Dopo il dossier sul ritorno della mafia nei campi e la denuncia di Coldiretti - un business da 5 miliardi l'anno - il Governatore Crocetta e l'assessore Caleca hanno presentato oggi a Messina il primo protocollo per la legalità nel settore agricolo. Un modello che sarà esteso nel resto dell'isola ma che parte dal Parco dei Nebrodi.
E' tornato in città stamattina Rosario Crocetta, all'indomani della notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati per l'affair Sicilia E Servizi con l'ex pm Ingoria. Una indagine che il Presidente ha liquidato in una battuta come "paradossale". In Pefettura, Crocetta ha presentato l'ennesimo protocollo di legalità, stavola reltivo all'affitto dei terrreni agricoli e le truffe comunitarie nel settore. Un fenomeno che ha proprio nel messinese, e che da qui si ramifica nell'intera isola, ha assunto proporizioni preoccupanti, come testimoniano gli arresti dei tortoriciani per le truffe comunitarie a Caltagirone o l'inchiesta sul patronato, ancora una volta di Tortorici, che presentava false pratiche per accedere ai fondi Esa. Non è un caso, quindi, che a Messian stamane, in Prefettura, sia stato anticipato questo Protocollo che sarà poi introdotto a livello regionale. Un protocollo che vuole essere una riforma di fatto dell'intero settore.
Ecco i punti chiave :l’affitto dei terreni agricoli non potrà andare oltre i 6 mesi, ogni società si dovrà dotare del proprio fascicolo aziendale, gli enti preposti alla concessione dei terreni e dei contributi potranno chiedere in Prefettura informazioni sui soggetti che vogliono accedere ai fondi agricoli. Sono i nodi essenziali dell'accordo operativo sottoscritto dal Prefetto Stefano Trotta, l'onorevole Francesco Calanna in qualità di Commissario dell' Esa, il presidente del Parco dei Nebrodi Ennio Antoci e i sindaci dei comuni nebroideo.
Un documento operativo per la legalità quindi, ma con un occhio all’Expo, dove il Parco sarà presente, come ha annunciato l'assessore regionale all'ambiente Maurizio Croce. Nel settore agricol, ha spiegato l’assessore regionale Nino Caleca “gli strumenti di legalità già sperimentati con le imprese non esistono, e non abbiamo regole che ci consentono di sapere, quando eroghiamo centinaia di euro di contributi, di sapere a chi vanno”. L’assessore ha anche annunciato che il documento firmato ieri in riva allo Stretto è un’anticipazione di quello che sarà introdotto in tutte le altre province grazie ad una sorta di “modello” preparato dall'ex procuratore Caselli, che sarà sottoposto a tutte le prefetture siciliane.
Non è un caso che sia stato firmato a Messina: è qui che il Parco dei Nebrodi e l’Ente di Sviluppo Agricolo hanno incontrato le maggiori difficoltà per via del totale controllo del terreni da parte dei clan nebroidei, un controllo che si estende oltre la provincia messinese. Un controllo esercitato dal malaffare in tutta la regione, come denunciato appena due giorni fa da Coldiretti col rapporto sull Agromafie. Spaventosi i numeri: Cosa Nostra è tornata ai pascoli e i terreni, e attraverso i contributi allo sviluppo dell'agricoltura draga risorse pubbliche per oltre 5 milioni di euro l'anno.
“ I contributi agricoli sono erogabili soltanto a soggetti titolari dei terreni da più di sei mesi, per questo limitando temporalmente la concessione crediamo di poter abbattere i tentativi di truffa “, ha spiegato Calanna. “Anche il fascicolo aziendale è uno strumento efficace in questo senso. Oggi non è obbligatorio per legge, ma se ogni azienda è obbligata a registrate le proprie particelle di terreno e inserirle nel registro telematico Sian nel momento in cui presenta la domanda di accesso ai fondi agricoli, avremo agevolmente un censimento preciso delle particelle, senza che queste possano essere dichiarate contemporaneamente più volte a soggetti diversi ed evitando facilmente che si verifichino casi incredibili come quello di Comiso, dove sono stati dichiarati come seminativi terreni che ricadevano nell'aera dell'areoporto".
Alla firma del protocollo non poteva mancare il Governatore Crocetta, che non ha lesinato una “frecciatina” al sindaco di Floresta, recentemente uscito dal Parco dei Nebrodi in polemica: “avrebbe potuto comunque esserci, come ci sono tutti i suoi colleghi dell’area”. Tra questi, Antoci, oggi presidente del PArco, e il sindaco di Troina. "Sono stati loro a sottoporci questo problema – ha spiegato Crocetta – e non è un caso che siano sotto scorta".