Il teatro Vittorio Emanuele si ferma. "I tagli regionali sono diventati insostenibili"

Il teatro Vittorio Emanuele si ferma. “I tagli regionali sono diventati insostenibili”

francesco musolino

Il teatro Vittorio Emanuele si ferma. “I tagli regionali sono diventati insostenibili”

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venerdì 25 Maggio 2012 - 08:34

Il provvedimento riguarda sia la stagione di musica sia quella di prosa. Per la prima volta nella sua storia l'Ente costretto ad avere un disavanzo. Solidarietà ai professori d'orchestra, agli artisti e alle maestranze messinesi

Blocco di tutti gli spettacoli da oggi fino al 31 dicembre prossimo. Queste le decisioni del Consiglio di Amministrazione dell'EAR Teatro di Messina dopo i tagli al finanziamento regionale che, di fatto, impediscono la prosecuzione dell'attività. Andrà in scena solo "La Rondine" di Puccini", in programma il 28 e il 30 maggio e il 1. giugno, ma in segno di protesta è stata soppressa la conferenza stampa, in programma domani 25 maggio.

Questa la lettera che oggi è stata inviata a tutte le compagnie, al Presidente della Regione, agli assessori regionali al Turismo e al Bilancio, al Sindaco di Messina, al Presidente della Provincia, ai deputati nazionali e regionali e ai Sindacati:

"Si comunica la dolorosa decisione – votata all'unanimità dal Consiglio di Amministrazione su proposta del Sovrintendente – dell'E.A.R. Teatro di Messina di sospendere, con decorrenza immediata, tutte le attività di spettacolo in programma da oggi al 31 dicembre prossimo, sia della stagione di musica sia della stagione di prosa, ivi compresi gli spettacoli della Sala Laudamo e le favole e i pupi per i bambini. Andrà in scena soltanto "La Rondine" di Puccini perché lo spettacolo è già allestito e la sua sospensione non comporterebbe alcun risparmio, anzi si perderebbe anche la possibilità dello sbigliettamento

Il taglio del finanziamento regionale, intervenuto in corso di stagione e che, dopo l'ultima integrazione pari a un milione di euro, supera comunque la soglia del 22%, infatti, non consente più alcune spesa. Anzi l'Ente sarà in difficoltà anche a pagare gli stipendi sino alla fine dell'anno, tanto che si può prevedere, per la prima volta nella storia del Teatro di Messina, un disavanzo finale, pari a circa un milione e 200 mila euro.

Questa è la situazione drammatica di un Ente che non solo è certamente fra le maggiori istituzioni culturali della città ma anche – specie nelle ultime stagioni – ha prodotto un ritorno economico sul territorio con l'utilizzazione dei professori d'orchestra, di attori, registi, tecnici e maestranze nati e operanti a Messina, che hanno potuto mostrare pubblicamente le loro qualità, peraltro in molti casi riconosciute anche in campo nazionale. A loro va la nostra più incondizionata solidarietà.

Naturalmente continuiamo a sperare in un ripensamento della Regione che, pur in un condivisibile clima di austerità, possa consentire una programmazione comunque dignitosa e degna delle tradizioni dell'Ente, senza mettere in pericolo gli stipendi, senza impedire il lavoro ai professori d'orchestra, agli artisti e alle maestranze messinesi. E senza impedire agli abbonati, e agli appassionati in genere, la corretta fruizione dei cartelloni".

Prossimamente sarà organizzata una serie di iniziative, di concerto con Comune e Provincia, per salvaguardare il futuro dell'Ente Teatro.

Un commento

  1. Tommaso Barone 25 Maggio 2012 13:20

    che vergogna per la città, la mia non vuole essere un denigrare l”impegno politico a tale riguardo,assoluta solidarietà anche al sindaco ed altre istituzioni interessate.A mio avviso bisogna interessare tutta la città,lo so che non è facile dato il periodo che stiamo attraversando ma la città non si può permettere di cancellare ulteriormente la sua storia, bisogna cercare soluzioni non solo amministrative ma soprattutto politiche;e si cari cittadini prima del quadro economico bisogna risolvere le scelte politiche di una città allo sbando per diatribe del potere politico, senza escludere alcuna fazione di destra di sinistra odi centro,chi tiene a cuore la città deve fare un passo indietro o avanti i tempi non consentono ripensamenti o tentennamenti.Svegliamoci la città chiama.

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