Anche a Messina sabato 28 la mobilitazione della Fai Cisl con un sit-in sotto la sede della Prefettura. «Serve un piano straordinario contro il dissesto idrogeologico. Puntare sul rilancio e lo sviluppo del patrimonio ambientale»
«Non è solo il sistema agroalimentare da costruire, ma il sistema ambiente, soprattutto nel nostro territorio». La mobilitazione nazionale della Fai Cisl assume un’importanza maggiore in provincia di Messina dove l’agroalimentare può rappresentare un’occasione di sviluppo e lavoro ma viene frenato da mancanza di infrastrutture e dalla mano lunga delle organizzazioni criminali.
Rilanciare la produttività, un Patto generazionale per valorizzare i giovani, la garanzia di una pensione dignitosa, meno tasse sul lavoro e buste paga più pesanti per i lavoratori del settore sono alla base della raccolta firme promossa anche dalla Fai Cisl Messina che ha organizzato per sabato 28 ottobre, giornata della mobilitazione nazionale, un sit-in con presidio di lavoratori e delegati sotto la sede della Prefettura.
«Invochiamo nuove e più sostenibili regole pensionistiche per tutti i lavoratori – spiega la segretaria generale della Fai Cisl Messina, Sabina Barresi – con una maggiore flessibilità in uscita e il rafforzamento della fiscalità per le assunzioni giovanili. È fondamentale abbattere il cuneo fiscale per i redditi medio-bassi, con buste paga più pesanti che realizzino obiettivi di coesione sociale e rilancino i consumi».
Attenzione anche ai contratti e al mercato del lavoro. «Servono ammortizzatori sociali rafforzati, anche nelle aziende sotto i 15 dipendenti. Bisogna prevedere una copertura attraverso la disoccupazione agricola per i lavoratori a tempo indeterminato e per i dipendenti di cooperative di trasformazione. Restituire il diritto di contrattazione ai lavoratori idraulico-forestali sbloccando il contratto nazionale negato da cinque anni».
Appello anche contro il precariato e lo sfruttamento. «Chiediamo di elevare la retribuzione minima dei contratti di prestazione occasionale e far partire una guerra senza sconti contro il caporalato. Serve un piano straordinario per il contrasto al dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio che faccia leva sul lavoro forestale e della bonifica. Serve puntare sul rilancio e sullo sviluppo del patrimonio ambientale».