Stravolge il territorio dei due comuni, distruggendo un edificio storico come il Tiro a Segno Nazionale di Alì Terme e mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini per lo sbocco a Nizza di Sicilia. Promosse petizioni per dire di no al progetto, anche l’Ordine degli Architetti e il Genio Civile richiedono soluzioni alternative
Bocciato da ogni parte il “nuovo” progetto del ponte da costruire sul torrente Nisi. Dopo il tavolo tecnico che si era tenuto nel settembre scorso alla presenza delle amministrazioni di Nizza e di Alì Terme e dell’assessore regionale alle infrastrutture Nino Bartolotta, l’ingegnere Salvatore Tonti dell’Anas aveva promesso di trovare una soluzione che mettesse d’accordo tutti e che rispettasse il territorio. L’accordo invece non è arrivato e, anche se la maggioranza nizzarda ha votato positivamente il progetto, le voci di malcontento che si stanno levando in queste settimane sono destinate a non placarsi. Il gruppo di minoranza “Libera Nizza” ha promosso una raccolta firme per dire “no” al progetto, sulla scia dei tecnici Francesco Gregorio e Giovanni Garufi che l’hanno proposta invece nel comune di Alì Terme. Tanti i cittadini che stanno sottoscrivendo la petizione per chiedere che venga ristrutturato il ponte esistente, invece di costruirne uno più a valle. Il progetto infatti stravolge l’abitato dei due comuni, mettendo a rischio una costruzione storica come il Tiro a Segno Nazionale nel territorio aliese, edificio risalente ai primi del ‘900, ma anche l’incolumità degli automobilisti. Infatti, il progetto prevede che il ponte finisca nella via Garibaldi di Nizza tramite una rotatoria, soluzione “pericolosa” in quanto, per chi transita in direzione Messina, la parte di tracciato che si collega alla rotonda si raccorda con una curva cieca che potrebbe essere causa di “incidenti di percorso”, problematiche queste condivise dall’Ordine degli Architetti di Messina e dalla Fondazione Architetti del Mediterraneo che hanno inviato una nota agli enti preposti per sottolineare tutte le problematiche riscontrate.
“Si fa presente che la demolizione del Tiro a Segno comporterebbe, sicuramente, una perdita della memoria storica collettiva. Tale edificio, individuato come edificio storico dal vigente P.R.G. del Comune di Alì Terme, ricade in un’area destinata a zona “F”, servizi pubblici di interesse urbano-territoriale, con destinazione specifica a Centro Culturale; appartiene al Demanio dello Stato, ed è sottoposto a vincolo di tutela storica OPE LEGIS. Inoltre il progetto – prosegue la nota – pare che preveda la realizzazione di una bretella provvisoria, funzionale alla viabilità durante il corso dei lavori di costruzione del nuovo ponte, ma inutilizzabile durante il periodo invernale a causa dei rischi alluvionali. Ciò comporterebbe uno sperpero di un’ingente somma di risorse pubbliche per un’opera provvisoria che poi, probabilmente, dovrà essere demolita. Peraltro si è a conoscenza del fatto che da più parti si è insistito sull’opportunità di consolidare il vecchio tracciato e, come opzione, sono state proposte altre soluzioni che prevedono la definitiva costruzione del ponte dove attualmente si intende costruire quello provvisorio”.
Serve una soluzione alternativa, auspicata anche dal Genio Civile che, in risposta alla nota dell’Ordine degli Architetti, ha ricordato che in data 14/06/2013 ha reso nulla osta preliminare "ai soli fini idraulici" per la demolizione e ricostruzione del ponte.
Il comune di Alì Terme ha chiesto un nuovo tavolo tecnico, mentre non si sa ancora se l’amministrazione Di Tommaso farà un passo indietro rispetto all’approvazione. Il progetto è stato presentato dall’Anas come l’unico possibile, uno dei fattori determinanti sembra essere la decisione delle Ferrovie dello Stato che si oppongono al rifacimento della sede attuale del ponte.
Giusy Briguglio