I Servirail: "Delusi dai politici, ma non ci arrendiamo"

I Servirail: “Delusi dai politici, ma non ci arrendiamo”

Rosaria Brancato

I Servirail: “Delusi dai politici, ma non ci arrendiamo”

venerdì 08 Giugno 2012 - 14:14

Dopo la fumata nera della riunione di Palermo i lavoratori ex Servirail rispediscono al mittente la proposta delle Fs e sono pronti a continuare le proteste "La politica ha fallito- dicono- ha presentato un copia e incolla della soluzione del 28 maggio, che già avevamo definito vergognosa"

Alla fine, in cima al campanile, è salita anche la delusione, l’amarezza nel constatare che la politica locale ha fallito, che non ha alcuna incisività né forza per riportare al territorio quel che spetta al territorio. Ma insieme alla delusione ed alla rabbia è cresciuta per gli 85 lavoratori ex Servirail la determinazione nel non arrendersi e nel fare sempre più “squadra”. Il giorno dopo l’ennesimo schiaffo di Fs alla città i lavoratori Servirail, insieme ai sindacati, si son ritrovati sul campanile del Duomo per far il punto della situazione. Dalla riunione palermitana è emersa non solo la conferma di una proposta a dir poco inaccettabile ma anche un paradosso: l’intervento della politica, paradossalmente, è stato un boomerang.
Basta seguire la successione temporale degli eventi per comprendere lo stato d’animo di quanti, a pochi giorni dal ripristino del treno notte per Milano, avevano riposto tutte le speranze nel tentativo d’intermediazione affidato ai parlamentari Genovese (Pd) e Garofalo (Pdl), peraltro gli unici a fare qualcosa di concreto. Degli altri, a parte alcune passerelle di facciata non si è vista traccia.
Il 28 maggio a Roma i sindacati rifiutano seccamente i tozzi di pane che Fs lancia sul tavolo per risolvere la vertenza: 21 Servirail rioccupati a tempo pieno sul treno Sicilia-Milano con l’Angel service, gli altri 64 riassorbiti con imprese di pulizie operanti in appalto nel gruppo. Il 5 giugno il responsabile risorse umane Fs Braccialarghe scrive all’assessore regionale Russo, invitandolo a trovare un accordo perché, in caso contrario Angel service avrebbe assunto personale di altre regioni: “Continuo a ritenere che debba prevalere il buon senso e si arrivi alla firma di un accordo con l’assunzione di tutto il personale, evitando che i benefici del nuovo collegamento vadano a favore di altri”. Nel frattempo a Messina si sono mossi i due deputati che raccolgono le istanze dei lavoratori e dei sindacati e le portano al tavolo delle trattative a Roma. E qui scatta il paradosso, perché ieri a Palermo i sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil, Orsa si son visti ritornare sul piatto la stessa vergognosa proposta del 28 maggio, ma con due aggravanti: il ricatto di Fs, “o accettate subito o siete fuori” e la certezza della controparte che questa soluzione aveva l’avallo dei nostri parlamentari. Basta leggere il verbale di ieri a firma rappresentanti di Trenitalia, Fs ed Angel service: “Anche a livello istituzionale questa è stata individuata come unica soluzione concretamente realizzabile”.
In sostanza Trenitalia ha ribadito ai sindacalisti che il piatto di lenticchie non solo è l’unica soluzione, ma è condivisa dai nostri politici e occorre accettarla in fretta perché dietro la porta ci sono altri lavoratori pronti a farsi assumere. Uno schiaffo alla dignità difficile da digerire, ed in effetti un piatto di lenticchie in estate non lo digerisce neanche un lottatore di sumo. Tra parentesi, mentre per gli 85 messinesi ci sarebbe posto sul Sicilia-Milano solo per 21, altri 7 milanesi sono stati assunti in virtù di un accordo raggiunto a livello locale che in pochi mesi ha garantito il riassorbimento di tutti i Servirail licenziati in Lombardia.
Rispedita al mittente la proposta, il ritorno notturno al campanile è stato scandito dall’amarezza nel constatare come davvero la nostra classe politica non riesca più ad incidere. “La riunione di Garofalo e Genovese a Roma è servita a bloccare la trattativa- dichiara Pasquale Maimone- hanno fatto un copia e incolla con la proposta del 28 maggio delle ferrovie, che noi avevamo già rifiutato perché inaccettabile. Adesso i nostri politici, tutti, dovrebbero battersi i pugni sul petto e ricordarsi di essere siciliani. Dovrebbero lottare per i diritti di noi siciliani”. Per i lavoratori l’esito della riunione palermitana è l’ennesima prova del fallimento della politica. I toni sono duri e non potrebbe essere altrimenti perché nelle altre regioni dove i Servirail sono stati licenziati la soluzione è stata trovata e senza risposte umilianti e prive di garanzie per i lavoratori. Perché, e questo ci tengono tutti a sottolinearlo, non si dice “no al lavoro”, il no è ad un’occupazione priva di garanzie e di clausole che rispettino la professionalità e l’anzianità dei licenziati.
L’unico aspetto positivo dell’accaduto è che sono state superate le frizioni dei giorni precedenti. Tutti gli 85 Servirail sono sotto un’unica bandiera, quella della protesta ad oltranza. “ Ci hanno presentato sul tavolo la stessa proposta del 28 maggio- conclude Lillo Rizzo- non l’abbiamo accettata allora e non l’accettiamo adesso. Anzi, manifesteremo in modo sempre più forte. I politici ci hanno deluso, perché hanno ricopiato una proposta che noi abbiamo definito vergognosa già la prima volta”.
All’inizio, tornando da Palermo nella notte, si son sentiti un po’ più soli, delusi dal fallimento del tentativo “politico” ma stamattina, guardandosi negli occhi, tutti insieme, hanno deciso che va bene anche così, basta saperlo su chi si può contare e su chi “conta davvero” e chi un po’ meno. Vorrà dire che, insieme ai sindacati,e a chi vorrà affiancarli, continueranno a battersi per un diritto al lavoro che deve essere diritto “uguale” da Milano a Messina.
Rosaria Brancato

2 commenti

  1. L'Osservatore 8 Giugno 2012 17:23

    …Volete vedere che adesso Buzzy farà un’altra lettera a Monti???
    Delusi dalla politica? No, soltanto l’ultima di una lunga serie per sancire – PER CHI ANCORA AVESSE DUBBI – l’inutilità dei politici siciliani (e messinesi in particolare)!

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  2. FRANCESCO TIANO 9 Giugno 2012 12:39

    La categoria dei disoccupati è la più penalizzata, bisogna unirsi e fare valere i propri diritti. Le opportunità di lavoro sono oggi riservate a quei pochi soggetti che si piegano alle logiche del potere politico. Il lavoro è un diritto di tutti e va tutelato attraverso il sistema meritorio. Le chiacchiere sulla crescita economica ed occupazionale si sprecano è arrivato il momento di passare alla programmazione e progettazione del territorio in maniera funzionale alla tutela dei posti di lavoro ed allo sviluppo dei settori che ne producono altri. Lottiamo insieme per salvaguardare il nostro diritto di serenità e contro agli interesse di parte.

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