Hanno occupato gli uffici della direzione per protestare contro l'esternalizzazione del servizio di ristorazione. Per ora la protesta si è fermata, ma i lavoratori, guidati da Orsa e Ugl, annunciano eclatanti azioni di lotta in mancanza di risposte positive. Pecoraro ha incontrato i sindacati: "La riduzione del costo del servizio è imposta dalla spending review"
Circa 30 addetti alla ristorazione degenti del Policlinico, questa mattina hanno occupato i corridoi degli uffici della direzione per protestare contro il nuovo bando per l’assegnazione dell’appalto che prevede la chiusura delle cucine interne al plesso ospedaliero e l’esternalizzazione del servizio.
“É l’ennesima dimostrazione della cattiva gestione dei dirigenti incaricati della gestione dei servizi essenziali – hanno affermato i sindacati -, anche nel caso della ristorazione degenti si è scelto di percorrere la strada dei tagli a discapito di lavoratori e utenza, ennesima esternalizzazione che oltre alla perdita di oltre 50 posti di lavoro causerà un drastico abbattimento della qualità del pasto che provenendo da centri di cottura esterni sarà cucinato e confezionato molte ore prima di giungere nelle tavole dei pazienti ricoverati”.
In tarda mattinata Giuseppe Pecoraro ha ricevuto i lavoratori guidati da Francesca Fusco dell’Orsa e da Nello Bombaci dell’Ugl. Il direttore generale del Policlinico ha ribadito il concetto per cui la spending review costringerebbe a ridurre drasticamente il costo del servizio ma secondo i rappresentanti sindacali la dirigenza pecca di scarsa volontà a misurarsi nel mercato. “Si stanno mettendo da parte due centri di cottura pagati con soldi pubblici – affermano Fusco e Bombaci – trascurando la possibilità di renderli produttivi per raggiungere l’obiettivo del mantenimento dei livelli occupazionali e di un migliore servizio per i degenti”.
“É arrivato il momento di una seria assunzione delle responsabilità per chi ha l’incarico di gestire la cosa pubblica – ha aggiunto Mariano Massaro -. Per giustificare i lauti compensi pagati dalla collettività, i “manager” pubblici devono dimostrare di saper produrre ricchezza e lavoro, in tal senso si è persa un’occasione chiudendo i centri cottura del policlinico”.
“In tempi di “rottamazione della politica sarebbe opportuno rinnovare anche il parco degli amministratori pubblici. Se l’unico modo che conoscono per far quadrare i conti è quello di licenziare i lavoratori – continua Massaro – farebbero bene a dimettersi e dedicarsi ad altro, in tempi di crisi c’è bisogno di uomini capaci di favorire la crescita, ad ordinare tagli su tagli son capaci tutti”.
Intanto i lavoratori hanno momentaneamente sospeso il sit-in ma annunciano ulteriori eclatanti azioni di lotta a tutela del posto di lavoro.
Una proposta. Perchè i 73 dipendenti non si associano in cooperativa e formulino loro un’offerta ad un costo pasto per giornata alimentare conveniente, azichè aspettare che ci sia una ditta pronta a subentrare per assorbirli tutti con il costo del personale talmente elevato da assorbire il margine di guadagno? Cari signori, è troppo comodo oggi, accollare il costo alla collettività. Ad oggi, con questi numeri non c’è e non ci sarà una ditta interessata a partecipare ad una gara in perdita. dunque i nodi sono venuti al pettine, O diminuire il numero dei dipendenti per garantire il lavoro a quelli che rimangono, o affidare ad una ditta esterna il servizio e mandare a casa tutti. non c’è più trippa per gatti.