Il vicesindaco propone di avviare un progetto esecutivo entro la fine della legislatura: "L’area in argomento rimane la più idonea ad ospitare una pista di atterraggio non soltanto per le eventuali emergenze sanitarie"
TAORMINA. “Proporrò di avviare un progetto esecutivo già in questa legislatura per ripristinare l’elisuperficie di Piano Porto. I tempi sono stretti per la realizzazione dell’opera, ma lasceremo comunque un programma che potrebbe avere seguito anche dall’Amministrazione che verrà eletta dalle prossime amministrative”. A sostenerlo è il vicesindaco, Andrea Raneri. L’Amministratore fa un passo indietro nel tempo. Meno di un anno. “Non sono lontani i fasti del G7 di Taormina – sottolinea – ma l’elipista di Piano Porto è solo un ricordo. In quella occasione vennero realizzate due elisuperficie per accogliere i grandi della Terra, una in contrada Bongiovanni ancora esistente ma utilizzabile soltanto per finalità sanitarie o di protezione civile, e l’altra nei terreni privati di Piano Porto completamente smantellata subito dopo il summit. Sono fermamente convinto – aggiunge il vicesindaco – che l’area di Piano Porto rimane la più idonea ad ospitare una pista di atterraggio non soltanto per le eventuali emergenze sanitarie ma anche per il “luxury travel” e per l’incoming turistico da e per alcune isole del mediterraneo”. Raneri ricorda poi l’iter burocratico che ha portato allo stop dell’elipista di contrada Bongiovanni. “Vista come è andata la vicenda della variante al Prg, con il Consiglio regionale dell’Urbanistica che ha stoppato un eventuale utilizzo dell’elisuperficie di contrada Bongiovanni per finalità turistiche e ne ha indicato invece un impiego solo per motivazioni di “pubblica utilità” – chiosa – credo che l’attuale collocazione dell’elipista sia completamente da rivedere. Taormina ha avuto una grandissima visibilità con il G7, un ritorno di immagine che dobbiamo supportare con infrastrutture di qualità se vogliamo proporci come meta turistica di lusso”. Viene quindi ricordato che l’elipista di contrada Bongiovanni “sorge attorno ad abitazioni e alberghi e da qui sono scaturite già le prime diatribe con la Soprintendenza dei Beni culturali di Messina. Inoltre, c’è anche il problema di un impianto sportivo, che dovrebbe essere frequentato ogni giorno da decine di bambini e ragazzi, troppo vicino all’area di atterraggio e decollo”.