Inaugurata la “Casa di accoglienza femminile – P.Annibale” dei padri Rogazionisti. Nuovo polo di carità

Inaugurata la “Casa di accoglienza femminile – P.Annibale” dei padri Rogazionisti. Nuovo polo di carità

ELENA DE PASQUALE

Inaugurata la “Casa di accoglienza femminile – P.Annibale” dei padri Rogazionisti. Nuovo polo di carità

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mercoledì 04 Gennaio 2012 - 08:35

La nuova struttura, realizzata in tempi record e dotata di tutti i comfort, accoglierà dodici donne senza fissa dimora per la durata di due settimana ciascuna. Soddisfatto ed emozionato il direttore dell’Istituto Cristo Re padre Paolo Galioto, che chiede aiuto anche all’amministrazione comunale: «Sindaco la verrò a disturbare tante volte»

Pareti dalle tonalità pastello, scrivanie e armadi in tinta; cucina ben attrezzata arredata con un tavolo in cui condividere cene e prime colazioni. Ma soprattutto tanto calore umano. Le stanze della nuova “Casa di accoglienza per donne senza fissa dimora – Padre Annibale” realizzata all’Istituto Cristo Re dei Padri Rogazionisti, sono ancora spoglie di “vite” e di oggetti, eppure già si respira quella sensazione di comunità familiare dove tra qualche settimane le prime 12 ospiti troveranno un ricovero sicuro e un pasto caldo. Tanti i cittadini che hanno preso parte al momento di presentazione che ha preceduto il taglio del nastro rosso, ben oltre le aspettative di Padre Paolo Galioto, giovane direttore della grande struttura religioso. E’ lui stesso a riconoscerlo non appena rivolge i saluti alla sala: «Siamo molto contenti, non ci aspettavamo così tanta gente anzi mi scuso con quanti sono rimasti nei corridoi o sulle scale. Avremmo dovuto affittare il Vittorio Emanuele» afferma sorridendo padre Paolo.

A riempire la sala tanti amici della grande famiglia dei Rogazionisti e soprattutto tanti volontari che con le loro azioni concrete e disinteressate portano avanti l’opera di padre Annibale: stare accanto ai poveri e ai bisognosi. A ricordare le tappe fondamentali della vita di Padre Annibale, le sue opere e i suoi messaggi, è il padre provinciale dei Rogazionisti, Angelo Sardone: «L’Istituto Cristo Re è diventato un polo di carità operativa, prima di tutto nel segno dell’ospitalità. Sebbene negli ultimi anni sia stato dato spazio soprattutto alle attività dedicate ai minori (nei giorni dell’emergenza di Lampedusa l’Istituto ha ospitato alcuni ragazzi tunisini arrivati dall’Isola delle Gente dopo la traversata), non ci siamo mai dimenticati degli adulti». Il 5 ottobre 2009 è stata infatti inaugurata la prima “Casa di accoglienza maschile per senza fissa dimora”, ancora oggi operativa a pieno regime con 13 posti letto. Ma la tradizione del volontariato e della vicinanza al mondo degli ultimi ha origini ben più lontane, oltre 25 anni fa: il 16 dicembre del 1986 è stata aperta la mensa dei poveri che ancora oggi, insieme a quella organizzata a Sant’Antonio, offre più di cento pasti al giorno. A lavorare, anche in questo caso, tanti giovani volontari che quotidianamente, con turnazioni ben organizzate, si recano nei due centri (Cristo Re pranzo e cena, Sant’Antonio solo cena) per preparare e servire pasti caldi.

Un ringraziamento “speciale” è stato rivolto a padre Antonino Drago, colonna portante della famiglia dei Rogazionisti, visibilmente emozionato per il nuovo risultato ottenuto: «Ringrazio tutti quelli che ci hanno aiutato, i tanti benefattori che ci hanno permesso di realizzare la seconda parte del nostro sogno iniziato con l’apertura della struttura maschile – commenta – in particolare gli operai della ditta (impresa Matas del signor. Calanni) che hanno lavorato senza sosta riuscendo a terminare tutto in tempi record. Per far funzionare al meglio la nuova Casa abbiamo bisogno di almeno 30 volontari, invito tutti coloro che sono intenzionati a darci una mano a farsi avanti. Abbiamo in mente ancora tanti progetti, pensiamo anche ad un poliambulatorio, ma per riuscirci non deve mancare l’aiuto reciproco».

Stesso messaggio che padre Paolo Galioto, rivolge direttamente al sindaco Buzzanca: «Caro sindaco, è il momento di serrare le file, di stare uniti. Le preannuncio che verrò a disturbarla tante volte perché dobbiamo fare il possibile per mantenere in vita queste strutture, punto di riferimento per tante persone, un esercito di bisognosi che ogni giorno, purtroppo, ingrossa le sue fila».
Al termine degli interventi, tutti giù in cortile per la benedizione e il taglio del nastro della nuova Casa, suddivisa in tre stanze, ciascuna con bagno e, rispettivamente, con cinque, quattro e tre letti, armandi e scrivanie; in un altro ambiente il soggiorno cucina, in un altro ancora una lavanderia con due lavatrici e tavola da stiro.

Nel grande salone da pranzo, con tavoli imbanditi di ogni leccornia, che di certo non andrà persa, è toccato a Mons. La Piana il taglio della torta e il brindisi di buon augurio. A festeggiare però, tra qualche settimana, saranno soprattutto le prime dodici ospiti. (ELENA DE PASQUALE)

(PHOTOGALLERY DINO STURIALE)

Un commento

  1. Cassaintegrato 4 Gennaio 2012 13:04

    Bellissima iniziativa per i più bisognosi… ma a parer mio l’unico personaggio fuori luogo era S. Eccellenza Mons. Calogero La Piana perchè dovrebbe perdere un pochino del suo prezioso tempo per riappacificarsi con il suo Presbiterio che a quanto si sente e si legge in giro non è certo felice della sua condotta.

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