Il Fronte Popolare Autorganizzato si è presentato questa mattina a Palazzo Zanca per un sit-in di protesta contro le politiche inconcludenti sul piano casa e disagio abitativo. Una lunga serie di richieste messe sul tavolo.
«Che prospettive ha questa Amministrazione per la soluzione al disagio abitativo? Come ha intenzione di investire i fondi comunali destinati alla manutenzione degli immobili pubblici ? come ha intenzione di investire i finanziamenti del PON METRO destinati all’emergenza abitativa? Come ha intenzione di spendere i fondi del Masterplan destinati alla stessa causa? E come mai rifiuta proposte di progetti di Co-Housing Sociale che provengono dal popolo, mentre avalla progetti che provengono da i soliti potenti della città? Come mai un Comune che abbraccia la Campagna Nazionale Sfratti Zero, continua a sfrattare famiglie indigenti che vivono nelle case popolari? E nello stesso tempo rifiuta di trovare soluzioni alternative che noi gli proponiamo?». Con queste domande, e con la speranza di ottenere qualche risposta, si sono presentati oggi a Palazzo Zanca i membri del fronte popolare autorganizzato che lottano per il diritto alla casa.
Hanno spiegato che sono sempre più numerose le famiglie che versano in situazione di disagio abitativo, ognuna con una storia diversa, ma la stessa disperazione. Dopo troppi mesi di inutili e vani tentativi di dialogo e proposte alle Istituzioni cittadine, è terminato il tempo delle chiacchiere fine a se stesse. Decine di famiglie “autorganizzate”, da parecchi mesi cercano di portare avanti un dialogo con l’Assessore alle Politiche per la Casa, con dignità propongono soluzioni, quanto più immediate possibili, per soddisfare un loro bisogno non più derogabile: “la casa”. Hanno proposto l’autorecupero dal basso di edifici inutilizzati per la realizzazione di un progetto di coabitazione sociale, in quando il Comune non disponeva di fondi. Ma nulla da fare. La burocrazia, l’assenza di coraggio e la mancanza di volontà politica hanno prevalso ai bisogni impellenti di quelle famiglie.
Successivamente hanno presentato un progetto di CO-HOUSING Sociale in coincidenza del “PO-FESR”, (fondi Europei stanziati alla Regione Sicilia che ammontano ad una somma di 6 milioni di euro per la sola Provincia di Messina),e neanche questa volta l’Assessore Pino ha voluto ascoltarci, anzi si è proprio ripetutamente rifiutato di riceverci per dare continuità alla proposta progettuale.
Nel frattempo, famiglie con lo sfratto per morosità, baraccati in attesa di risanamento, persone senza fissa dimora che non rientrerebbero in graduatoria per mancanza di requisiti in quanto persone singole, (ma che dignitosamente scelgono di non voler fare i barboni), malati terminali sfrattati, anziani, bambini, tutte persone che subiscono il disagio abitativo rimangono senza alcuna risposta da una Amministrazione che voleva essere degli “ ultimi” e “cambiare dal basso” la città , ma che in realtà si è rivelata sorda.
“Riteniamo che un’amministrazione attenta ai bisogni degli ultimi e che abbia a cuore la risoluzione definitiva del disagio abitativo dovrebbe attivare un tavolo tecnico con tutte le parti coinvolte ( Prefettura, Enel, Amam, IACP , Parti Sociali, Agenzia delle Entrate, Agenzia del Territorio, Demanio e Assessori al ramo ) per un censimento approfondito di tutti gli immobili comunali sfitti e privati abbandonati in città; programmare la destinazione degli immobili confiscati alla mafia per l’emergenza abitativa; requisire gli immobili privati abbandonati e inutilizzati (anche solo temporaneamente) per risolvere il disagio abitativo; redigere una Delibera Comunale per l’Autorecupero per consentire l’utilizzo delle risorse immobiliari già esistenti, (evitando così un’ulteriore cementificazione del territorio e speculazione edilizie) per sopperire al bisogno di nuclei familiari o soggetti in situazione di grave disagio abitativo.
la casa è un diritto: lavora e te la paghi come ho dovuto fare io,mica lo chiesta al sinnaco.
la casa è un diritto: lavora e te la paghi come ho dovuto fare io,mica lo chiesta al sinnaco.