Scaduti anche gli ammortizzatori sociali, per i 24 lavoratori riprende la lotta. Hanno occupato i binari della stazione per sollecitare la politica cittadina e regionale ad agire con urgenza ed efficacia. La protesta per il momento è sospesa dopo che l'assessore regionale alle infrastrutture, Nino Bartolotta, si è impegnato per un incontro con il direttore delle risorse umane di Fs, Domenico Braccialarghe
Un incubo che finisce, un altro che continua. Se per i Servirail la situazione può dirsi finalmente risolta, con le assunzioni degli ultimi lavoratori rimasti, altrettanto non può dirsi per i Ferrotel, per i quali sono scaduti anche gli ammortizzatori sociali.
“Altri 24 lavoratori messinesi con annesse famiglie al seguito si apprestano ad imboccare il triste sentiero della vita a reddito zero – afferma il segretario regionale dell’Orsa, Mariano Massaro -. Licenziati a seguito della chiusura del centro Ferrotel di Messina, hanno esaurito anche il paracadute degli ammortizzatori sociali e le promesse di ricollocazione con cui la politica siciliana e la dirigenza ferroviaria hanno mitigato la fiamma della protesta si sono esaurite nel nulla di fatto”.
E così oggi riparte la vertenza contro la dirigenza ferroviaria. I lavoratori hanno anche bloccato i binari della stazione centrale di Messina per sollecitare la politica cittadina e regionale ad agire con urgenza ed efficacia col fine di garantire i diritti della comunità. Chiederanno udienza anche al Prefetto, che da subito si è dimostrato sensibile alle rivendicazioni dei lavoratori. “E’ il primo atto di una vertenza – prosegue Massaro – che promette di innalzare i toni del conflitto per mettere la parola fine alla politica dei tagli che F.S. ha imposto alla regione relegandola a livelli da terzo mondo. I soloni delle poltrone regionali dell’ex governo Lombardo sono scomparsi lasciando il sistema dei trasporti siciliani nel completo abbandono, migliaia i posti di lavoro persi; treni regionali, convogli a lunga percorrenza, carri merci e trasporti marittimi sono pressoché inesistenti, la scarsa autorevolezza della politica siciliana ha consentito alla cinica dirigenza ferroviaria di completare il disegno di abbandono della regione, e mentre il governatore Lombardo si dava un tono promettendo ai siciliani il ponte più lungo del mondo, F.S. sbaraccava gli ultimi residui di infrastrutture che ci tenevano legati al mondo civile”.
E una prima apertura è giunta dalla segreteria cittadina del partito democratico che ha interessato l’assessore regionale alle infrastrutture, Nino Bartolotta. L’assessore messinese si è impegnato a convocare un incontro col direttore delle risorse umane di Fs, Domenico Braccialarghe. L’occupazione è quindi terminata intorno alle 13.30 e la protesta sospesa in attesa di buone nuove.
Ormai è storia di tutti i giorni: Lavoratori disperati che devono combattere per mantenere il posto di lavoro.E nessuno dei politici messinesi ha atteggiamenti di solidarietà ne si interessa di queste madri e padri di famiglia che devono portare necessariamente il pane ai loro figli.Inspiegabile è anche l’atteggiamento dei datori di lavoro che scaricano sulle loro maestranze il peso di questa crisi,se si continuerà così andremo certamente verso una guerra civile un conflitto tra chi ha i mezzi di sussistenza e chi no.
Questi dovrebbero essere i propositi e le agende della prossima campagna elettorale e non le dispute di chi si deve candidare per il posto di Senatore o di Onorevole.
Poi si lamentano se la gente non va a votare.