Dopo l’approvazione della delibera sul cambio di destinazione d’uso avvenuta negli scorsi mesi, i dipendenti non sanno ancora se e quando riprenderà l’attività. Il segretario Oceano vicino ai dipendenti
I lavoratori della Triscele e i Segretari Provinciali di Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, alla fine dell’incontro odierno presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro di Messina hanno deciso l’avvio di un quadro di iniziative e di manifestazioni per il Lavoro e la ripresa produttiva della Birra Triscele (ex Birra Messina). Primo appuntamento oggi 20 marzo alle ore 9.00 davanti ai locali dello stabilimento di Via Bonino, chiedendo che sulla delicata vertenza vi sia il coinvolgimento e la sensibilizzazione delle Istituzioni, e dell’intera opinione pubblica. La provincia di Messina non può perdere la prospettiva della ripresa produttiva della Triscele, attraverso un progetto di delocalizzazione dello stabilimento storico di via Bonino.
Ieri nell’incontro all’Ufficio Provinciale del Lavoro, alla vigilia della scadenza della Cassa Integrazione Straordinaria, era necessario l’avvio del confronto sul nuovo piano industriale, che precisasse tempi e modalità della ripresa produttiva. Le organizzazioni sindacali hanno preso atto della mancata volontà dell’azienda di procedere in tale direzione con la giustificazione del non completamento dell’iter procedurale del cambio di destinazione d’uso del terreno sul quale sorge oggi lo stabilimento della Triscele srl.
Il sindacato ha ribadito come dopo l’approvazione da parte del consiglio comunale di Messina sul cambio di destinazione d’uso così come avvenuto per la vicina “Molini Gazzi”, non sia più rinviabile l’avvio della fase della predisposizione del nuovo piano industriale, necessario non solo alla ripresa delle attività produttive, ma alla trasformazione dell’attuale Cassa Integrazione, nella quale si trovano collocati i 42 lavoratori: tutto ciò è necessario per evitare i licenziamenti degli stessi. Il Sindacato ritiene che alla luce di questa posizione dell’azienda sia necessario un’accentuazione della mobilitazione con il coinvolgimento di tutti i soggetti protagonisti della vertenza, a partire dalla Prefettura di Messina, che già nell’aprile 2011 si occupò della stessa.
Infine, il quadro di iniziative previsto da oggi e che sensibilizzerà tutti i soggetti interessati avrà un primo passaggio di verifica nell’avanzamento della vertenza il 16 aprile, nel prossimo incontro già convocato presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro.
Il segretario generale della Cgil di Messina intanto esprime, a nome proprio e di tutto il sindacato, solidarietà ai lavoratori che questa mattina sono tornati a protestare per chiedere quale sia il progetto produttivo. “Non è possibile- commenta Oceano – che a Messina spariscano tutte le attività e si ritenga di poter sostenere un’economia limitandosi a costruire appartamenti. Per salvare questa città e il lavoro occorre ridisegnare le linee guida dello sviluppo investendo e rilanciando i settori produttivi”.-
Visto ! siete arrivati dove voleva Faranda vi licenzierà tutti e nessuno ormai può far niente avete fatto esattamente il suo gioco per essere troppo fessi. L’affare erano le palazzine non la birra. Perche i sindacati non controllavano l’iter degli accordi contrattuali che Faranda ha preso con Heineken e che non ha mantenuto? Richiedete copia di quegli accordi contrattuali forse siete ancora in tempo!!!
Grande Francantonio Genovese sindaco di Messina: dopo lo spot contro il ponte di sabato a tutela dei suoi interessi privati nella Tourist Caronte (15,00% con la GE. IMM., ma forse anche di più)- che esprimeva soddisfazione al pari dell’altro grande figlio sen. D’Alia quando il 20 gennaio il CIPE stornava i fondi per il ponte destinati a Messina e Reggio (3,9 miliardi di euro) per i progetti dell’alta velocità al nord. Ci si ricorda di Francantonio quando annunciava dai microfoni di RTP che i grandi imprenditori Faranda avevano acquistato lo stabilimento dall’HENEIKEN per rifarci la Birra Messina e che il Messina calcio non aveva bisogno dell’aiuto del Milan per salvarsi (due retrocessioni di seguito.
La verità era spicciola: avevano reggiunto l’accordo (lui e i Faranda)per trasformare l’area dello stabilimento in edificabile e costruirci sopra tante belle palazzine, alla faccia dei lavoratori, dell’orgoglio e della produzione in questa città.
Cosa pensano i verdi, Anna Giordano, la CGIL del loro santo patrono? Lui gli uccelli non li fa sbattere contro il ponte, se li manngia direttamente!!!
Scusate ragazzi ma ancora credete nelle favole…. è finita… è finita…chi vi doveva difendervi si è venduto…. la stessa fine farà l’atm e i lavoratori fs… quegli spazi fanno troppa gola alle caste…
Che squallore, che vergogna!
Si pensava che Faranda fosse tornato per dare lavoro ed invece si è preso gioco dei lavoratori, non certo di quegli amministratori politici che lo hanno incensato ben sapendo quale fosse il suo reale scopo.
A Messina esistono centinaia di appartamenti nuovi invenduti o sfitti.
Cosa fa credere a Faranda(e a chi sta dietro di lui…) che riuscirà in quello che a vecchi volponi, come Vinciullo, non riesce più?
Mi perdoni:
se lei come tanti altri messinesi pensa (c’è chi ci “spera e spia” poveri illusi!!!)ancora a Francantonio, o Peppino o Gianpiero siete rimasti parecchio indietro!
Messina DEVE risollevarsi ma non con questi “signori”.
Anna Giordano mi sembra (non la conosco)davvero una brava persona, non credo possa “mischiarsi” con la vecchia oligarchia politica messinese.