Tempi certi e gettoni: De Luca prova a cambiare le regole del consiglio

Tempi certi e gettoni: De Luca prova a cambiare le regole del consiglio

Francesca Stornante

Tempi certi e gettoni: De Luca prova a cambiare le regole del consiglio

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venerdì 07 Settembre 2018 - 15:54

Il sindaco ha messo nero su bianco le modifiche proposte al consiglio comunale: fissati i tempi per le delibere, l'effettiva partecipazione e il gettone di presenza, le convocazioni dell'aula. La palla passa al consiglio. E poi l'annuncio Fb che rilancia l'ipotesi dimissioni

Detto fatto. Il sindaco Cateno De Luca anche questa volta non ha perso tempo e, come aveva annunciato nei giorni incandescenti della discussione sull’Agenzia per il risanamento, rilancia la “sfida” al consiglio comunale. Il primo cittadino prova a dettare i tempi al consiglio comunale, anzi chiede tempi certi e stringatissimi per gli atti da discutere e approvare. Insomma, De Luca vuole dare nuove regole al funzionamento di commissioni e consiglio, vuole introdurre delle modifiche al regolamento che fissano i tempi di discussione di ogni atto, che impongono una votazione per ogni seduta convocata, che cambiano il modo in cui verrebbero distribuiti i gettoni di presenza”.

Insomma, con una delibera di giunta esitata oggi e che ha trovato il via libera del segretario generale Antonio Le Donne, De Luca intende dire all’aula come modificare il suo regolamento.

E rilancia con le dimissioni: «Countdown. Al via il conto alla rovescia! Tra 15 giorni si saprà se Cateno De Luca rimarrà sindaco di Messina oppure il 30 settembre diventeranno efficaci ed irreversibili le annunciate dimissioni. Ora sarà il consiglio comunale a doversi esprimere entro 15 giorni» scrive nel post Fb che annuncia la trasmissione della delibera al consiglio.

Un consiglio che dunque si ritrova di nuovo all’angolo e che avrà 15 giorni, perché questa è una delle modifiche proposte dal sindaco, per esaminare questo atto, portarlo in consiglio e votare.

Un provvedimento che alcuni consiglieri comunali hanno già iniziato a studiare, anche perché l’intenzione era quella di procedere con una proposta che partisse proprio dal consiglio stesso. Ma De Luca è stato più veloce. E adesso si torna a giocare la partita sul filo del rasoio.

L’amministrazione parte da un presupposto: il fatto di non avere in consiglio comunale nessuna rappresentanza. Quindi niente maggioranza e opposizione, da qui la necessità di «rendere esplicita la dialettica istituzionale e certo nei tempi il percorso produttivo delle disposizioni di competenza comunale e assicurare la rendicontabilità delle rispettive responsabilità nei confronti degli elettori».

QUALI SONO LE NOVITÀ CHE VUOLE INTRODURRE DE LUCA?

Si parte dalla convocazione delle sedute e il sindaco chiede di inserire all’art. 5 che «data e orario delle sedute delle commissioni e del consiglio vanno preventivamente concordati con il sindaco e con gli assessori di cui si richiede la partecipazione». Poi si chiede di inserire l’obbligo della diretta streaming di consigli e commissioni, una pratica in realtà già messa in atto dallo scorso consiglio, anche se non sempre con una resa eccellente.

CAPITOLO EMENDAMENTI: quelli che «non sono stati presentati e ritenuti ammissibili nelle commissioni consiliari competenti non possono essere riproposti in consiglio comunale». Un’ipotesi che di sicuro accelera i lavori in aula ma che potrebbe togliere ai consiglieri la possibilità di proporre emendamenti se non fanno parte della commissione competente.

EFFETTIVA PARTECIPAZIONE

Poi arriva la nota dolente. Quella che lo scorso consiglio comunale di fatto non ha mai affrontato pur parlando di questo tema per cinque anni: gettoni e indennità di presenza.

Innanzitutto De Luca vuole che «le seduta del consiglio comunale si devono concludere con una risoluzione sottoposta ai voti», quindi niente sedute che non arrivano a votare le delibere. E poi ecco il vero nodo caldo: «I consiglieri assenti all’atto della votazione della risoluzione o che non siano stati presenti per almeno ¾ dei lavori non hanno diritto a percepire alcuna indennità di presenza». Ma non è tutto: «I consiglieri, pur presenti, che non intendono partecipare al voto devono farlo constatare all’atto della votazione, pena la perdita dell’indennità di presenza».

Ragionamento uguale anche per le commissioni. E se vengono meno le condizioni dettate per avere l’indennità di presenza non ci saranno neanche i rimborsi al datore di lavoro, quindi niente oneri riflessi.

Altre novità riguardano la presenza in commissioni e consigli di sindaco, assessori, dirigenti, revisori dei conti, cda e dirigenti delle partecipate: non potranno essere convocati per più di due sedute a settimana e sempre concordando orari e giorni con gli ospiti.

TEMPI CERTI

Il sindaco vuole inserire che «le delibere di sindaco e giunta, munite di tutti i pareri, devono essere esaminate ed esitate dalla commissione competente entro cinque giorni lavorativi dall’avvenuta trasmissione alla presidenza del consiglio comunale. Trascorso inutilmente tale termine, la delibera, se il sindaco non ritiene di assegnare ulteriore termine, dev’essere iscritta all’ordine del giorno del consiglio per essere esaminata ed esitata nei successivi dieci giorni. Tali termini sono raddoppiato per le delibere che riguardano il bilancio di previsione, il rendiconto di gestione e la pianificazione urbanistica».

Quindi, stando ai tempi che il sindaco vuole indicare all’aula, per esempio questa delibera consegnata oggi alla presidenza del consiglio dovrebbe essere discussa dalla commissione entro giovedì e poi dal consiglio entro altri dieci giorni».

Un provvedimento che molti consiglieri comunali hanno già iniziato a studiare, con qualche interrogativo da chiarire sulla legittimità di alcuni passaggi ma con l’intenzione di andare verso una modifica del regolamento che possa dare regole più certe all’aula. Probabilmente dall’aula arriverà una controproposta, ma questo è ancora tutto da vedere. Di certo c’è che non bisogna perdere tempo e stare al passo del sindaco. Anche perché il messaggio di oggi è stato chiaro: o si va verso le modifiche o saranno dimissioni. Dopo l’Agenzia di risanamento la nuova sfida è servita.

Francesca Stornante

3 commenti

  1. Ancora un altro ricatto al consiglio comunale. Vogliamo proprio vedere se staranno tutti a subire tutto questo o se proporranno delle PROPRIE regole ben ragionate . Il consiglio deve darsi delle regole non dettate dal sindaco. Questa volta in consiglio ci sono molti professionisti e molte persone preparate. Speriamo che i consiglieri abbiano un certo rispetto per se stessi e non suibiscano supinamente

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  2. Questa volta in Consiglio comunale ci sono persone preparate e molti professionisti che non hanno bisogno di farsi dettare le regole da un altro organo del comune. Questo atteggiamento ricattatorio del sindaco è inaccettabile e ci auguriamo che il Consiglio non accetti supinamente i diktat di De Luca, un pò di orgoglio e rispetto per se stessi, forza consiglieri dimostrate chi siete !

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  3. il Comune è un organo amministrativo e non un organo politico per cui ritengo molto utile una riforma del regolamento per abbreviare i tempi per l’approvazione delle delibere .

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