Fondi della Protezione Civile per il risanamento di Fondo Fucile

Fondi della Protezione Civile per il risanamento di Fondo Fucile

Fondi della Protezione Civile per il risanamento di Fondo Fucile

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martedì 05 Giugno 2012 - 09:50

Il consigliere della III circoscrizione, Gioveni: "Area ricoperta da 5000 mq di lastre di eternit. Estrapolare la zona di Fondo Fucile dall’ambito “E” del Risanamento e introdurla nel contesto di un progetto da finanziare con i fondi della protezione civile".

Il consigliere della terza Circoscrizione Libero Gioveni interviene con una proposta sull’annosa vicenda del mancato risanamento di Fondo Fucile, la cui baraccopoli, come è noto, essendo da sempre investita dalla pericolosissima presenza di amianto, rivestirebbe certamente una priorità ben più alta rispetto ai tanti altri ambiti di risanamento.
La proposta, senza precedenti in ambito di risanamento, consiste nel richiedere all’assessorato regionale al Territorio e alla Giunta e al Consiglio Comunale di Messina di estrapolare la zona di Fondo Fucile dall’ambito “E” del Risanamento dove è attualmente inserita e introdurla nel contesto di un “progetto di opere complesse di demolizione della baraccopoli di Fondo Fucile e ricostruzione alloggi di edilizia residenziale popolare con relativa assegnazione alle famiglie residenti” da finanziare con i fondi della protezione civile.
Tale escamotage – secondo Gioveni – sarebbe possibile per le comprovate e reali condizioni di assoluto pericolo per salute pubblica, visto che a parlare, oltre al visibile degrado rappresentato dalla vastissima baraccopoli ricoperta da circa 5000 mq. di amianto e lastre di eternit in evidente stato di deterioramento e alterazione, ci sono anche gli atti e le relazioni che da quasi 10 anni a questa parte (iniziò la Polizia Municipale nell’anno 2003) attestano la pericolosità dell’immensa area.
Alle prime dettagliate relazioni della Polizia Municipale, infatti, si sono aggiunte negli anni a venire anche quelle altrettanto minuziose dell’ex ASL, del Genio Civile e dell’ARPA, tutti enti autorevoli e competenti in materia, i cui atti convergono nell’unica e tanto decantata direzione dell’urgente necessità di sgomberare l’area “inquinata” di amianto con relativa sistemazione delle 140 famiglie residenti.
Inoltre – prosegue il consigliere – anche l’ultimo esposto in Procura presentato proprio in questi giorni da una delegazione di queste famiglie guidate dall’ex assessore al Risanamento Pietro Currò (che della questione ne ha fatto da sempre una “battaglia”), oltre a testimoniare la loro esasperazione giunta ormai al limite della sopportabilità, dimostra anche come la questione “Fondo Fucile”, avendo assunto il carattere della “straordinarietà”, vada affrontata attraverso un percorso politico e amministrativo diverso da quelli già avviati con la Legge 10/90 sul Risanamento delle aree degradate.
Solo così – conclude Gioveni – la “bomba ecologica Fondo Fucile” potrà essere disinnescata; diversamente, conoscendo la lenta macchina del Risanamento, non si potrà che assistere ad altri 50 anni di proclami, agonie e denunce.

2 commenti

  1. liliana parisi 5 Giugno 2012 12:39

    Forse pochi ricordano che prima delle ultime elezioni comunali Buzzanca, aveva indicato Pietro Currò come futuro assessore al Risanamento.Vinte le elezioni,per non chiari giochi politici,divenne invece Assessore il prof. Pippo Rao,persona peraltro rispettabilissima,più tardi sostituito(per ulteriori giochi politici)dall’attuale Assessore.Nella loro azione gli assessori sono stati limitati da problemi economici e da una serie di norme,sicchè il risanamento è andato avanti a macchia di leopardo,senza che si capisse che(con tutto il rispetto dei diritti di singoli e di gruppi di cittadini) si deve privilegiare l’interesse dell’intera città.Ed eliminare la baraccopoli di Fondo Fucile,che costituisce non solo un esempio di degrado ma soprattutto una bomba ecologica, è interesse non solo dei suoi abitanti,ma di tutta la collettività,tenuto conto anche del fatto che sorge non lontano dalla principale struttura ospedaliera di Messina.Spero quindi che finalmente il progetto di Currò vada avanti,superando norme restrittive e pastoie burocratiche,e che questo sia l’inizio di un’azione di risanamento più veloce e completa,che modifichi radicalmente l’aspetto della città

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  2. I messinesi scampati al terremoto ci tramandarono l’affetto verso i marinai russi,sentimento che cominciò a scemare dall’inizio degli anni settanta. All’alba del 29 del 1908,la rada di Messina cominciò ad affollarsi,una squadra navale russa alla fonda ad Augusta si era diretta a tutta forza verso la città con le
    navi “Makaroff”, “Guilak”, “Korietz”, “Bogatir”, “Slava”, “Cesarevitc”,furono i primi ad arrivare.Il comandante russo Ammiraglio Ponomareff fece approntare i primi soccorsi prestando anche opera di ordine pubblico.Questa è la storia di un grande gesto di solidarietà.
    Sono stato ottimista in un commento precedente,pensavo a lavori di verde attrezzato nel giardino di via Garibaldi,di fronte alla Capitaneria di Porto,ma i giganteschi prisma in marmo e le notizie degli operai della ditta Todaro,mi confermano di un gesto dei russi,un enorme mausoleo nel cuore della città,per ricordare i nostri morti e il rapporto forte con la marina russa.Buzzanca ha permesso ad uuna burocrazia estera di decidere,poteva dare incarico all’arch.Nino Principato di discutere sulla costruzione che avevono in mente,certamente avrebbe convinto i russi per un’opera commemorativa diversa.Spero almeno,che sopra i due enormi prisma in marmo,ci sia la scultura di una delle navi russe protagoniste di quel soccorso.Capisco adesso la spesa di 120.000 per la realizzazione di una manifestazione culturale di interesse internazionale,i russi ci mettono il marmo mentre noi paghiamo la spesa della posa in opera del mausoleo.

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