I sindacati annunciano che da oggi i lavoratori di Messinambiente tornano in presidio a Palazzo Zanca e che nelle prossime ore si decideranno le nuove azioni di protesta. Dicono basta allo stillicidio del "non fare". L'aula però si è trovata bloccata sul caso della decadenza della collega Sindoni. E in ballo resta anche la sfiducia.
Alla fine un altro ostacolo, l’ennesimo. La MessinaServizi Bene Comune e in generale il futuro della gestione rifiuti sembrano non godere di buona sorte. Il caso Sindoni che è scoppiato in questi giorni tra gli scranni di Palazzo Zanca rischia di bloccare totalmente tutte le attività del Consiglio comunale. In ballo c’è la mozione di sfiducia, oggi i capigruppo decideranno quando calendarizzare la delicatissima seduta che porterà in aula la mozione che potrebbe mandare a casa il sindaco Renato Accorinti, tutta la sua giunta e l’intero civico consesso. In sospeso c’è però anche la costituzione della nuova società rifiuti. Dopo settimane di lavoro in commissione e dure proteste di lavoratori e sindacati, finalmente la delibera era stata inserita come primo punto all’ordine del giorno dei lavori d’aula. I consiglieri erano pronti a trattare la questione anche prima della sfiducia, nonostante si tratti di una questione politicamente molto importante e da cui dipende il futuro di un settore cruciale. Ma ecco che torna alla ribalta l’ineleggibilità della consigliera comunale Donatella Sindoni, ecco che l’aula viene nuovamente chiamata a decidere sulla decadenza della collega mentre lei va avanti con la sua battaglia legale e non ha intenzione di lasciare il suo scranno, ecco che i consiglieri si trovano intrappolati in un caso spinoso e controverso. Le ultime due sedute lo hanno dimostrato: l’aula non riesce a tenere il numero legale. Se non si andrà avanti sulla delibera Sindoni però non si potrà fare altro perché c’è in gioco la legittimità dell’aula e degli atti che questa vota. Quindi tutto paralizzato.
Sul fronte della MessinaServizi, sembrava che aver guadagnato qualche giorno in più con il rinvio al 22 febbraio dell’udienza fallimentare potesse rendere i lavori del consiglio comunale più sereni. Non si erano placati tutti i dubbi e i timori sulla costituzione della nuova società, ma i consiglieri erano quantomeno pronti a confrontarsi in aula con assessori e dirigenti. Invece si dovrà attendere ancora e a questo punto non si sa quando si sbloccherà questa situazione. Sindacati e lavoratori, che da giorni monitorano le attività del consiglio, sono però di nuovo sul piede di guerra. Avevano deciso di abbassare i toni per dare il tempo all’aula di iniziare la discussione sulla nuova società rifiuti. Quanto accaduto però in questi due giorni li ha nuovamente svegliati.
«Non sono più accettabili i continui rinvii delle sedute del Consiglio Comunale. Il “non fare” è uno stillicidio che aumenta la tensione tra i lavoratori mentre l’immondizia impera nelle strade» scrivono le segreterie di Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. «Ancora una volta il Consiglio Comunale “decide di non decidere – affermano la segretaria generale della Fp Cgil, Clara Crocè e il Segretario di settore, Carmelo Pino, il segretario della Fit Cisl, Lillo D'amico, e il segretario della Uiltrasporti, Silvio Lasagni– provocando disagio e preoccupazione tra i lavoratori che temono che a causa dei continui rinvii delle sedute del Consiglio Comunale possa accadere l’irreparabile. I lavoratori hanno deciso di presidiare Palazzo Zanca e nelle prossime ore decideremo le iniziative di protesta da mettere in campo a tutela dei lavoratori e del servizio da rendere ai cittadini». Il clima si fa dunque sempre più rovente.
Francesca Stornante
Il tutto si deve all’ esito del ricorso presentato dai candidati del Pd, maturato ben tre anni dopo.
Il tutto si deve all’ esito del ricorso presentato dai candidati del Pd, maturato ben tre anni dopo.
Sono curioso di vedere come riuscirete a rigirare la frittata per dare la colpa al sindaco. Ma sono sicuro che la fantasia non vi manca.
Sono curioso di vedere come riuscirete a rigirare la frittata per dare la colpa al sindaco. Ma sono sicuro che la fantasia non vi manca.
Il Sindaco ha la gravissima colpa di non avere fatto quanto promesso in campagna elettorale, ossia presentare la delibera di “dissesto” tutto il resto viene da se a cascata. I debiti seppelliscono l’Ente che non è in condizione di pagare e con delibere varie non si risolve il problema. Tra qualche mese i lavoratori saranno nuovamente a rischio stipendio perchè non vi è chiarezza sulla gestione ne nuovi progetti solo l’accorpamento di altro personale circa 600 unità in tutto sul cui numero e impiego ci sarebbe da trovare altre soluzioni… Insomma i problemi vanno risolti una volta per tutti e non rimandati con i rischi che ciò comporta! Per il resto siamo tutti ovviamente per una soluzione definitiva e positiva per i lavoratori!
Il Sindaco ha la gravissima colpa di non avere fatto quanto promesso in campagna elettorale, ossia presentare la delibera di “dissesto” tutto il resto viene da se a cascata. I debiti seppelliscono l’Ente che non è in condizione di pagare e con delibere varie non si risolve il problema. Tra qualche mese i lavoratori saranno nuovamente a rischio stipendio perchè non vi è chiarezza sulla gestione ne nuovi progetti solo l’accorpamento di altro personale circa 600 unità in tutto sul cui numero e impiego ci sarebbe da trovare altre soluzioni… Insomma i problemi vanno risolti una volta per tutti e non rimandati con i rischi che ciò comporta! Per il resto siamo tutti ovviamente per una soluzione definitiva e positiva per i lavoratori!