Accorpamento piccoli comuni, il "no" degli amministratori alla riforma Valenti

Accorpamento piccoli comuni, il “no” degli amministratori alla riforma Valenti

Giusy Briguglio

Accorpamento piccoli comuni, il “no” degli amministratori alla riforma Valenti

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lunedì 26 Agosto 2013 - 11:23

L'accorpamento dei comuni con meno di 5 mila abitanti fa già discutere. Gli amministratori e i cittadini vedono nella bozza il rischio di perdita dell'identità culturale e della storia delle comunità. Sulla proposta dell'assessore Valenti è intervenuto il presidente del consiglio di Roccalumera, Antonio Garufi

E’ ancora una bozza, ma la proposta di accorpamento delle autonomie locali presentata dall’assessore regionale Patrizia Valenti fa già discutere. L’idea è di riformare la struttura amministrativa pur mantenendo l’identità dei vari enti, ma il concetto che i piccoli comuni jonici diventeranno la periferia di Messina non piace per niente agli esponenti locali né ai cittadini che invece leggono nella proposta di accorpamento il modo più veloce di cancellare i comuni piccoli. Le rassicurazioni del funzionario regionale non sono bastate. La Valenti, intervenuta nei giorni scorsi a Roccafiorita alla festa del 400esimo compleanno, ha cercato di quietare gli animi, pur mantenendo salda la mano sulla linea intrapresa: l’accorpamento sembra l’unico modo di razionalizzare le risorse economiche ed evitare gli sprechi. Si prospettano voci di protesta se la proposta dovesse concretizzarsi. Ma il malcontento è già diffuso e sposta l’attenzione su quali siano i veri sperperatori di denaro pubblico, comuni o regione? E perché allora non accendere i riflettori sulla questione reale prima di procedere a cancellare la storia dei comuni con meno di 5 mila abitanti? Le domande sono tante, la risposta per il momento è unica, ma non soddisfa. La rivolta è generale, da ogni parte della Sicilia si stanno levando in questi giorni voci di “no” all’accorpamento. Nella provincia jonica gli animi sono in fermento. Sulla questione è intervenuto il presidente del consiglio di Roccalumera, Antonio Garufi.

“Non si sa ancora molto – dichiara Garufi – ma quello che comincia ad emergere dalle prime indiscrezioni non fa presagire nulla di buono ed oltretutto potrebbe determinare, in gran parte, la scomparsa dell’autonomia territoriale delle nostre piccole realtà. Noi amministratori, già costretti nelle mille peripezie giornaliere per far funzionare la macchina burocratica-amministrativa dei nostri enti locali – prosegue – ci troveremo obbligati ad affrontare nei prossimi mesi l’ennesima battaglia contro una possibile imposizione calata dall’alto. E’ inconcepibile che Roccalumera, ma anche tanti altri comuni della fascia costiera Jonica (Furci Siculo, Pagliara, Mandanici, Nizza di Sicilia, Fiumedinisi, Alì Terme, Alì, Itala e Scaletta) possano diventare l’estrema periferia sud della città metropolitana di Messina, che così facendo diventerebbe un grande agglomerato urbano con tanti problemi ed un enormità di disservizi per il cittadino”.

Il presidente del consiglio di Roccalumera auspica poi a un coinvolgimento degli enti locali nelle decisioni regionali, senza l’imposizione di decisione prese dall’alto. “Esperienze simili e portate avanti mediante un chiaro concetto di imposizione, vedi quella degli Ato rifiuti o quella dei distretti socio-sanitari – prosegue – hanno determinato solo disservizi e creato enormi difficoltà per le nostre piccole realtà territoriali. A questo modo di riformare diciamo no! E’ importante tenere alta l’attenzione, affinché non solo noi amministratori, ma anche i cittadini, possano rendersi conto delle possibili conseguenze che ne potrebbero derivare”.

“Nei prossimi giorni, non appena ci saranno ulteriori dettagli sulla bozza di riforma avanzata dall’Ass. Regionale Patrizia Valenti, sarà certamente indispensabile convocare un tavolo di confronto fra tutte le amministrazioni interessate affinché il dibattito possa spostarsi nelle sedi istituzionali opportune con tutte le possibili iniziative da intraprendere – ha concluso Garufi”.

Giusy Briguglio

2 commenti

  1. Spesso non è storia, ma campanilismo ammuffito e voglia di gestirsi in pace il proprio pezzettino di potere. Nessuno, credo, pensa di sopprimere i paesi, ma vanno razionalizzate e messe a fattor comune le componenti amministrative, organizzative e gestionali (o dobbiamo aspettare che tutte le scuole e le guardie mediche chiudano?). I piccoli comuni devono avere un soprassalto di buon senso e riunirsi, fare massa e a quel punto avere un peso politico significativo, ma se continuiamo a tenere in vita con la bombola d’ossigeno caricature da trecento/quattrocento abitanti spendiamo soldi e mummifichiamo tutto.

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  2. liliana parisi 26 Agosto 2013 16:42

    Messina già non riesce a gestire i problemi dei Villaggi inclusi nel territorio comunale;figuriamoci se si accorpano altri Comuni!E’ più logico pensare ad un Consorzio dei Comuni della fascia Jonica.

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