto il piano di interventi successivi per il completamento, restauro e ristrutturazione dell’edificio per un importo di 405 mila euro. Ma, come dicevamo, il finanziamento ottenuto da solo non è sufficiente a coprire l’intero costo. La Giunta Municipale, con delibera n. 64 del 2 luglio, ha dunque approvato il progetto e dato incarico al sindaco Giuseppe Di Tommaso di trasmettere l’elaborato all’Assessorato regionale delle risorse agricole ed alimentari, dipartimento infrastrutturali per l'agricoltura.

Il tentativo che l’amministrazione sta portando avanti è quello di partecipare al bando regionale pubblicato con Ddg n. 793 del 16 aprile “per la predisposizione di un programma regionale di finanziamento per la promozione di interventi di recupero finalizzati al miglioramento della qualità della vita e dei servizi pubblici urbani nei Comuni della Regione Siciliana". Tra gli obiettivi del bando figurano il recupero, il rinnovamento e la rimessa in funzione del tessuto edilizio urbano, nel rispetto delle tradizioni culturali e storiche, il miglioramento della qualità della vita e dei servizi pubblici nelle aree urbane, l'integrazione sociale con specifica attenzione alla lotta alla marginalità. Il Comune di Nizza potrebbe ottenere fino a 1 milione e 100 mila euro.

Tra i criteri di valutazione per l’assegnazione del punteggio c’è l’utilizzo di tecniche costruttive per interventi di bioedilizia, un aspetto a cui l’arch. Midiri ha dato molta importanza. Gli obiettivi che il progetto si prefissa sono infatti i seguenti: risparmio energetico e delle risorse, compatibilità ecologica, compatibilità delle destinazioni d'uso, basso impatto ambientale nel ciclo di vita, basso impatto ambientale del processo produttivo, basso impatto ambientale del processo di dismissione, compatibilità socio-culturale, compatibilità economica.

Giusy Briguglio

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