E’ stata presentata stamane, presso la Sala Senato dell’Ateneo, la quarta edizione del progetto “Me4Africa”. A prendere la parola, nel corso della conferenza stampa, il Prorettore per i Servizi agli studenti Eugenio Guglielmino, e i protagonisti della scorsa e della nuova edizione.
Si scrive “Me4Africa”, si legge “Umanità”. Si tratta infatti di una grande missione umanitaria, senza scopo di lucro, quella che da anni vede protagonisti giovani ragazzi alle prese con progetti di solidarietà verso un paese in via di sviluppo, il Marocco.
Dal 2012, grazie al sostegno dell’Università e di diversi enti, aziende e associazioni, due studenti dell’Ateneo peloritano hanno la possibilità di partecipare all’evento internazionale “4L Trophy”, rally umanitario di sole Renault 4, nato nel 1997, giunto ormai alla diciassettesima edizione.
Scopo principale della competizione: guidare attraverso il deserto del Marocco per portare aiuti ai bambini marocchini.
Dal 1998 ad oggi sono state donate e distribuite dai partecipanti più di 300 tonnellate di materiale umanitario di tipo medico, paramedico, scolastico e sportivo a favore di 50000 bambini del paese nordafricano, per arrivare al culmine due anni fa con la costruzione di ben tre scuole nei villaggi marocchini.
“Me4Africa”, nell’ambito di “4L Trophy”, richiede ovviamente un’importante preparazione. Ogni equipaggio, composto da due studenti universitari, è solito organizzare raccolte fondi tra sponsor locali e privati per raggiungere la cifra che servirà poi per scopi fondamentali: l’iscrizione alla competizione, la preparazione tecnica dell’auto, il materiale benefico, benzina, pedaggi e campeggio.
Stamane, presso la Sala Senato dell’Ateneo, alla presenza del Prorettore per i Servizi agli studenti Eugenio Guglielmino, il passaggio del testimone.
Daniele Chiara e Francesco Barbera, componenti dello scorso equipaggio, hanno spronato i nuovi avventurieri a mettercela tutta e ad essere pronti e pieni di energia per un’esperienza che lascerà loro un segno non indifferente.
Nelle menti di Daniele e Francesco, le immagini indelebili del loro arrivo in Marocco: il calore e l’affetto umano ricevuto, attraverso corse e salti di gioia, dai bambini marocchini entusiasti dei quaderni nuovi, parte del materiale fornito dall’equipaggio messinese. Adesso “la loro Gialla”, grande compagna di viaggio, è pronta a tornare in pista.
A salire a bordo della Renault 4, quest’anno, Giuseppe Leonardo Cucè e Adriano Velardi, due giovanissimi studenti iscritti al secondo anno di medicina, ed entusiasti del grande significato che si cela dietro questo progetto.
Sarà una vera e propria sfida, non soltanto di carattere umanitario, ma anche sportivo, che li vedrà alle prese con le difficoltà di dover guidare la macchina nel deserto.
Le Renault 4, con a bordo i giovani piloti, partirà infatti da Parigi e da Bordeaux in direzione di Algeciras dove si imbarcheranno per il Marocco, dopo aver attraversato tutta la Francia e la Spagna. I partecipanti dovranno poi attraversare montagne, piste e dune nel deserto.
L’arrivo è previsto a Marrakech con una cerimonia di chiusura, durante la quale l’equipaggio messinese consegnerà una targa ricordo, per sugellare una sorta di gemellaggio tra l’Università di Messina e l’Ateneo di Marrakech.
Il 2015 sembrerebbe essere inoltre l’anno della svolta. A partecipare alla competizione, quest’anno per la prima volta, sarà più di un team italiano. Oltre Messina, ormai veterana da tre edizioni, anche Novara e Bolzano. Messina capostipite è quindi già una grande vittoria e motivo di grande orgoglio per noi cittadini messinesi. La partenza è dunque prevista il 13 febbraio alle ore 12 dal piazzale antistante l’Ateneo.
Un’esperienza nuova per i nostri giovani piloti, ma allo stesso tempo utile per confrontarsi con giovani studenti di tutto il mondo, coniugando così l’esperienza agonistica con la concreta possibilità di fornire un aiuto alla popolazione marocchina.
“L’Università di Messina ancora una volta è vicina ai suoi studenti; l’Ateneo, infatti, è sempre attento all’aspetto culturale e sportivo, ed inoltre il connubio tra didattica e attività agonistica in questo caso ha anche un obiettivo umanitario” ha dichiarato il Professore Guglielmino.
Silvia Mondì